Torna al centro delle polemiche la poco amata Tari (la tassa sui rifiuti) che a Spoleto, per il corrente 2025 riserva almeno “sorpresa” per le cooperative sociali che ne saranno esentate. A segnalare per primi la delicata novità, con i distinguo del caso, sono stati i consiglieri di Alleanza civica (Alessandra Dottarelli e Gianmarco Profili) con un post su Facebook che, oltre ad annunciare l’esenzione degli enti del Terzo settore, si domandano se le associazioni di categoria siano state interessate e se aver cambiato il regolamento in corsa “preelettorale il 31 ottobre 2024, pochi giorni prima delle elezioni non si sarebbe più opportunamente potuto decidere entro il 30 aprile coinvolgendo anche le forze di opposizione. Applicare questa esenzione in modo indiscriminato non rischia di creare una disparità fiscale?””.
Questione sollevata nell’ultimo Consiglio comunale dallo stesso Profili senza ricevere risposte dalla Giunta.
Il post viene però ripreso dal presidente di Confcommercio, Tommaso Barbanera, che prima ricorda come la Tari, dal 2020 al 2025, sia aumentata “in maniera esponenziale, basti pensare che il piano finanziario nel 2020 ammontava a poco più di 5 milioni e nel 2025 supera di poco i 10 milioni. Nel 2025 poi tutti gli enti del terzo settore sono stati esentati dal pagamento di questo tributo, cosa che fa nascere in me alcune considerazioni molto semplici: quanti comuni hanno adottato questo provvedimento? Se è giusto agevolare chi svolge, con tanti sacrifici e abnegazione un servizio di alto valore sociale, non credo sia corretto agevolare chi attraverso il sociale svolge una attività di impresa, partecipa a bandi e appalti, ecc. Al fine di fugare qualsiasi dubbio in merito, sarebbe opportuno venissero pubblicati i nomi di tutti i soggetti agevolati in virtù del fatto che il loro mancato gettito ricadrà su famiglie ed imprese”.
C’è poi la questione della tempestività con cui il Comune ha già chiesto ai cittadini il versamento della prima rata (pari al 66.67% della Tari 2025): le prime cartelle sono arrivate già il 6 maggio scorso quando il Consiglio comunale le aveva approvate appena il 17 aprile precedente. Appena 10 giorni feriali – meno male la Santa Pasqua e il 1° maggio – sono stati sufficienti a far partire gli F24. Da Guinness dei primati che conferma come se è l’ente a chiedere c’è da provvedere immediatamente (giusto, per carità), se è il cittadino-contribuente-azionista a rivendicare propri diritti allora campa cavallo.
Tra “grazia” e mazzate
Alla “grazia” tributaria legittimamente concessa dagli indulgenti amministratori a trazione Pd-M5S-Civici umbri – la norma si poteva applicare almeno da tre anni – si contrappone l’ennesima “mazzata” ricevuta dall’Istituto alberghiero di Spoleto, tra le eccellenze della “buona scuola”, ancora una volta destinataria di invio della Tari.
Il caso era stato già sollevato dal consigliere di opposizione Sergio Grifoni lo scorso anno (leggi qui) denunciando come, di fronte alla sentenza di II grado che aveva respinto il ricorso del Comune, l’Alberghiero non fosse tenuto a pagare la Tari per il proprio convitto “seppur fisicamente separato dall’edificio scolastico”.
Ci si poteva fermare qui – annullando circa 250mila euro tra tariffa, sanzioni e interessi accumulati nel quinquennio – ma gli uffici del municipio dell’attuale giunta hanno preferito impugnare il dispositivo della Corte di giustizia tributaria davanti alla Cassazione.
La prima sentenza di Appello, arrivata nel 2023, e riguarda la Tari del quinquennio 2014-2018: importi non richiesti secondo l’interpretazione che ne aveva dato la Giunta Cardarelli, ma che invece sarebbero dovuti secondo l’interpretazione fatta dalla giunta De Augustinis – quella a trazione Lega-FI-FdI con l’aiuto esterno del M5S (ormai divenuti, nei confini spoletini, una sorta di democristiani per andar d’accordo con le più variegate coalizioni) – che ne aveva così bloccato la prescrizione quinquennale, difendendosi in giudizio nel ricorso presentato dalla scuola grazie al supporto dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato. Perso in primo grado ma vinto in appello (e così sarà per tre volte).
Nel frattempo, le cartelle continuano ad essere puntualmente recapitate all’istituto, nonostante la Corte di Giustizia Tributaria riconosca appunto la ragione della direzione scolastica per il biennio 2019 e 2020 (il dispositivo è di agosto 2024) e, lo scorso gennaio 2025, anche per la Tari 2021.
Tre sentenze sfavorevoli in appello per il Comune e altrettanti ricorsi in Cassazione, che stanno costando non poco anche in termini legali, per non parlare dei costi di giustizia, visto che il Municipio è stato condannato, almeno in queste pronunce, a rifondere le spese legali.
Finita qui? Macché; il 6 maggio 2025 arriva il modello F24 Tari anche per il corrente 2025: 25mila euretti (24.977€ per la precisione) cui se ne aggiungeranno, per differenza, altri 12mila circa con la terza e ultima tranche. Inutile dire che anche questa cartella è stata impugnata dalla scuola (s-c-u-o-l-a). E si arriva alla domanda spontanea: ma non si poteva trovare un modo per ‘congelare’ le bollette in attesa della Suprema Corte?
E pensare, a sentire fonti municipali, che lo scorso anno proprio il Palazzo aveva chiesto all’Alberghiero di comunicare il numero dei convittori presenti (circa la metà rispetto ai posti potenzialmente disponibili) così da adeguare la tari. L’istituto invia i dati (circa 120 studenti) ma per tutta risposta si vede rigettare l’istanza in quanto tardiva, siamo a novembre ’24, essendo già iniziato l’anno scolastico. Ma se il Consiglio comunale ha approvato le nuove tariffe lo scorso 17 aprile 2025?
Misteri della politica governante e della burocrazia che la supporta, con gli assessori competenti che non sanno più quali scuse inventarsi.
Il dito puntato sui cittadini e la trave tra gli occhi
Ma torniamo alla cronaca dell’ultimo Consiglio. L’apertura era iniziata sotto i migliori auspici – prima dello scontro tra l’assessore Cesaretti e il consigliere di opposizione Cintioli con l’ormai virale video del “vaffa…” -, con tanto di scambi di auguri dell’aula alla dirigente Bugiantelli e dal presidente Trippetti al capogruppo di opposizione Grifoni.
Dopo le pratiche tecnico-economiche, su cui l’opposizione si è astenuta, arrivano le Comunicazioni.
Inizia il capogruppo Diego Catanossi che, oltre ad attendere una risposta circa la “apertura del cancello del parcheggio della Posterna durante l’orario scolastico che consentirebbe un più facile e sicuro accesso alla scuola XX settembre e al Liceo artistico“, pur rallegrandosi per la sistemazione delle aiuole e la potatura dei rami più bassi di via Mariti della Resistenza, segnala che comunque alcune piante entrano ormai “nei balconi delle proprietà dei cittadini con grave danno per il decoro urbano e la sicurezza”.
Un intervento cui seguirà quello di Cintioli (Insieme per Spoleto) che denuncia come la mancata programmazione della gestione del verde pubblico stia interessando ormai l’intera città, situazione che su Viale Martiri della Resistenza riscontra gravi carenze anche sui “marciapiedi, senza considerare la situazione dei cimiteri e la gestione delle ripe delle strade comunali. C’è una ordinanza per intervenire, se non riuscite a rispettarla meglio cancellarla” dice al microfono in modo ironico che non si fa sfuggire l’occasione di denunciare come vi siano insoliti interventi nei pressi delle abitazioni degli amministratori mentre la città è ormai .
E la maggioranza che fa? Anziché assumersi le proprie responsabilità, attacca i cittadini. Su via Martiri della Resistenza arriva l’affondo del capogruppo Enzo Alleori che denuncia come “il condominio davanti all’ex Mattatoio comunale” non si occupa della manutenzione del verde lungo la strada.
Gli farà cavallo, poco più tardi, la stessa assessora Protasi, anche se si limiterà a segnalare di voler controllare alcune situazioni in capo a privati.
Insomma, un “attacco” senza precedenti, peraltro ad uno stabile di appena cinque famiglie, abitato da professionisti e, udite udite, persino da un esponente della stessa maggioranza. Con buona pace della privacy e forse di responsabilità che potrebbero anche non ricadere sugli stessi.
Quel condominio, infatti, primo esempio in città di edilizia ecosostenibile ai tempi del compianto assessore e Ordinario di scienze naturali Bernardino Ragni della Giunta Laureti, vennero costruite prevedendo, sulla proprietà privata, il transito lungo la piccola via antistante e dei parcheggi ad uso pubblico (evidenti le strisce bianche pittate dall’Ase).
Appare improbabile – il condizionale è comunque d’obbligo – che la manutenzione ricada sugli stessi proprietari, come peraltro confermato più volte dalla Cassazione. A meno che non ci sia un accordo diverso tra il costruttore e il Comune dell’epoca.
Di certo un fazzoletto di strada, poco più di 60-70 metri, con gli estremi di sicura pertinenza comunale, su cui si cala la scure quando, dagli ingressi della città fino alla periferia, la situazione appare senza controllo quanto a manutenzione del verde pubblico.
Ad essere pignoli, o solo un po’ più attenti, ci sarebbe da segnalare la pianta che sporge dall’ex asilo nido – materna, poco distante dal condominio ‘incriminato’, senza considerare una analoga situazione nel vicino parcheggio che ospita la farmacia comunale (azienda controllata dal Municipio). Quanto ai marciapiedi, che nel tempo hanno registrato la caduta di più di un anziano, ne sconsigliamo, almeno all’assessora, un sopralluogo con tacco 10-12.
Il resto degli interventi
Tra quelli meritevoli di cronaca, la situazione denunciata dal capogruppo Pd Lucentini che segnala il caso di un dipendente ex Ase il quale, licenziatosi per assumere un nuovo incarico quale vincitore di concorso alla Vus, si è visto respingere il posto di lavoro “nonostante primo e secondo grado gli abbiano dato ragione, e per questo percepisca lo stipendio, con la multiservizi che ha fatto appello alla Cassazione”. Una situazione per la quale il consigliere di opposizione Piccioni ha invitato “il capogruppo, il presidente del consiglio e il segretario, ove rispondente al vero, a segnalarla agli organi competenti per presunto danno all’erario”.
Piccioni prenderà ancora la parola per ringraziare la maggioranza della prossima installazione della statua di Giordano Bruno in piazza della Libertà; la capogruppo di Ora Spoleto, Maura Coltorti, chiederà di realizzare e affiggere una targa alla scuola di Villa Redenta visto che ormai è stata intitolata alla memoria della dirigente Maria Antonietta D’Angerio; Maria Elena Bececco (Spoleto futura) ritorna sull’incuria segnalando lo stato di piazza Campello, luogo tra i più frequentati tra i turisti, crocevia tra piazza del Mercato, Duomo e Rocca albornoziana.
Alleori infine ricorda che, terminati i lavori, si deve procedere, come deciso dal Consiglio, a intitolare il centro sportivo di San Nicolò a Cesare (Cesarino Maiocchi). “LA famiglia sta aspettando” ha ricordato il capogruppo dei Civici umbri.
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