Aveva ragione Silvia Alunni, anima pulsante di Visionimusica e organizzatrice della prima edizione della mini-rassegna del Jazz a Spoleto, Spoleto Jazz Season 2019.
I Dock in Absolute (Jean-Philippe Koch al pianoforte, David Kintzinger al basso e Michel Mootz alla batteria), sul palco del Caio Melisso ieri per il loro debutto nazionale, sono straordinari.
Ma non tanto per la qualità esecutiva e tecnica dei loro brani, tutti originali, o per la loro empatia come trio (una formazione tipo del jazz data per morta in più di una occasione) ma sopratutto per l’incredibile capacità, nello spazio di un concerto, di mettere in scena musicalmente tutto e il contrario di tutto.
Non ci sono straverie o azzardi assoluti nella loro capacità compositiva, ma la stretta definizione di band crossover, è francamente poca cosa rispetto alla sapiente capacità di navigare in memorie musicali di ogni dove e genere. Gli addetti ai lavori non possono non essersene accorti.
Tanto per cominciare l’uso del tema melodico come trampolino di lancio per lo sviluppo di storie che nel breve volgere di qualche battuta diventano tutt’altro, con cambi di ritmo e intermezzi che vanno a toccare le buone conoscenze musicali del trio. Tra jazz-rock, progressive, indie rock e accordi classicheggianti alla maniera di Ravel e Poulenc, Koch-Kintzinger-Mootz la sanno lunga e mettono in scena una straordinaria ed eccitante realtà. Frutto anche dei loro curriculum di studio individuali di altissimo profilo: Koch alla Berklee di Boston, dopo il conservatorio in Lussemburgo, Kintzinger al Conservatoire Royal di Liége e Mootz al Conservatorio di Lussemburgo e Amsterdam.
E poi una fortunata mano sinistra di Koch al pianoforte, che è più di una base descrittiva, e che non sovrasta il basso di Kintzinger che trova anche il modo di farci capire che ama le coloriture alla Patitucci e, con grande rispetto, alla Pastorius.
Mootz, alla batteria, è un contrappuntista delizioso e scevro dal chiasso che spesso mettono in moto alcuni muscolari “bonghisti”contemporanei, e trascina il pubblico di Spoleto, nel suo assolo, in arie smaltate e rilucenti.
Nei brani del lavoro dei DiA, Unlikely, c’è davvero di tutto e il contrario di tutto e il pubblico presente al Caio Melisso, per la maggior parte (ahinoi) non locale, lo comprende e ne è piacevolmente colpito.
Una serata interessantissima che prelude al gran finale di Spoleto Jazz Season 2019, il 15 novembre al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, con Fabrizio Bosso e Javier Girotto in quintetto.
L’augurio è che gli spoletini alla fine comprendano che il jazz è un genere musicale universale e dunque, di casa ovunque. Ma sopratutto la speranza più sentita è che non si fermi alla prima edizione un progetto, lo Spoleto Jazz Season, che ha messo in luce grandi potenzialità e in scena artisti di straordinaria qualità come i Dock in Absolute.
Foto: Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)