Terni, mense scolastiche una 'vittoria' del Pd - Tuttoggi.info

Terni, mense scolastiche una ‘vittoria’ del Pd

Luca Biribanti

Terni, mense scolastiche una ‘vittoria’ del Pd

Sindacati elogiano il Partito Democratico, Cosec fa passi indietro
Mer, 27/04/2016 - 23:23

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Alla fine ha vinto il Pd, la questione del riordino della refezione scolastica si è trasformato in un boomerang per chi ha cercato di cavalcare la vicenda anche da un punto di vista politico. Persino i sindacati si sono spesi in parole di elogio per l’apertura dimostrata dagli amministratori nell’istituire tavoli partecipati con operatori e utenti del servizio. Ammutinamenti, proteste e polemiche sembrano ormai alle spalle, anche perché l’obiettivo primario è stato raggiunto, cioè il mantenimento del cotto e mangiato in loco.

Come più volte sottolineato dagli esponenti del Partito Democratico presenti al tavolo, il sindaco Loepoldo Di Girolamo, il presidente della seconda commissione Francesco Filipponi, il segretario Jonathan Monti, il consigliere Michele Pennoni e l’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi, il contributo portato da genitori e associazioni è stato determinante per raggiungere i risultati prefissati. Così, dopo la prima fase dei tavoli tecnici, questa sera si è chiuso il primo step sulla riorganizzazione delle mense che porterà alla formulazione di un nuovo bando, in concessione o appalto sarà ancora da vedere.

“Proficuo momento di confronto tra soggetti che sono parte attiva nel futuro della refezione scolastica. Siamo in un momento di approfondimento in seconda commissione, presieduta da Francesco Filipponi – così Jonathan Monti ha aperto i lavori nei locali del Cesvol – prima dell’atto di indirizzo e della proposta della Giunta, come Pd sentiamo esigenza di confrontarci con tutti. I tavoli che sono stati attivati hanno avuto esiti positivi, così come positivo il tavolo relativo ai Sec”.

Il segretario comunale è andato dritto al cuore del problema, sottolineando che: “La soluzione è quella di dare continuità alla qualità della refezione relativamente alla sostenibilità dei costi. Abbiamo deciso di mantenere i centri di cottura nei centri scolastici, ma permangono alcuni aspetti da definire; trovare le soluzioni migliori per la qualità del servizio e sicurezza alimentare, garantire equità sociale per una diversa contribuzione rivedendo le fasce Isee, dove la fascia massima è di 20mila euro”.

Di Girolamo non accetta strumentalizzazioni: “Su questa vicenda si sono fatte forzature, tentativi di fare battaglia partitica e visioni che non danno conto di un quadro diverso dalla realtà. Parliamo di refezione e di riorganizzazione scolastica ponendoci obiettivi compatibili con la qualità, la sicurezza e la sostenibilità. La crisi – prosegue il sindaco – incide sulle singole famiglie, così come incide sugli enti pubblici e i soggetti privati e la questione della refezione è importante perché l’argomento della sana alimentazione è un tema sempre più importante per le future generazioni Consumare il pasto a scuola aumenta l’esperienza della socializzazione e di condivisione”.

A testimonianza della buona condotta dell’amministrazione, Di Girolamo ha portato come contributi alla discussione due diversi studi, uno di Legambiente e uno di Save the Children: “Legambiente promuove ricerche e valutazioni per vedere come funziona il sistema educativo nei comuni italiani – ha spiegato ancora Di Girolamo – l’anno scorso l’indagine è stata fatta in 96 comuni che ha evidenziato delle difficoltà: peggioramento nella sicurezza degli edifici, diminuisce la refezione scolastica di 6 punti, lo scuolabus cala di 10 punti. Terni è all’11° posto nella graduatoria dei 96 comuni, le prime sono tutte del nord con in cima Trento e come Regione siamo secondi per sicurezza, servizi e qualità delle scuole”.

“Non tutti a mensa” è invece il dossier dell’organizzazione “Save The Children”: “45 comuni valutati in base alla refezione scolastica – conclude il sindaco – il 40% delle scuole, soprattutto nel centro-sud, non hanno il servizio di refezione e per quanto riguarda le tariffe, Terni è nelle posizioni più alte per virtuosità per le massime e le minime relativamente all’Isee”

Michele Pennoni, primo firmatario dell’atto di indirizzo relativo alla riorganizzazione della refezione, dopo aver ricostruito la storia della intricata vicenda ha aggiunto: “Era necessario un confronto per spiegare il perché di alcune scelte politiche. Siamo arrivati alla decisione di mantenere le mense in loco e questo è un dato incontrovertibile. Non è stato deciso tutto in Via Mazzini, in Via Mazzini si è discusso e ci si è confrontati per arrivare a questo obiettivo. Il gruppo del Pd non è mai tornato sulle sue posizioni, ma è stato sempre compatto per mantenere questa posizione”.

“Il tavolo tecnico – prosegue Pennoni – è stato un momento fondamentale di condivisione che ci lascia un documento ricco del quale fare tesoro. Il centro di cottura unico è una realtà che esiste in molte città italiane, ma noi abbiamo deciso di mantenere i centri di cottura in loco per rispettare quanto chiesto dai genitori. Ci piace il confronto, ma rifugiamo il conflitto”.

Si è poi aperto il dibattito a tutti i partecipanti e le tre sigle dei sindacati confederali hanno espresso le loro osservazioni, tutte molto ben accomodanti nei confronti del Pd. La Cisl ha espresso apprezzamento per l’iter intrapreso, senza però dimenticare il ruolo dei lavoratori, tema sul quale anche Cgil e Uil hanno messo dei punti fermi: “Abbiamo partecipato con spirito collaborativo – afferma il rappresentante Cisl – e critico. Encomiabile la volontà di voler rendere partecipe i cittadini ai tavoli condivisi, ma è mancato il discorso dei costi quando è stato chiesto. Capiamo quali siano i problemi di bilancio del Comune e il discorso abbraccia tutta la vita dell’amministrazione comunale, ma vogliamo essere molto attenti alla questione occupazionale in caso di riorganizzazione del personale. Non abbiamo voluto togliere la titolarità politica al sindaco e alla giunta, ma come sindacato abbiamo fatto la nostra parte per quanto riguarda la difesa del lavoro e del personale impiegato nell’ambito della refezione”.

Tra le 3 sigle è stata la Cgil a mantenere una linea più critica rispetto agli altri: “Questa è una iniziativa opportuna e da subito avevamo chiesto la costituzione di una tavolo condiviso. È stato fatto con colpevole ritardo e questo è stato un errore senza dare adito alle polemiche tra gennaio e marzo, tempo che è trascorso tra l’atto di indirizzo e la convocazione del tavolo. È fondamentale mantenere il livello occupazionale delle cooperative che attualmente sono impegnate con circa 70 dipendenti. Se il Pd vuole mantenere uno spirito di centrosinistra non può rinunciare al mantenimento dei servizi sociali e dei servizi educativi. Sul nuovo bando vogliamo che sia inserita la clausola sociale e vogliamo definire gli orari di lavoro; l’oggetto dell’appalto deve contenere anche aspetti accessori alla pura refezione”.

La Uil vede in quella intrapresa la strada giusta: “Il metodo deve essere esteso per tutti i servizi comunali, è la prima volta che ci si confronta tutti insieme, è l’unica strada seria per migliorare e trovare soluzioni. Abbiamo utenti, operatori e amministratori discutere insieme e abbiamo ottenuto il grande risultato il mantenimento del cotto e mangiato. Non avremmo avuto questo risultato se non avessimo avuto la combattività dei genitori e dei soggetti più direttamente coinvolti, e l’atteggiamento di grande apertura da parte degli amministratori. Sulla questione mense si è recuperato un rapporto partecipativo molto importante”.

L’intervento più atteso era sicuramente quello dei rappresentanti del Cosec, il comitato di genitori e la frangia più estrema del fronte pro mense in loco che ha dato filo da torcere al Comune , ma, abbastanza sorprendentemente, dalla loro portavoce sono arrivate poche semplici e condivisibili richieste: “Nonostante ci siano state numerose richieste siamo stati poco ascoltati. La refezione scolastiche aumenterà del 10%, e il Cosec chiede di fermare gli aumenti e un’equa rimodulazione degli scatti Isee. Chiediamo di rinviare la discussione della delibera n.70. A Terni ci sono soltanto 4 fasce Isee, in calcune città da 0 a 5mila euro di Isee i genitori pagano 0”.

A chiudere il cerchio è stato l’assessore Piacenti D’Ubaldi: “Il percorso iniziato qualche mese fa, oggi ci consente di vedere il traguardo, cioè predisporre gli atti amministrativi per arrivare a fine anno per disporre i migliori servizi. Il merito è di tutti se il risultato che si otterrà sarà per la città, soprattutto in un momento di crisi finanziaria come questa. Riuscire a garantire un servizio di qualità così alta e diffusa è un’eccellenza assoluta – sottolinea l’assessore – e cercheremo di mantenerla; pochi comuni in Italia avranno un sistema così diffuso di mense in loco, con i benefici sociali ed educativi che questo comporta.

La responsabilità della politica è quella di decidere dove far sacrifici per mantenere e garantire la continuità di alcuni servizi dentro un quadro di compatibilità economica. Le scelte vanno fatte stabilendo le priorità.

Abbiamo contestato che si aprisse una polemica politica sul fatto che a dicembre 2015 fosse già tutto deciso, mentre abbiamo portato sul tavolo la nostra idea e invitato tutti i soggetti al confronto. Nelle prossime settimane – conclude D’Ubaldi – arriveremo a una scelta definitiva”.

Concessione o appalto di servizi? “Per noi è semplicemente uno strumento – sostiene l’assessore – la concessione consente di attuare un percorso più lungo e di fare degli investimenti sulle strutture. Le tariffe verranno riviste per l’inizio del prossimo anno scolastico. Dobbiamo essere orgogliosi del lavoro fatto e del risultato ottenuto. Qualche volta dobbiamo dircelo, altrimenti sembra che in questa città non vada bene nulla. Ringrazio anche chi ha pungolato in modo più forte perché ci ha permesso di alzare il livello della discussione, ma dobbiamo fare un salto culturale per rimanere sempre nel merito delle questione a beneficio degli utenti dei servizi”.

© Riproduzione riservata

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