Spoleto, bullismo a scuola: studente vittima del “cappanno”. La Preside sminuisce, ma lui ha 10 giorni di prognosi - Tuttoggi.info

Spoleto, bullismo a scuola: studente vittima del “cappanno”. La Preside sminuisce, ma lui ha 10 giorni di prognosi

Redazione

Spoleto, bullismo a scuola: studente vittima del “cappanno”. La Preside sminuisce, ma lui ha 10 giorni di prognosi

Gio, 13/10/2011 - 00:20

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Carlo Ceraso
Gli sono saltati addosso in 5 o 6, prendendolo alle spalle ed emulando il nuovo ‘gioco’ che sembra andar di moda nelle scuole superiori. E’ in estrema sintesi quanto capitato ieri mattina (martedì) presso l’Istituto Industriale di Spoleto ad uno studente del 4° anno. E’ stato fortunato Marco (lo chiameremo così) perché le conseguenze potevano essere ben peggiori.
I ragazzi chiamano questo gioco il ‘cappanno’: il malcapitato, senza rendersene conto, viene accerchiato dal gruppetto che al grido “al cappanno!” gli salta addosso facendolo cadere a terra. Sotto il peso di di 5, 6 corpi. Più o meno 300 chili, ad andar bene. E non è finita. Una volta immobilizzata la vittima la si prende a spintoni, pizzichi e calci. Più o meno quanto è successo a Marco, stando alle testimonianze dei compagni di scuola. Sono le 11.30 di martedì. La campanella avvisa del cambio di lezione e l’aula resta priva della sorveglianza di un docente. Forse non è la prima volta che il gruppetto se la prende con il compagno di classe. Sferranno l’attacco facendo cadere il loro compagno di scuola. Quest’ultimo però riesce in qualche modo a divincolarsi rimettendosi in piedi. A questo punto il gruppo lo spinge forte: il giovane finisce sopra la cattedra e cade dalla parte opposta, finendo di schiena su una sedia.
La caduta è violenta. Marco si rialza ma il panico lo prende: dice di non avere più sensibilità alle braccia e sviene per la paura. Un docente dà l’allarme al 118 che arriva in pochi minuti. I genitori vengono informati e si precipitano a scuola. L’ambulanza, come confermano fonti sanitarie, è uscita in codice2, quello utilizzato per incidenti di media gravità. I sanitari prendono in cura il ragazzo, lo sottopongono alle lastre e stilano la prognosi: 10 giorni di riposo e l’obbligo di ripetere le lastre radiografiche. Sulla schiena sono evidenti i segni della caduta fra cui un ematoma grande quanto una mela.
Non è dato sapere se il malcapitato sia già stato vittima di episodi simili, ma, a sentire i ragazzi, il ‘cappanno’, una vera e propria forma di bullismo compiuta nei confronti dei più deboli, sembra andar di moda all’Itis.
La preside è la stessa del tecnico-commerciale “Giovanni Spagna”, la professoressa Paola Rampi, rimbalzata agli onori delle cronache meno di 24 ore fa per la sentenza del Tar che ha imposto all’Istituto di riammettere uno studente che era stato ingiustamente bocciato. Una sentenza che la preside – pur dichiarandosi disposta ad accettarla, bontà sua – aveva criticato per la scarsa ‘precisione’ dei giudici (clicca qui).

Anche oggi, come ieri, ha provato a sminuire il nuovo ‘caso’: “questa mattina ho parlato con la classe – dice alla stampa – i ragazzi hanno confermato che è stato uno scherzo e che non c’era malafede”. Un po’ come quel bambino che, con la mano sporca di marmellata, prova a convincere i genitori che il barattolo gli è cascato addosso centrando l’arto. Peccato che al posto della marmellata ci sia un fogliettino con su intestato Asl3 che recita “10 giorni di prognosi”. Ora, che ci voglia credere la preside può anche starci, ma che pensi di abbindolare l’altrui prossimo con una favoletta del genere è eccessivo.

In mattinata si era sparsa la voce che l’Istituto avesse preso provvedimenti disciplinari nei confronti della classe, un bel rapporto a tutti, così s’imparano ad essere omertosi e a non rivelare i nomi del colpevoli. Anche se un docente conferma a TO® che la preside avrebbe in tasca il nome di almeno uno degli autori dello ‘scherzo’. Quasi inutile chiedere se e quali provvedimenti sono stati intrapresi. La risposta è coerente con lo stile della preside: “ma nooo, ci mancherebbe…” avrebbe replicato ai media. E certo, perché non dargli un bel 10 in condotta, un paio di guantoni da boxe nuovi di zecca e magari anche un gelatino da consumare alla pausa merenda? La Rampi non è certo donna che si perde di coraggio e, sicura, ne spara un'altra. “e poi non abbiamo ricevuto alcuna denuncia”.

Il diritto proprio non sembra fare per questa dirigente, nonostante vanti una laurea in Scienze politiche. Dimentica infatti che i genitori e lo stesso studente (è maggiorenne), hanno ancora 89 giorni per presentare un eventuale esposto. La famiglia però, a detta di uno dei compagni di classe, avrebbe già fatto sapere di non voler sporgere denuncia né contro i ragazzi, né contro l’istituto, ritenendo l’episodio un grave incidente. Bisognerà però vedere se sarà dello stesso parere l'autorità giudiziaria.

(aggiornato alle 11.29)

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