Erogavano prestiti a tassi usurai ad imprenditori in difficoltà economiche e non esitavano a ricorrere a minacce e violenze in caso di ritardo nei pagamenti: con queste accuse i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia, nei giorni scorsi, hanno tratto in arresto, su ordine del Gip del capoluogo umbro, una coppia di coniugi residenti nell’Alta Valle del Tevere.
Azienda “sospetta”
La vicenda trae origine da una verifica fiscale eseguita dalla Tenenza di Città di Castello nei confronti del titolare di un’azienda attiva nel commercio all’ingrosso di alimentari ma totalmente sconosciuta al fisco. Nel corso delle indagini, da cui è emerso un vorticoso giro di affari completamente “in nero”, sono stati rinvenuti contratti di finanziamento intestati a terzi estranei alla gestione aziendale, e numerosi assegni di rilevante importo, sui quali si è concentrata l’attenzione delle Fiamme Gialle.
Il “modus operandi” del titolare…e della coniuge
Da quel momento sono state avviate complesse investigazioni, dirette dalla Procura della Repubblica di Perugia, grazie alle quali è stato possibile ricostruire il modus operandi del titolare dell’attività, con il determinante concorso della coniuge. I due, a fronte di elargizioni di prestiti rilevanti in favore di imprenditori in difficoltà finanziarie, imponevano interessi “usurari”, in ragione della palese sproporzione tra gli importi erogati e quelli effettivamente pretesi in restituzione.
In un caso, un imprenditore edile, rivoltosi agli indagati per ottenere un prestito di 80.000 euro, aveva visto lievitare il proprio debito, in pochi anni, fino a 230.000 euro. In un altro caso, i Finanzieri hanno scoperto che i due, a fronte di un prestito di 100.000 euro ad un commerciante, hanno ottenuto la restituzione, dopo appena un mese, di oltre 134.000 euro, applicando, pertanto, un tasso di interesse mensile pari a ben il 408%.
La tecnica adottata era quella tipica dei rinnovi: ad ogni periodica ricontrattazione del debito assunto, veniva fatta sottoscrivere all’usurato una nuova dichiarazione nella quale confermava di aver ricevuto il denaro a titolo gratuito, di volta in volta in realtà ricalcolato in ragione dell’aumento mensile degli interessi.
Le minacce e la violenza
Le indagini delle Fiamme Gialle di Città di Castello hanno documentato come la coppia, assidua frequentatrice di Casinò italiani, per ottenere soddisfazione delle loro pretese, non desistesse dall’insultare e minacciare, anche di morte, le proprie vittime, paventandogli addirittura l’intervento della criminalità organizzata. In alcuni casi, i comportamenti intimidatori sono sfociati in episodi di violenza: i Finanzieri, infatti, hanno filmato una vera e propria aggressione fisica subìta da un usurato, nelle immediate adiacenze di un bar, al culmine di’un animata discussione, ad opera di uno dei due pregiudicati arrivati insieme alla coppia. In un’altra circostanza, sempre al fine di incutere paura e stato di soggezione, l’altotiberino arrestato ha tentato di investire il debitore ed il proprio fratello, finiti al pronto soccorso con varie lesioni.
Atteso il grave quadro indiziario e valutata la pericolosità dei soggetti coinvolti, il Gip del Tribunale di Perugia, accogliendo la richiesta del Pm che ha diretto le indagini, ha quindi disposto l’applicazione della misura cautelare in carcere per il marito ed ai domiciliari per la coniuge. Indagati, infine, per i reati di minacce e percosse, i due pregiudicati protagonisti dell’episodio di intimidazione avvenuto all’esterno di un bar di Città di Castello.