E’ a tutto campo l’attività della Questura di Terni nella lotta allo spaccio di stupefacenti, non solo nell’azione repressiva della Squadra Mobile che ieri ha arrestato l’ennesimo spacciatore albanese, ma anche nell’attività di monitoraggio portata avanti dall’Ufficio Immigrazione che sempre ieri ha accompagnato ai CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) di Bari e di Roma cinque cittadini albanesi, i quali si sono visti revocare il permesso di soggiorno dopo aver scontato una condanna per spaccio. Tutti e sei gli albanesi si trovavano in Italia da molti anni, alcuni addirittura da 15, tutti con regolari contratti di lavoro, quasi tutti con famiglie numerose al seguito.
Il ragazzo arrestato dalla Squadra Antidroga ha dichiarato agli agenti di mettere da parte i soldi dello stipendio per poter comprare una casa in Albania, dove intendeva ritornare nel 2013 e di usare i proventi derivanti dallo spaccio per mantenersi. Gli agenti erano andati a casa sua, nella periferia della città, per notificargli un invito a presentarsi in questura, ma quando il 24enne ha capito che erano dell’Antidroga è andato nel panico e alla domanda se tenesse della droga nascosta in casa, ha consegnato spontaneamente 20 panetti di hashish del peso complessivo di oltre 2 kg ed un bilancino. Ha dichiarato inoltre di spacciare unicamente quantitativi di droga superiori all’etto e non piccole dosi. E’ stato accompagnato in carcere, dove rimane a disposizione del Pubblico Ministero Raffaella Gammarota.
Avevano appena scontato una condanna per spaccio, invece, i cittadini albanesi espulsi dall’Ufficio Immigrazione, che ha revocato loro il permesso di soggiorno a lungo periodo per motivi di pericolosità sociale. Per i cinque, di età compresa fra i 30 e i 46 anni, con situazioni di tossicodipendenza, è stato disposto l’allontanamento in quanto la loro presenza sul territorio è “incompatibile con la civile e sicura convivenza, costituendo la loro condotta una attuale, grave, concreta ed effettiva minaccia ai diritti fondamentali della persona nonché all’ordine pubblico ed alla sicurezza pubblica”.