Spoleto in provincia di Terni, si apre il dibattito | Ecco come nasce la proposta - Tuttoggi.info

Spoleto in provincia di Terni, si apre il dibattito | Ecco come nasce la proposta

Sara Fratepietro

Spoleto in provincia di Terni, si apre il dibattito | Ecco come nasce la proposta

Michael Surace: "Alla base una ricerca storica sui legami tra i due territori" | Domani incontro pubblico a Spoleto | A Terni si muove la politica
Mer, 28/06/2017 - 10:01

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Spoleto in provincia di Terni? L’idea, che da anni ogni tanto riemerge, ora prende più corpo dopo che a rilanciarla è stato in questi ultimi giorni un nuovo comitato cittadino, che si chiama proprio “Spoleto in provincia di Terni“. Ed arrivano anche i primi atti politici in merito, in particolare quello del consigliere ternano di I love Terni Enrico Melasecche, mentre sul fronte spoletino e della Valnerina vari amministratori sembrano essere al momento più freddi alla proposta. In attesa del primo incontro pubblico del comitato, in programma per domani, giovedì 29 giugno a Spoleto.

A raccontare il perché del comitato è lo spoletino Michael Surace, uno dei promotori. “L’idea – spiega – nasce subito dopo il referendum del 4 dicembre 2016 in cui i cittadini italiani hanno votato, fra le altre cose, il mantenimento delle province: questa decisione ci è sembrata subito una opportunità per riprendere il discorso del riequilibrio territoriale in Umbria di cui da decenni si parla, ma mai si è fatto nulla di concreto per portarlo avanti”. Visto che le province, che erano state abolite, formalmente rimangono ed anzi dovrebbero tornare ad acquisire un loro peso, si riapre quindi il dibattito sul territorio.

I legami tra le due aree

Il comitato Spoleto in provincia di Terni, quindi, ha iniziato a mettere radici al suo progetto. “Per prima cosa, – evidenzia Michael Surace – abbiamo fatto una ricerca storica sui legami tra Spoleto, Valnerina e Terni e abbiamo pubblicato tutti i documenti provenienti dai vari archivi di Stato all’interno del nostro sito internet: il primo passaggio per noi era informarci e informare sui legami storici e culturali tra le popolazioni dell’Umbria del sud e quali sono le strategie messe in atto da Perugia per attuare una politica di ‘divide et impera’ nei confronti dei territori di Spoleto e Terni che abbiamo scoperto dura fin dal 1860. Subito dopo la ricerca storica abbiamo visto i legami economici tra i due territori, che sono appunto già legati da un contratto d’area per le aziende e dal riconoscimento di area di crisi complessa: senza considerare i tanti spoletini che lavorano o hanno lavorato a Terni nelle acciaierie ma anche in altre nuove realtà che hanno interesse ad investire anche nei collegamenti infrastrutturali con Spoleto. E poi siamo passati ai legami ambientali, sanitari e religiosi fra i due territori: insomma tutti ci portava a dire come mai nel 1926 Spoleto e Terni non si sono unite per formare un’unica provincia.

Infrastrutture e rappresentatività politica

Da queste considerazioni abbiamo poi preso atto di due realtà in atto: la prima, che Perugia sta spostando sempre di più i propri investimenti infrastrutturali verso l’asse con la Toscana – probabilmente in vista di una possibile macro regione – scelta che di fatto sta non solo isolando ma impoverendo tutta l’area dell’Umbria del Sud. Basti pensare alla sponsorizzazione della stazione per l’alta velocità della Media Etruria che in realtà, con una stazione in Toscana, ha poco a che fare con i reali interessi di buona parte del territorio umbro. La seconda realtà è il territorio locale di Spoleto: quarta città della provincia perugina e che si ritroverebbe invece seconda nella provincia ternana, una situazione che già nei numeri impedirebbe di fatto l’attuale scempio della mancanza di consiglieri regionali e provinciali a rappresentare Spoleto. Se a questo aggiungiamo che i pochi spiccioli riversati nell’area interessata dalla valle umbra sud, vanno solamente nei confronti di Foligno che ha ottenuto in maniera sproporzionata investimenti e attenzioni che hanno di fatto penalizzato in maniera pesante Spoleto, la misura diventa colma. Pensiamo all’ospedale di Foligno che presto fagociterà quello di Spoleto, pensiamo agli investimenti fatti nello snodo ferroviario di Foligno e l’eterno immobilismo nel riprendere i lavori nel tratto Campello – Spoleto – Terni, pensiamo anche al recente piano regionale ferroviario RFI che isola ulteriormente Spoleto, pensiamo ai soldi trovati per la Foligno – Civitanova o lo svincolo di Scopoli in minor tempo rispetto a progetti più ‘datati’ delle strade strategiche di collegamento per Spoleto e la Valnerina come la Tre Valli o il riadeguamento della Flaminia”.

L’interesse crescente e la trasversalità politica

L’idea sembra piacere alla gente comune ed attorno al comitato sembrano ritrovarsi sempre più persone. “Inizialmente – spiega Michael Surace – eravamo solo un gruppo di spoletini pendolari che lavorano a Terni e conoscono bene quali sono i legami e le potenzialità di collaborazioni tra i nostri due territori. Ma poi continuandone a parlare e a interessare sempre più persone su questi temi, siamo riusciti a coinvolgere tanti cittadini già impegnati nel mondo civile, politico e associativo, tanto nell’area spoletina e della Valnerina, quanto nell’area ternana. Abbiamo promosso degli incontri con varie realtà, e abbiamo già ottenuto il sostegno di consiglieri comunali spoletini e ternani, di uomini delle istituzioni e del mondo dell’associazionismo: per correttezza aspetteremo la prima assemblea pubblica di giovedì per dire chi ci sta supportando attivamente, ma vogliamo anche essere chiari sul fatto che il nostro comitato nasce trasversale ai colori politici e che quindi in ogni momento siamo aperti ad ogni tipo di collaborazione con chiunque voglia sposare la nostra causa: le divisioni partitiche su temi così importanti per il nostro territorio sono state storicamente fallimentari e hanno causato solo danni all’Umbria del Sud, per questo chiediamo maggiore maturità ai politici locali nell’unirsi insieme almeno per difendere insieme a noi gli interessi del territorio interessato”.

Tre obiettivi, giovedì incontro pubblico

“Preso atto del supporto quindi di molte realtà – prosegue Surace – abbiamo costituito nominalmente (e giovedì formalmente) il comitato ponendoci 3 obiettivi:

  • il primo, riportare il tema del rilancio di Spoleto all’interno del contesto regionale, alimentare un dibattito, informando i cittadini sul come siamo arrivati a questo punto di isolamento del nostro territorio, quali sono i possibili scenari futuri e quali soluzioni mettere in campo per invertire questa tendenza. Questo obiettivo ci sembra di averlo con soddisfazione già raggiunto in pieno se si guarda al dibattito politico-istituzionale e mediatico che siamo riusciti a suscitare in poche settimane dal lancio della nostra idea.
  • Il secondo obiettivo è quello di istituire il referendum consultivo, uno strumento a disposizione dei cittadini per decidere su questa e tante altre tematiche di cruciale importanza per Spoleto, strumento che è già previsto dallo Statuto comunale di Spoleto ma che di fatto non può ancora essere utilizzato a causa della mancanza del relativo regolamento che ne descriva le modalità di esercitazione di questo diritto. Una anomalia tutta spoletina che intendiamo risolvere con l’aiuto di tutto il consiglio comunale perché tutte le altre realtà dell’Umbria interessate hanno già il relativo regolamento.
  • Terzo e ultimo obiettivo è portare Spoleto – e auspicabilmente tutta la Valnerina – ad unirsi nella provincia di Terni, con il supporto del consiglio comunale che ha la facoltà completa di inviare la richiesta a parlamento e regione (serve la maggioranza assoluta fra i consiglieri comunali), oppure con il supporto dei cittadini tramite il referendum consultivo che spinga i nostri amministratori a fare il passo decisivo”. L’appuntamento è quindi per giovedì sera, dalle 19, al ristorante Zengoni.

A Terni la politica già si muove: c’è un atto di indirizzo

Nel frattempo a Terni è arrivato il primo atto politico a favore dell’idea: è l’atto di indirizzo presentato dal consigliere comunale di opposizione Enrico Melasecche (I love Terni). Nel documento si chiede il sindaco di “attivarsi con sollecitudine per aprire la nostra realtà al Comitato, trasversale politicamente, che intende unire il confinante Comune di Spoleto alla nostra Provincia fornendo tutto il sostegno della nostra città, morale e politico,  nell’intento di rilanciare complessivamente l’Umbria anche in vista del dibattito in corso sulla riorganizzazione dello Stato in macroregioni, scelta che nei fatti sembra già presa a Perugia senza tenere in minima considerazione quelle che sono le buone ragioni dell’Umbria del Centro-Sud e senza che, al di là di un atto di indirizzo giacente da oltre un anno, vede una calma piatta della politica nella nostra città, nonostante la evidente penalizzazione che deriverebbe da una unione dell’Umbria con la Toscana e con Firenze quale nuovo capoluogo macroregionale a noi lontanissimo”.

L’atto di indirizzo di Melasecche come premessa evidenzia “che da sempre la ben diversa ampiezza geografica e demografica fra le due Province di Perugia e Terni ha prodotto distorsioni nella politica della Regione Umbria con vantaggi evidenti, innanzitutto di rappresentanza e di peso politico in danno della provincia più piccola e dei territori della Provincia di Perugia che la politica regionale continua a considerare marginali come Spoleto e la Valnerina; che tutto questo ha prodotto assurdità amministrative e disparità di trattamento soprattutto quando gli eletti a livello locale hanno preferito assecondare le esigenze della politica regionale rispetto alla difesa degli interessi dei propri territori; che uno dei moltissimi esempi, non il più importante ma certamente significativo di questo strabismo, sta nel mantenimento della Tassa di Bonifica, a Terni la c.d. Tevere Nera, con milioni di euro prelevati dalle economie locali per sovvenzionare l’autoalimentazione di centri di spesa oltre ad opere di difesa idraulica  che però in altri territori finanzia direttamente la Regione con la fiscalità generale; che questa situazione sta facendo crescere il malcontento in alcuni territori demograficamente ed elettoralmente deboli come quello di Spoleto e della Valnerina, oltretutto a pochi chilometri da Terni ma con strade spesso trascurate dal centralismo regionale che ha favorito ben altri  collegamenti stradali e ferroviari; che si sta creando ed implementando a Spoleto un comitato, politicamente trasversale, che ripropone una iniziativa di venti anni fa per trasferire quei territori dalla Provincia di Perugia a quella di Terni, con vantaggi indubitabili per una parte dell’Umbria che ha radici storiche importanti compresa quella del Granducato di Spoleto e che dalla fusione trarrebbe nuova linfa per rilanciare lo sviluppo, unendo culture, tradizioni ed economie che intendono riacquisire un ruolo paritetico con l’Umbria del Nord”. I love Terni ricorda poi “che in passato voci importanti di queste battaglie di dignità hanno visto attivi non solo il sindaco Gianfranco Ciaurro ed i suoi assessori, settori importanti della imprenditoria e della pubblica opinione ma, in tempi successivi hanno raccolto questo testimone lo stesso Presidente della Provincia di Terni Andrea Cavicchioli, oggi capogruppo del PD al Comune di Terni, rivendicando il diritto delle popolazioni alla autonomia decisionale rispetto all’imposizione centralistica attuale; che il Comune di Terni ma anche tutti gli altri Comuni di questa Provincia hanno tutto da guadagnare da un più equo assetto degli enti provinciali la cui esistenza è stata confermata dal risultato del recente referendum del 4 dicembre scorso”.

Che fine farebbero i comuni del comprensorio?

Nel dibattito che si sta scatenando dopo la nascita di questo comitato c’è però un dubbio importante, che riguarda i comuni che riguardano il comprensorio di Spoleto, vale a dire Castel Ritaldi, Campello sul Clitunno e Giano dell’Umbria. Municipi legati a quelli limitrofi che fanno parte del comprensorio folignate, come Trevi, Montefalco  Gualdo Cattaneo. In un eventuale riordino territoriale, che fine farebbero questi? L’idea del comitato in realtà è quella di coinvolgere anche i piccoli comuni del Folignate, almeno in parte. Difficile però che in questo caso il comitato trovi sponda. Ma il dibattito sul riequilibrio territoriale è appena iniziato.

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