PINA SILVESTRI(UDC) ANALIZZA LA RELAZIONE AL BILANCIO 2008 - Tuttoggi.info

PINA SILVESTRI(UDC) ANALIZZA LA RELAZIONE AL BILANCIO 2008

Redazione

PINA SILVESTRI(UDC) ANALIZZA LA RELAZIONE AL BILANCIO 2008

Gio, 20/03/2008 - 09:30

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Una premessa di carattere politico. La polarizzazione del sistema politico in due schieramenti, che non lasciano spazio alla mediazione, ha determinato una involuzione del sistema stesso in una società come la nostra caratterizzata da un forte pluralismo culturale e ha garantito solo una traballante stabilità politica.

Il bipolarismo, inteso come antagonismo, ha procurato solo fratture e lacerazioni nel tessuto politico e sociale.

L'UDC crede invece fermamente nella politica come luogo della fraternità e dell'incontro, della ricerca di possibili convergenze che producano una soluzione condivisa dei problemi.

Se la politica è la “scienza architettonica della polis” riteniamo che l'importante sia costruire, non erigere barricate e trasformare il Consiglio comunale in una arena dove lo scontro, spesso, sostituisce il confronto costruttivo.

L'UDC è il partito dei moderati che credono nella politica come luogo della mediazione, del dialogo e della condivisione. Per questo, come partito e come gruppo consiliare, abbiamo improntato la nostra attività politico-amministrativa ad una opposizione costruttiva, mai aprioristica, ma anche senza strane collusioni, trasformismi e taciti accordi con la sinistra.

Da tempo abbiamo proposto la attivazione di un tavolo permanente di confronto per individuare soluzioni condivise ai problemi cittadini; come Partito abbiamo pertanto accolto l'invito del Sindaco e il 14 Gennaio abbiamo presentato alla città alcune proposte sui temi di maggior rilievo come le politiche familiari, il Centro storico e lo sviluppo economico.

Con soddisfazione abbiamo constatato che alcune di queste proposte sono state accettate, qualcuna parzialmente, in questo bilancio che, pertanto, giudichiamo in maniera meno negativa dei precedenti, con molte ombre, ma anche qualche aspetto positivo.

Soprattutto lo consideriamo un bilancio “aperto” e confermiamo la nostra disponibilità ad un serio e costruttivo confronto che vada nella direzione della realizzazione del bene comune, nel superamento degli egoismi e dei corporativismi.

Con le nostre idee e i nostri valori vogliamo contribuire alla crescita di Spoleto e restituire alla città fiducia per il futuro.

Solo nell'unità e nella sinergia di tutte le forze politiche e sociali si potrà trovare la forza per superare la situazione di isolamento e marginalità che Spoleto continua ad avere nel panorama regionale. La affrettata riforma endoregionale evidenzia la chiara volontà di realizzare in Umbria tre poli di sviluppo economico e direzione politica. Questo è il risultato di una incapacità ad aggregare delle forze di maggioranza, ma anche di una atavica tendenza alla contrapposizione e allo scontro che ci contraddistingue e determina una effettiva debolezza strutturale della nostra città nel panorama regionale.

I dati statistici allegati al bilancio evidenziano il persistere di elementi di criticità, ma ci sono anche alcune positività.

Prima di tutto l'incremento della popolazione che raggiunge le 38.909 unità. Dopo la flessione del 2006 abbiamo un saldo positivo di 264 unità che è però dovuto ad un consistente saldo migratorio (+ 412). Dobbiamo anche registrare che il tasso di natalità (7,7 ) è notevolmente più basso del dato provinciale e dell' Italia centrale (9,3) e di quello nazionale (9,5); il tasso di incremento naturale è, purtroppo, -3, inferiore a quello della provincia di Perugia (-1,2), della Regione (-1,1) e dell'Italia (0,0). Il dato di mortalità (10,7) è in linea con quello regionale e più alto, data la consistente presenza di anziani, di quello nazionale (9,5).

Positivo anche il fatto che il tasso di emigratorietà (18,6%) sia inferiore a quello provinciale (20,3), dell'Umbria (19,6&) e dell'Italia (28,5%). Evidentemente sta diminuendo la fuga dalla città, soprattutto di giovani, che ha causato un depauperamento di risorse umane.

Per quanto riguarda le attività economiche si è registrato un incremento di 45 imprese rispetto all'anno precedente. Sono però, prevalentemente, imprese individuali, fenomeno che denota una polverizzazione delle attività produttive, mentre continua la crisi di qualche grande azienda come la Minerva. Le imprese artigiane rappresentano il 28,28%, un dato sostanzialmente stabile in questi anni e in linea con quello provinciale e regionale.

Un leggero segno di ripresa è testimoniato dal saldo positivo delle imprese (+ 1,95 ogni 100 imprese attive), superiore a quello della provincia di perugia ((+0,84) e a quello regionale (+ 0,49).

Totalmente negativo il settore del turismo: nel 2007 si è registrata una consistente flessione (81.500 arrivi) rispetto al 2006 (84.434 arrivi). Anche l'indice di permanenza (2,49) mostra una flessione.

Spoleto continua a caratterizzarsi come città del turismo “mordi e fuggi”.

Rispetto a questo quadro alcune proposte dell'amministrazione comunale ci sembrano funzionali e condivisibili, per altre il nostro giudizio è negativo.

Insufficienti ci sembrano proprio le proposte nel settore turistico-culturale, tenuto presente che, come scritto nelle relazione, “la cultura è il campo della sfida dove si gioca il futuro della città”. Nota positiva il progetto di valorizzazione e potenziamento del turismo congressuale e della terza età ma, contestualmente, è necessario ampliare l'offerta di servizi, di proposte artistico-culturali e ricreative per poter incrementare la permanenza. Positivo anche delegare unicamente allo Sportello Organizzazione Spoletoeventi il compito di organizzare e pianificare eventi culturali, sportivi, congressuali onde evitare sovrapposizioni e , come anche da noi richiesto, l'ampliamento dei servizi offerti ai turisti dal front office dello IAT (informazioni accoglienza turistica) che dovrebbe anche ampliare l'orario di apertura.

Indubbiamente è un successo l'inserimento di Spoleto nella rete delle città longobarde, che deve però essere opportunamente utilizzato per la promozione della città e per inserire Spoleto nei circuiti turistico-culturali sia nazionali sia internazionali, progetto da tempo annunciato, ma che non è stato ancora realizzato. Troppo simili a quelle dello scorso anno, ci sembrano molte altre proposte del settore. Si continuano a ipotizzare “relazioni internazionali” nonostante gli scarsi risultati conseguiti fino ad oggi; si ripropongono, anzi si vogliono intensificare, i contatti con le città gemellate, anche quelli obsoleti; si propongono di nuovo relazioni con la Cina e il Giappone, ma quali sono stati i risultati sin qui conseguiti? Non si amplia verso nuovi orizzonti l'attività di promozione e commercializzazione del prodotto Spoleto.

Oltre che verso i mercati tradizionali, sarebbe auspicabile cercare contatti con i Paesi emergenti del mondo arabo anche in sinergia con il Teatro Lirico Sperimentale non solo in Qatar, ma anche negli Emirati arabi uniti, nell'Oman, paesi laici aperti alla cultura occidentale e in via di rapido sviluppo.

Speriamo che anche lo Spoleto Festival Internazionale possa di nuovo essere un volano per la promozione di Spoleto nel mondo. Auspicabile sarebbe anche una collaborazione tra questa manifestazione e alcune Istituzioni spoletine (Scuola di musica e danza, Istituto d'Arte, ecc.) per la crescita culturale e professionale dei nostri giovani.

Ma la cultura e il turismo dovrebbero avere una funzione di traino anche per il rilancio del centro storico. Anni di incuria, di carenza di programmi di intervento e adeguate risorse, hanno prodotto un progressivo spopolamento del Centro storico e una grave sottoutilizzazione dei suoi spazi come luoghi abitativi e di attività commerciali; tutto ciò ha determinato il fenomeno dell'abbandono di molti edifici, sia pubblici sia privati, con una totale assenza di interventi di carattere manutentivo per molti anni.

Il risultato è stato un progressivo degrado, un peggioramento della situazione ambientale, della qualità della vita che ha determinato un costante abbandono e un logoramento del tessuto urbano.

Preso atto che la mobilità alternativa da sola, non è in grado di rappresentare l'elemento di una svolta epocale o dell'auspicato rinascimento urbanistico per la città e il centro storico, riteniamo necessario che l'Amministrazione si ponga come elemento di raccordo con le Associazioni di categoria e la società civile in un'ottica di sussidiarietà. La costituzione di un Laboratorio permanente è solo il primo passo verso una reale politica di concertazione. E' necessario che la città, i suoi abitanti, siano esortati a tornare al centro; occorre incoraggiare, anche attraverso una serie di iniziative, la curiosità e l'interesse per riportare la gente nel centro storico.

Giudichiamo positivamente l'attivazione di un pacchetto di agevolazioni per nuovi investimenti e la riqualificazione delle attività produttive, proposta anche nel nostro documento tra gli incentivi per la valorizzazione dei servizi, ma le proposte ci sembrano ancora carenti soprattutto per quanto riguarda gli interventi per la valorizzazione della residenzialità urbana, che richiederebbe anche una razionalizzazione e diversa organizzazione del sistema del traffico; del patrimonio immobiliare, compresa la Rocca, per la quale nella relazione al Bilancio si prende atto del mancato decollo; per la valorizzazione dell'attività turistica anche attraverso una maggiore cura dell'arredo urbano, dell'illuminazione pubblica, decisamente carente, e dell'igiene urbana. I sacchetti dei rifiuti abbandonati negli angoli delle vie del centro storico non costituiscono un buon biglietto da visita.

L'UDC ha fatto, su questo tema, proposte operative (mostre mercato di prodotti stagionali, di prodotti artigianali, di piante e fiori a cadenza mensile; apertura di show room di grandi stilisti, ecc.) sulle quali è disposta a confrontarsi con l'Amministrazione comunale, le Associazioni di categoria e i cittadini.

Poca, a nostro avviso, anche l'attenzione per i centri storici periferici che hanno una rilevanza storico-artistica troppo spesso abbandonati e poco valorizzati che dovrebbero, al contrario, essere oggetto costante di manutenzione e riqualificazione ed essere inseriti in una progettualità turistico-culturale. Perché, ad esempio, non ipotizzare un circuito dei castelli delle nostre frazioni?

Globalmente un insufficiente rilievo viene dato alle attività produttive industriali, artigianali ed turistiche. Se è vero che gli imprenditori non possono pretendere ancora elargizioni e politiche protezionistiche che si sono rivelati quasi sempre prive di conseguenze positive, è però necessario mettere in campo delle soluzioni che incentivino la crescita e, soprattutto, l'interesse degli imprenditori ad investire nel nostro comune. La nuova area industriale di San Giacomo potrebbe rappresentare, se opportunamente sfruttata e dotata di infrastrutture viarie che ancora oggi mancano, un elemento importante per attrarre risorse.

Per quanto riguardo il Sociale ci sembra positivo che le politiche sociali abbiano come finalità il sostegno alla famiglia. Probabilmente anche l'Amministrazione comunale si è resa conto che gli interventi settoriali, anche se mirati, per gli anziani, i minori ecc. hanno una reale efficacia solo se inseriti nel contesto famigliare.

Secondo l'UDC, infatti, la famiglia deve essere riconosciuta come soggetto sociale fondamentale, attore di responsabilità e coesione sociale. La famiglia non deve essere più considerata oggetto di assistenza, ma risorsa sulla quale è necessario investire. Il principio guida di una vera politica famigliare, secondo l'UDC, è quello di sussidiarietà che riconosce e restituisce alla famiglia il suo protagonismo e la sua qualità di risorsa primaria per la società.

Qualche indicazione, in questo senso, è possibile trovare nel programma delle politiche sociali per il 2008 per quanto attiene alle politiche abitative, al sostegno del reddito con il sistema di agevolazioni sulla TARSU ( per la quale abbiamo attivamente contribuito a redigere il nuovo regolamento dopo che era stato ritirato quello presentato dalla Amministrazione per evidente contraddizione con l'obiettivo che voleva raggiungere) e sul Gas-metano (come da noi richiesti), con l'abbattimento dell'ICI per le abitazioni a canone concordato e con l'istituzione del paniere sociale.

Ma non basta. Riteniamo, infatti, prioritaria una modifica dell'ISEE attraverso correttivi che già, in qualche modo, sono stati adottati per quanto riguarda il servizio della mensa scolastica e gli asili nido. Come tutti sappiamo, solo in Italia infatti nel calcolo ISEE il primo figlio ha un coefficiente pari a 0,47, il secondo 0,42, il terzo 0,39, dal quarto in poi 0,35. In Francia, il primo e il secondo figlio, hanno un coefficiente 0,5, tutti gli altri 1,00. Analoga la valutazione in tutti gli altri paesi europei.

Sono pertanto necessarie modifiche, compreso in caso di gravidanza la possibilità di inserire il nascituro nel nucleo famigliare in modo da non penalizzare le famiglie numerose. Abbiamo anche chiesto di estendere la gratuità dei servizi alle famiglie con parametro ISEE fino a 3.000, anche all'utilizzazione di strutture sportive a pagamento e l'abbattimento dell'ICI per famiglie composte da anziani.

Su questi argomenti, sulla ripartizione degli oltre 17.000 euro dell'addizionale del gas e dei proventi del passaggio al Comune del servizio del Catasto, siamo sin da ora disponibili a confrontarci con l'Amministrazione per una politica a sostegno delle famiglie e della genitorialità.

Per quanto riguarda il tema della sicurezza positive molte delle attività previste, come una maggiore repressione per la guida in stato di ebbrezza, il potenziamento dei sistemi di video sorveglianza, il potenziamento dell'organico della Polizia municipale, la presenza di un vigile nelle frazioni per avere un maggior controllo del territorio. Apprezzabile anche la previsione di una riduzione dei proventi della Polizia municipale, cioè delle multe, abbastanza sostanzioso (meno 370.000 euro rispetto alle previsioni 2007). Ciò fa ipotizzare un diverso utilizzo del corpo dei Vigili Urbani non solo in funzione repressiva, ma anche di cooperazione per la realizzazione di una città più sicura e ospitale. Auspicabile anche un incremento della attività di prevenzione soprattutto in collaborazione con le scuole e le famiglie.

Passiamo ad analizzare alcuni dati.

Dobbiamo purtroppo registrare un incremento della rigidità della spesa corrente (34%) dovuta all'ammortamento mutui e soprattutto alle maggiori spese per il personale causate non solo dalle assunzioni a tempo determinato, dall'applicazione del contratto, ma anche alla concessione di mega incentivi, soprattutto per i dirigenti, a fronte di risultati in alcuni casi piuttosto deludenti.

La spesa corrente pro capite è ancora aumentata (936,60 euro) ma, nonostante una sostanziale stabilità dell'intervento erariale la pressione tributaria pro capite (444,84 euro) è stata ridotta rispetto al 2007, superiore comunque a quella di Foligno che è di circa 415 €

Ancora una volta le entrate dei primi tre titoli (37.426.696 euro) non coprono le spese del titolo primo e del rimborso mutui (38.425.991 euro), quindi le spese correnti sono ancora una volta finanziate con le entrate relative agli oneri di urbanizzazione per quasi un milione di euro che vengono sottratti agli investimenti.

Ancora elevato il costo della Tarsu a fronte di un servizio scadente; come oramai tutti sanno siamo il fanalino di coda per la raccolta differenziata e l'ipotizzato 35 % per l'anno in corso appare una bella favola anche perché il farraginoso sistema poker messo in atto si sta rivelando fallimentare come i precedenti contenitori marroni.

Il problema appare di estrema gravità nonostante la proroga concessa dalla Regione per l'utilizzazione della discarica di S. Orsola. Ma per quanto tempo con i deludenti risultati conseguiti fino ad oggi? Nel 2008 la TARSU è rimasta inalterata: cosa accadrà quando la discarica sarà colma e saremo costretti a smaltire i rifiuti in siti lontani? Un danno economico esiste già ora in quanto non potremo usufruire dei cospicui incentivi previsti dalla Regione per i comuni più virtuosi (40% differenziata)

Come evidenziato anche nelle relazione dei Revisori dei conti, sarebbe necessario un maggior controllo sulle società partecipate, soprattutto per quanto riguarda la qualità dei servizi. Di fronte alla gestione “allegra” degli appalti concessi a trattativa privata da parte della VUS, alla proroga di alcuni di questi,per un importo raddoppiato, con una inadeguata corresponsione dei servizi offerti, è assolutamente necessario che venga espletato un approfondito e costante controllo analogo. Maggiori controlli sono necessari anche per l'Ase, troppo spesso, soprattutto il servizio di illuminazione pubblica, è carente; opportuna una maggiore attenzione alla regolare esecuzione delle opere pubbliche, in modo particolare delle strade la cui messa in opera lascia spesso a desiderare. Concordo anche con le osservazioni dei Revisori dei conti sulla necessità di monitorare e implementare la gestione del patrimonio comunale, i cui proventi per il 2008 dovrebbero essere di 1.212.887 euro e, soprattutto, con il suggerimento di una costante attenzione per l'acquisto dei servizi per la gestione ordinaria anche attraverso una maggiore utilizzazione delle risorse interne.

Si può e si deve spendere di meno: Spoleto investe il 29,5 % delle risorse per la gestione della macchina comunale Foligno il 25,00 %. La difficoltà della situazione economica nazionale e locale impone anche a noi di contenere le spese. Eliminare tutte le possibili situazioni di sperpero del denaro pubblico è un dovere del buon amministratore.

IL CAPOGRUPPO CONSILIARE UDC Pina Silvestri


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