Riforma sanitaria, monito di Benedetti alla Regione "Troppo seria e urgente per ridurla a polemica tra i territori" - Tuttoggi.info

Riforma sanitaria, monito di Benedetti alla Regione “Troppo seria e urgente per ridurla a polemica tra i territori”

Redazione

Riforma sanitaria, monito di Benedetti alla Regione “Troppo seria e urgente per ridurla a polemica tra i territori”

Gio, 27/10/2011 - 10:13

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di Daniele Benedetti (*)

La discussione sulla riforma endoregionale che riguarda il Sistema Sanitario dell’Umbria è una cosa troppo seria, importante e urgente per ridurla a polemiche fra territori, incontri estranei alle sedi istituzionali, match fra lobbies, fughe in avanti e quanto altro ancora possa danneggiare un confronto costruttivo per un obiettivo che tutti condividiamo con la Presidente Marini e che, se non si realizzasse, andrebbe solo a discapito dei cittadini.
Pur con tutto il rispetto nei loro confronti e nel loro ruolo, non compete certo alle sigle sindacali avanzare proposte e soluzioni e questo vale sia rispetto alla proposta di riforma, peraltro ancora circoscritta alle linee guida licenziate dalla Giunta regionale, né tanto meno per azzardare soluzioni drastiche come quelle che riguardano la vita o la soppressione dei punti nascita.
In questa città e in questo territorio, su un tema così delicato e importante per il futuro dell’assistenza sanitaria e socio–sanitaria dell’Umbria, chiamata a fare i conti con un taglio governativo di 120 milioni di euro, la politica e le istituzioni hanno deciso, non da oggi, di svolgere fino in fondo il proprio ruolo, assumendosi per intero la responsabilità della proposta e del confronto che compete ai sindaci e alle forze politiche.
L’assemblea dei sindaci dell’ATI3 Umbria, all’indomani dell’incontro nel corso del quale si sono discusse le linee guida della Giunta regionale, ha già avuto modo, con comunicati ufficiali, di dire come la pensano i sindaci di 23 comuni di questa parte dell’Umbria. A giorni, dopo l’approvazione formale da parte dell’Assemblea, il nostro documento di proposta sarà rimesso alla Regione, all’ANCI e alle parti sociali. Contemporaneamente il Partito Democratico di Spoleto ha svolto più incontri, costituito una commissione tecnico – politica e redatto a sua volta un proprio documento. Questa credo sia la strada corretta e queste le sedi da utilizzare.
Nel merito intendo ribadire con fermezza la necessità di partire dall’analisi dell’esistente, dalla discussione dei numeri che riguardano l’attività dei servizi e degli ospedali dell’intera rete regionale, perché solo così potremo capire cosa funziona bene e cosa meno, dove razionalizzare e dove migliorare.
Da questo punto di vista noi possiamo affermare, senza paura di smentite, che sia necessaria, soprattutto in questo momento, una attenta riflessione sull’Umbria che vogliamo (policentrica o su due poli?) ed una scrupolosa analisi del funzionamento dell’attuale sistema sanitario regionale.
I dati economici e di attività forniti dalla Regione Umbria, relativi al triennio 2008 – 2010, ci dicono che per quanto riguarda i pazienti che si recano fuori regione, l’unica azienda che è riuscita a diminuirne la fuga è stata la Asl n.3, con un –2,37%, a fronte di una media regionale in aumento +7,19% e, in particolare, un +14,20% della Asl n.2, territorio in cui insiste l’Azienda ospedaliera di Perugia. Questi dati indubbiamente ci fanno riflettere sulla efficienza e sulla validità di aziende che pesano moltissimo sul budget della sanità umbra. Abbiamo aziende con doppie strutture di alta specialità come la cardiochirurgia e la neurochirurgia, che sono assolutamente ridondanti per una popolazione di solo 900.000 abitanti e che incidono pesantemente sul budget delle aziende ospedaliere. Queste strutture, purtroppo, non riescono neanche ad evitare la migrazione di pazienti neurochirurgici e cardiopatici fuori regione.
Altro punto dolente è la capacità di attrazione, in particolare dell’azienda più grande, dove la mobilità attiva extraregionale cresce in modo inadeguato ed, in alcuni casi, è pari a zero. Nel triennio 2008 – 2010 solo l’ASL n.3 ha incrementato significativamente la capacità di attrazione con un aumento del 18,74%, a fronte di un media regionale del 4,75%.
Potrei continuare con gli ottimi livelli di accoglienza e assistenza degli ospedali di Spoleto e Foligno, oggi perfettamente integrati tra di loro, o con il riferimento alla spesa farmaceutica pro capite che da noi si attesta a 162,63 euro/anno contro la media pro capite regionale di 178,96 euro, ma ritengo che sia più utile trovare soluzioni di razionalizzazione senza penalizzare alcun territorio e alcun cittadino.
Nel fare ciò non si può non considerare che quando si affronta il tema della riorganizzazione di un sistema sanitario, le scelte da operare non possono non tener conto degli obiettivi, assegnati mediante indicatori di performance, che ciascuna azienda è stata in grado di conseguire, quanto alla capacità di governo della domanda, di appropriatezza medica e chirurgica, di qualità clinica e di governo della spesa.

(*) Sindaco di Spoleto

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