Scs-Bps Spoleto, stop acquisto azioni Cooperativa. Assemblea giugno, ecco i nomi di chi partecipò - Tuttoggi.info

Scs-Bps Spoleto, stop acquisto azioni Cooperativa. Assemblea giugno, ecco i nomi di chi partecipò

Redazione

Scs-Bps Spoleto, stop acquisto azioni Cooperativa. Assemblea giugno, ecco i nomi di chi partecipò

Mar, 07/08/2012 - 21:00

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L’Offerta pubblica di sottoscrizione delle azioni ordinarie della Spoleto Credito e Servizi verrà sospesa dalla giornata di domani, 8 agosto. E’ quanto si apprende leggendo il comunicato pubblicato dalla Cooperativa nel sito istituzionale, a firma del ‘dr’ Giovannino Antonini. Si tratta di una delle conseguenze scaturite dopo la disdetta del patto parasociale formalizzata dieci giorni fa da Rocca Salimbeni che ha deciso l’uscita dalla holding spoletina e dalla sua principale controllata, la PopSpoleto.
Stop all’OP – leggiamo la nota: “Scs comunica che in seguito alla formale disdetta di Banca Mps del patto parasociale sottoscritto con Scs in data 30 marzo 2010 e la conseguente irrevocabile proposta di cessione alla Scs delle azioni della Banca Popolare di Spoleto SpA e della stessa Scs di sua proprietà, l’OP di sottoscrizione di azioni ordinarie di Scs sarà sospesa a far data dall’8 agosto 2012…..Gli investitori che hanno sottoscritto o formulato nei mesi di luglio e agosto 2012 richiesta di sottoscrizione delle azioni Scs oggetto dell’offerta avranno diritto di esercitare la revoca della sottoscrizione entro 3 giorni lavorativi dalla data di pubblicazione del supplemento al Prospetto Informativo”. Subisce quindi uno ‘stop’ la ricerca di nuovi azionisti che il presidentissimo Antonini assicurava di portare dagli attuali 19mila a 30mila. A spulciare i documenti presenti sul sito Scs si registra che questi ultimi 11 mesi non sono stati poi così proficui come sperava il n. 1 di piazza Pianciani: i nuovi soci sono appena 693 per un ammontare di “strumenti finanziari collocati nell’ambito dell’OP”, ovvero azioni, pari a poco più di 700mila euro (721.812€ per la precisione al 31 luglio – guarda qui).
La nota Mps – di ieri pomeriggio la nota della Banca guidata da Alessandro Profumo che ha precisato la decisione presa poco meno di due settimane fa di abbandonare piazza Pianciani. Un comunicato sollecitato anche dalla Consob: “Con riferimento all'avvenuta disdetta da parte di Banca MPS S.p.A. del patto parasociale con Spoleto Credito e Servizi Società Cooperativa relativo alla Banca Popolare di Spoleto S.p.A., di cui al precedente comunicato del 27 luglio scorso si precisa, anche su richiesta di Consob, che: in data 27 luglio 2012 BMPS ha esercitato la disdetta dal patto parasociale, trasmettendo a SCS: la proposta definitiva di cessione della partecipazione detenuta dalla BMPS in BPS e la proposta definitiva di cessione della partecipazione detenuta dalla BMPS in SCS, alle condizioni e nei termini previsti dal patto parasociale, e subordinatamente all’ottenimento delle autorizzazioni necessarie, ove applicabili. Come conseguenza della disdetta, SCS ha l'obbligo di acquistare, o far acquistare (nel caso della partecipazione in SCS), dette partecipazioni entro sei mesi dalla data della disdetta”. Nulla di nuovo rispetto a quanto già si sapeva. Scs ora ha 6 mesi di tempo per trovare un soggetto disposto a tirar fuori poco meno di 100 milioni di euro per rilevare la quota detenuta dai senesi. Una partita tutt’altro che facile stando almeno alle opinioni di chi Piazza Affari la bazzica, anche se Antonini mostra il solito ottimismo spingendosi a riferire che ci sarebbero al momento almeno 6 soggetti interessati (numero raddoppiato, a leggere la stampa fedele all’antoninipensiero, in appena 10 giorni). Come dice il detto, se son rose fioriranno.
L’esercito a ranghi ridotti – ma a tener banco è la pubblicazione del verbale dell’assemblea del 30 giugno scorso, quella che ha per così dire “riconfermato” il dominus alla guida della holding e sulla quale pende ancora il giudizio del Tribunale di Spoleto e, probabilmente, a quanto ha potuto apprendere Tuttoggi.info, anche un nuovo ricorso. A presiedere l’assemblea, come si ricorderà, è stato il presidente del collegio notarile di Perugia, il dottor Adriano Crispolti, che ha guidato i lavori in maniera ineccepibile. Leggendo il verbale stilato dal notaio Enzo Paolucci di Perugia, alla fine delle operazioni – il Cda in carica si era presentato dimissionario – sono stati 935 i soci che si sono presentati alle urne (di cui poco più di 200 per delega), numero ben distante dalle folle che un tempo animavano l’Albornoz. Per i curiosi dei numeri le schede annullate sono risultate 14, 4 sono state quelle bianche, 5 in cui sono stati indicati nomi diversi da quelli dei 9 membri eletti nel board. Alle operazioni di voto, che hanno visto impegnati 10 seggi, hanno partecipato 6 dipendenti Scs e 20 di Bps.
Gli interventi – scorrendo l’atto risalta evidente la rabbia del vicepresidente vicario, l’avvocato Claudio Luciano Settimio Caparvi che è tornato a puntare l’indice sui “magnifici 7” soci, come aveva ribattezzato ironicamente coloro che, con ricorsi diversi, avevano impugnato l’assemblea “della vergogna” del 17 dicembre scorso. Leggiamo il verbale: “…bisogna essere furibondi con i 7 soci che hanno costretto con alchimie giudiziarie a convocare nuovamente l’assemblea, avendo impugnato la delibera del 17 dicembre 2011” ha detto Caparvi che poi, rispondendo ad un socio, ha assicurato che “si richiederanno i danni ai suddetti soci, che avrebbero dovuto venire in assemblea ad esporre le loro critiche, di cui si sarebbe fatto tesoro”.
Degno di citazione l’intervento di Luigi Piccolo, l’imprenditore perugino dalle alterne vicende editoriali, a dir poco preoccupato dalla presenza di eventuali videofonini o spycam con cui riprendere i lavori. “Chiedo al presidente (Crispolti, n.d.r.) di precisare, trattandosi di una assemblea privata e quindi applicandosi la legge sulla privacy se, ove i dati dell’assemblea dovessero avere diffusione pubblica, chi li pubblica possa essere perseguito” dice Gigi Piccolo. Che lo dica uno che si vanta di essere anche un giornalista (è direttore responsabile di una testata on line) suscita un sentimento misto di tenerezza e ilarità. Piccolo non deve aver gradito il video pubblicato da Tuttoggi.info che svelò l’andamento dell’assemblea del dicembre scorso fra cui l’indimenticabile suo ‘urlo’ all’indirizzo dell’ex vice presidente Danilo Solfaroli: “tu non hai rispettato lo Statuto” (clicca qui). Dimostrando così di non sapere un’acca delle norme statutarie che regolano Scs. O forse gli conviene far finta di non saperle. Roba che se scopre che quella assemblea è stata portata, un mesetto dopo e in chiave goliardica, anche sul palco del Teatro Gian Carlo Menotti dalla Rivista degli Studenti rischia di farsi venire un coccolone. Il cruccio di Piccolo è stato ben presto chiarito in scioltezza dal notaio Crispolti: “la riunione non è aperta al pubblico, la stampa è ammessa e risponde del suo operato in base alla normativa che ne regola l’attività, i dati identificativi sono finalizzati esclusivamente alle esigenze assembleari ed è quindi assicurato il rispetto della normativa sulla privacy”.
I votanti – allegato all’atto si può leggere, con buona pace di Piccolo e degli strenui difensori della privacy, l’elenco dei 954 partecipanti ai lavori del 30 giugno (i votanti, come detto, alla fine sono stati 935). Scorrendo la lista si notano nomi eccellenti della politica del centrodestra umbro, di cui Antonini è considerato un uomo di spicco, di rappresentanti del mondo sindacale bancario e delle istituzioni. Ma anche del centrosinistra, non esclusi di Pd, Idv e Pdci (che, c'è da giurarlo, faranno a gara a giurare e spergiurare che erano del gruppetto dei 19 che hanno abbandonato anzitempo la sala). In pratica uno spaccato di quello che secondo molti è il ‘sistema’ su cui il presidentissimo ha potuto costruire il proprio potere in questi ultimi 10 anni. I più curiosi, anche in questo caso, sono serviti: basta un clic: – elenco soci intervenuti.

Inchiesta e ipsezione – intanto non si registrano novità né sul fronte giudiziario (dopo i 17 avvisi di garanzia per appropriazione indebita e ostacolo alla Vigilanza), né su quello dell’ispezione disposta da Bankit sia presso gli uffici di PopSpoleto che di Scs. Al lavoro ci sono anche gli avvocati dei 16 indagati, alcuni dei quali hanno fatto sapere di esser pronti a depositare alla Procura della Repubblica di Spoleto le memorie difensive dei propri assistiti.

(Carlo Ceraso)
© Riproduzione riservata

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