SCOMPARSA DI MARCELLO DE ANGELIS: L'ULTIMO DEI CARATTERISTI SPOLETINI - Tuttoggi.info

SCOMPARSA DI MARCELLO DE ANGELIS: L'ULTIMO DEI CARATTERISTI SPOLETINI

Redazione

SCOMPARSA DI MARCELLO DE ANGELIS: L'ULTIMO DEI CARATTERISTI SPOLETINI

Sab, 10/05/2008 - 00:36

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di Carlo Vantaggioli

Avrò avuto si e no 15 anni, giusto trent'anni fa, quando per la prima volta vidi uno spettacolo di arte varia della neocostituita Compagnia La Maschera di Gianfrancesco Marignoli, al Teatro Nuovo di Spoleto. Avevo i capelli, e questo me lo ricordo bene, come ricordo bene quella incredibile emozione di vedere il teatro “crollare” durante la lettura delle “Avventure del Sor Clemente” del mai troppo ricordato Alberto Talegalli da parte di Paolo, Paolino De Angelis, il maestro De Angelis, fratello di Marcello (nella foto a destra con G. Marignoli).

Non ho mai sentito più nessuno leggere quelle storie esilaranti come solo lui sapeva fare. E' li che ho iniziato ad appassionarmi al teatro dialettale de La Maschera ed è li che ho conosciuto i fratelli De Angelis. Tanto feci, che riuscii ad entrare in Compagnia con loro. Oggi posso ben dire di essere onorato di aver recitato con entrambi i fratelli. A volerlo paragonare a qualcosa di più visibile direi che potevano essere identificati con la coppia Edoardo e Peppino De Filippo. Paolino intellettuale, disincantato, assolutamente penetrante, naturale. Marcello, di grande mestiere, amicone, grande stemperatore, un mediatore nato, adatto a qualsiasi parte. Paolino lasciò presto le scene e purtroppo scomparve troppo presto, ma Marcello rimase a fare da colonna portante alla Compagnia ancora per lunghi anni.

Ho un ricordo vivido della mia gioventù legata ai momenti in cui a casa di Gianfrancesco Marignoli ci ritrovavamo per pianificare gli spettacoli da fare l'estate. “A bardasci…ce vedemo da Gianfrancesco per fa sta turnè…va bene?”. Ci voleva coraggio a chiamarla Tournee, e Marcello lo sapeva, ma da grande animatore e da “collante umano” mai avrebbe sminuito quello che secondo lui serviva prima di tutto a legare le persone e poi a fare qualcosa con cui raccogliere un applauso.

Eravamo un bel gruppetto, io, Paolo Costanzi, Piero Teso, Remo Frascarelli, Massimo Succhielli, Mario Leone, le figlie di Mario, Stella Polese, Antonietta De Santis, Mariarita Dell'Anno, Benedetta Marignoli, su e giù per la Valnerina tutta l'estate a fare spettacoli in tutte le piazze o in tutti i luoghi possibili e immaginabili. Quando eravamo a teatro spesso ci truccava il dott. Lucio Mari, il dentista, uno dei più fenomenali barzellettieri che abbia mai conosciuto. Ricordo una volta la faccia di Marcello che era un po' il General Manager, quando a Monteleone scoprì che il palcoscenico promesso dalle autorità, erano un po' di forati e 4 tavole da ponte messe li… “A bardasci…ci stanno 4 bolognini e du tavolozze che famo?”

Era vero teatro di strada nobilitato da un po' di scene che montavamo da soli, attori, macchinisti e persino costumisti. Marcello era specializzato per le tonache ovviamente! Ma nessuno si sognava mai di contraddirlo o ridicolizzarlo per quella fede che non ostentava ma praticava con saggia temperanza, soprattutto quando ci sentiva bestemmiare perché ci bucavamo una mano mentre si montavano le scene “su un po'…non bestemmiate eh..”.

Come attore era decisamente coinvolgente. Divertentissimo come caratterista ma assolutamente snervante per quella temibile difficoltà a ricordarsi la parte. Era la pecora nera di Succhielli, il suggeritore, che invece di flautare a volte gli strillava a male parole da fuori le scene o sbracciava dalla buca quando capiva che stava per farne una delle sue.

Un grande ” arrocchiatore” ma anche una incredibile capacità naturale all'improvvisazione. Credo che tra il pubblico nessuno se ne sia mai accorto davvero quando cambiava la parte e Marignoli era li lì per lasciare il palcoscenico in preda a una crisi di nervi, con tutti noi dietro le quinte a piegarci in due, più per Gianfrancesco in crisi che per Marcello che serafico ed ecumenico alla fine diceva “beh..è annato tutto a posto no?”.

Il mio ricordo e la mia dedica a questo splendido personaggio ed uomo, l'ultimo dei Caratteristi spoletini è il ricordo di una sua “arrocchiata” che fece epoca e che ancora oggi tutti i personaggi dell'epoca ricordano.

Mi pare fosse in ” ameretta a tre letti” o “Tocca ringrazià Ziu”, putroppo non ricordo bene, dove Marcello nella parte di un prete (guarda caso), molto contrariato doveva commentare l'alitosi delle vecchiette che la mattina presto andavano a confessarsi da lui. La battuta corretta era la seguente” ….te ce farei sta io co tutte ste vecchiette che la matina se vengono a confessà co lo fiato che ie puzza d'aio”.

Ebbene, Marcello, preso forse dalla velocità di sparare la battuta, che provocava sempre una risata in platea, arrocchiò la seguente frase: “te ce vorrebbe fa sta io co tutte ste vecchiette che ie puzza la cipolla d'aio…” ….lunga pausa! La scena che segue è reale: tutti sul palcoscenico, nessuno escluso, scoppiano a ridere dopo un secondo in maniera irrefrenabile. Succhielli nel panico e Marignoli con una crisi isterica. Il pubblico inizia a ridere e ad applaudire entusiasta convinto che fosse quella la battuta e la scena a cui dovevano assistere. Ecco ti ricordo così mentre serafico pensavi in quel momento “beh alla fine l'avemo sfangata”.

Au revoir Marcello, ci vediamo di là.


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