Spoleto, fango sul Liceo per "Com'è bello far l'amore", proiettato durante Assemblea studenti. Una mamma: "è volgare" - Commenta - Tuttoggi.info

Spoleto, fango sul Liceo per “Com'è bello far l'amore”, proiettato durante Assemblea studenti. Una mamma: “è volgare” – Commenta

Redazione

Spoleto, fango sul Liceo per “Com'è bello far l'amore”, proiettato durante Assemblea studenti. Una mamma: “è volgare” – Commenta

Gio, 01/03/2012 - 18:33

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Carlo Vantaggioli

E ci risiamo con i tentativi di censura inquisitoria. Da poco passato l’anniversario di Giordano Bruno – bruciato sul rogo di Campo Dei Fiori a Roma il 17 Febbraio 1600 – è già ora di rinnovare l’orrendo foco, come dice la ben più nota cabaletta verdiana, per ardere tra i tizzoni d’inferno nientemeno che un film e il “temibile” Preside del Liceo Scientifico “Volta” di Spoleto, il professor Mario Barbetti. Cosa accade in città di nuovo? Una mamma, rigorosamente anonima, presa da improvviso attacco di etica associata, o dissociata, non sappiamo, decide di scrivere mail a tutte le testate on line iscritte al Tribunale di Spoleto (e non), per far sapere che il film “Com’è bello far l’amore” di Fausto Brizzi, proiettato durante una Assemblea d'istituto (e non un Consiglio come la genitrice vorrebbe), è “un sentimental porno”. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se la signora fosse una nota critica cinematografica a cui piace giocare con le parole. Il fatto invece è che trattasi di mamma turbata di studente (range d’età 14-18) del “Volta” la quale, seriamente preoccupata per l’integrità morale del figlio/a che ha visionato il film campione di incassi, si getta lancia in resta in una comica quanto strampalata critica morale della sceneggiatura del film di Brizzi.

Ecco cosa scrive la signora: Durante il consiglio d’istituto del Liceo Scientifico A. Volta di Spoleto, in genere i ragazzi vanno al cinema Corso, che è in grado di ospitarli tutti e una buona parte della mattinata la trascorrono guardando un film, contribuendo alla spesa dell’affitto della sala con la cifra di € 2,50 a testa.Così dicono i ragazzi. Quello che non posso tollerare come genitore è che la scuola faccia vedere a mia figlia film del tipo “Com'è bello far l’amore”. Non dico che sarebbe meglio portarli ai giardinetti, o in biblioteca, (anche se invece lo vorrei dire, anzi lo vorrei gridare), ma dico che ci sono bellissimi film da far vedere ai ragazzi, anche leggeri e divertenti, di evasione, più consoni alla loro età e anche più educativi. Già altre volte alcuni genitori hanno chiesto a professori e dirigenti di mandare dei film di qualità, invece dei cinepanettoni che sono stati fatti vedere ai ragazzi (stiamo parlando di scuola e quindi di formazione anche nei momenti ricreativi), ma questa volta si è passato il segno. Mi preme qui riportare la sinossi del film visto giovedì scorso in occasione dell'ultima assemblea d'istituto (quindi da considerarsi orario scolastico e attività scolastica) dagli alunni del liceo di età compresa dai 14 ai 18anni. “Una coppia sui quaranta anni con il desiderio sessuale un po' sopito, trova nuovo vigore e tanti ottimi stimoli dall’arrivo di un amico di lei che per professione fa il pornodivo. L’amico pornodivo, Max (nome d'arte che è tutto un programma: 25centimetri), risveglia desideri, elargisce suggerimenti espliciti e consigli per l'uso, disinibendo le inibizioni ed eccitando la fantasia. Tra anelli vibranti e preservativi ritardanti ( e aggiungo bambole gonfiabili), il piacere non tarderà a venire” (testuale My movies.it).

E fin qui la cosa sembra essere piuttosto innocua, se si pensa che gli argomenti trattati sono già stati affrontati in tante pellicole precedenti soprattutto made in Usa, in maniera forse anche più discutibile del film di Brizzi il quale in questo caso però, agli occhi “ardenti di bragia” della mamma crociata, ha il gravissimo torto di evocare oggetti ludici e non, come il preservativo con l’aggravante del liquido ritardante, l’anello vibrante, di cui si ignora la forza motrice (batterie, presa comune a 220volt o trifase?), per finire con le pericolosissime bambole gonfiabili, quelle che se ti sbagli a dargli un morsetto al collo rischi che sul più bello ti volano via dalla finestra. Dove la comicità della censura materna fa “tenerezza” è quando si cita tra parentesi il nome d’arte del bravissimo Filippo Timi-pornodivo, detto “25centimetri”, come il profilarsi di una annunciata catastrofe morale. Che sia per l’uso della scala metrica? Forse era meglio in Pollici inglesi o a palmi uso muratore? Mah chissà, e comunque – scusateci la divagazione – beato lui! Non volendo scopiazzare i simpaticissimi nomignoli del Walter e della Jolanda della Littizzetto, vorremmo dire che, per quel che ci riguarda, un “Gedeone” cotanto a volte (solo a volte eh…), può procurare sprazzi di felicità al fortunato possessore e alle “Marmotte” desiderose di viaggi onirici nella terza dimensione.
E così il consiglio successivo di andare a vedere film più leggeri e divertenti, evasivi e consoni, fa scattare la libidine della ricerca del titolo tra i cinefili accaniti. Che sia “Mamma ho perso l’aereo”, o l’ineffabile “Dennis la minaccia”? Certo si potrebbe anche offrire un po’ più di impegno ai nostri “bamboccioni”, che altrimenti non crescono mai, e proiettare loro la sempre verde “Corazzata Potemkin”, con tanto di dibattito finale. La mamma in questione ne sarebbe rimasta piacevolmente impressionata e le orecchie del pargolo/a non avrebbero mai udito le parole 'condom' e 'liquido ritardante'. E chi se ne frega se poi, prima della fine dell'anno scolastico, ci fosse scappato un bimbo e la mamma si fosse ritrovata a far la nonna.

Prosegue l'infervorata genitrice: Adesso gradirei che gli insegnanti che erano presenti ed hanno permesso questa triviale visione, ci spiegassero il ruolo educativo o didattico di questo volgare film definito dai giornali di settore un sentimental-porno (o anche porno-comedy) in cui le ragazze sono invitate a fare pom…( fellatio, ndr) come fossero strette di mano. Scusate la volgarità, non sono io che mi devo vergognare di usare questo linguaggio, ma la scuola si dovrebbe vergognare di portare i ragazzi a vedere questo genere di film. Ma come possiamo parlare ai nostri figli di educazione affettiva, di famiglia, di valori quando poi proprio nelle scuole passano questi messaggi? Non ho altre parole per esprimere tutta la mia disapprovazione, la mia indignazione per il comportamento così superficiale e menefreghista con il quale l’istituto permette questo tipo di visioni durante l’orario di lezione. Ora mi domando: a quando la gita a sfondo sessuale a Tallin o il tour delle ragazze in vetrina di Amsterdam? E la gita del quinto in Thailandia, no?! Già il compito di educare i figli è sempre più difficile, se ci dobbiamo difendere anche dalla scuola, diventa impossibile. Scusate il livore ma se non combatto per i miei figli, per la loro educazione e formazione non ha senso combattere per nessuna altra cosa al mondo. E’ scandaloso! Credo che la scuola debba delle scuse a tutti i genitori ed ai ragazzi ed anche così non basterà.

E infatti poiché già sappiamo che non basteranno le scuse, in Piazza Duomo si stanno accatastando le fascine per il rogo finale della pellicola e del preside, quali simboli del peccato spacciato per educazione, così come avvenne per un piccolo gruppo di Catari che proprio li, pare, subirono la stessa sorte qualche secolo fa. E così sia! Nell’analisi del processo inquisitorio al film, si notano alcuni dettagli significativi tra le righe delle accuse. La conoscenza tecnica da parte dell’inquisitore di alcune pratiche sessuali e del loro valore di unicità. La fellatio infatti è sempre un mito tra gli studenti, un ottimo succedaneo laico al rapporto sessuale tradizionale, molto in voga tra gli adolescenti americani che non si impegnano, ma si divertono. Frequenti gli studi sociologici sull’argomento a testimonianza. Ergo da non sprecare come strette di mano. Eppoi, la scuola pubblica, che avalla e propugna insegnamenti e consigli satanici come ascoltare i dischi al contrario o indurre il Preside complice a sottoscrivere la proiezione di film porno, ma sentimentali. Ed infine, la cosa più “bestiale” di tutte, programmare gite postribolari, dove i ragazzi sono alla mercè di qualsiasi depravazione. Il paragone usato infatti è con famosissimi luoghi di mercimonio e sessualità sfrenata (?) come Tallin, Amsterdam e la Thailandia. Tanto che mentre leggevamo ci siamo detti, se fosse vero “ammazza quante ne sa la signora…”.
Dal processo, come in tutti i giudizi, c'è un vinto che in questo caso è la figura dello studente tout court, un ragazzo/a che senza la mamma-crociata al fianco non riconosce un pom…( fellatio, ndr.) da una stretta di mano. Un giovane ormai abbandonato alla corruzione che deve andare ad Amsterdam per vedere quelle mirabili signorine in vetrina che dispensano l’amore a pagamento, mentre se vai a Pian di Massiano o sulla Salaria a Roma ci trovi ovviamente solo crocerossine che ti aiutano a superare l’esame di anatomia patologica.
Ci consenta signora mamma anonima, ma su alcune cose dissentiamo e non pensiamo che la sua sia una visione pedagogica corretta. Il porno-sentimentale in Italia, e non è il caso di questo film, esiste sin dai tempi dell’Impero Romano e forse anche prima, solo che allora non c’era il cinema. La sostanza in termini di educazione però non cambia, perché si tratta di far conoscere, a maggior ragione, alle giovani generazioni, e senza censure, tutto quello che è il frutto del comportamento umano affinchè se ne tragga insegnamento, come linguaggio, e come segno e simbolo della convivenza sociale e civile. Si potrebbe parlare di porno-televisione ad esempio, o di porno-giornali, ma anche di porno-società in generale. Se il timore è quello di preservare i giovani, volevamo avvertirla che di “film” porno sull’argomento ce ne sono parecchi in giro con l’aggravante che di Gedeoni e Marmotte in azione non se ne vedono manco più.

Capirai che divertimento, ascoltare le porno dichiarazioni parlamentari di lautamente pagati onorevoli che biascicano cose inenarrabili. O di porno manager pubblici (e non), o porno presidentissimi pubblici (e non), che si sciupano montagne di porno soldi dati loro per l’adempimento della carica, e che finiscono in qualche bisca o in mano a qualche spacciatore di cocaina con tanti saluti all’etica della “retribuzione commisurata alla professione”, che piace tanto a qualche grillo parlante.

Ecco, in questo caso, la mamma-crociata cosa pensa di fare per non urtare il giovane pargoletto liceale? Se il suo intendimento è lottare come una leonessa per difendere l’educazione e la formazione dei propri figli, perché non sbrana quei signori che in un luogo molto conosciuto, per 20mila porno euro circa al mese, hanno recentemente confermato con un voto, che “Ruby è la nipote di Mubarak” ? Almeno questa simpatica bugia nel film di Brizzi pare non ci sia.

La reazione del preside – la mamma comunque è in buona compagnia perchè al suo volantinaggio mediatico hanno risposto, con altrettanto scarso stile e professionalità, giornalisti e pseduo tali che, copia-incolla, pur di pubblicare qualcosa, hanno divulgato la farneticante protesta senza neanche sentire la controparte, ovvero il dirigente dell'istituto, il professor Mario Barbetti. “Sono sconcertato di quanto ho letto – dice a Tuttoggi.info il dirigente scolastico – e credo che nei prossimi giorni prenderemo le iniziative del caso. E' una mail grottesca. Posso confermare che tutte le procedure sono state rispettate: sono stati gli stessi studenti ad avanzare la proposta di vedere questo film, forse perchè il co-sceneggiatore è il loro concittadino Marco Martani. Nell'autorizzare la visione del film non abbiamo sottovalutato nulla, neanche il valore della videocassetta dove non mi risulta ci siano scene scabrose. Se poi c'è qualche parolaccia non credo che questo possa consentire a nessuno di screditare l'immagine e il nome del nostro liceo”. Barbetti va oltre e sbugiarda l'anonima genitrice: “a differenza di quanto leggo non c'è stato alcun genitore che mi hai mai rappresentato problemi simili, nè a me nè ai docenti di questo istituto. La presidenza è sempre aperta a tutti, come ben sanno i genitori che si rivolgono a noi. Nelle prossime ore invierò un comunicato stampa per ribadire la nostra posizione….non certo per chiedere scusa a chi scrive simili cose”.

L'intervista a Marco Martani – la polemica ormai è innescata. Tuttoggi.info nelle ultime ore aveva intervistato lo spoletino Marco Martani, sceneggiatore del film di Brizzi. Una intervista che stiamo aggiornando, alla luce della mail della genitrice e grazie alla disponibilità dell'autore de film. L'intervista sarà pubblicata nella edizione di domani alle 16. Spoletino di nascita, Martani da anni vive a Roma, torna spesso nella città del festival dove vive la madre. In Com'è bello far l'amore ha descritto la storia di una coppia alle prese con i problemi del sesso. Un film che molti critici (e gli stessi autori) dichiarano essere adatto a tutta la famiglia; che si propone di raccontare le manie italiane su come esorcizzare il sesso e renderlo divertente anche per la coppia sposata da 20 anni. Ai primi posti del botteghino da 2 settimane, ha avuto giudizi contrastanti dalla critica. Alcuni giornali, quelli che la mamma dello studente dello scientifico pare non aver letto, l’hanno definito “un connubio fra temi pruriginosi e buoni sentimenti, malizioso quanto basta”.
In ogni caso, Marco Martani non è di certo alle prime armi e il suo curriculum è di tutto rispetto: i cinepanettoni diretti da Neri Parenti ed interpretati da Cristian De Sica negli ultimi 10 anni sono stati sceneggiati da lui, così come “Notte prima degli esami” ed “Ex”, diretti dallo stesso Brizi, per il quale Marco ha ricevuto 2 nomination al David di Donatello. Negli ultimi due anni ha curato la sceneggiatura di Maschi contro Femmine, Femmine contro Maschi, Amici Miei – Come tutto ebbe inizio e, da ultimo, Com’è bello far l’amore. Nel 2007, con Cemento Armato, un noir tutto italiano molto apprezzato dalla critica, Marco ha iniziato la sua carriera di regista. Tuttoggi.info manderà in onda domani il video dell’intervista a Marco Martani, effettuata da Chiara Magna con un collegamento via skype

(ha collaborato Jacopo Brugalossi)

© Riproduzione riservata

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