“Opus & Light”, alla Madonna del Pozzo espone Tonina Cecchetti "P.G.R. 2018" - Tuttoggi.info

“Opus & Light”, alla Madonna del Pozzo espone Tonina Cecchetti “P.G.R. 2018”

Redazione

“Opus & Light”, alla Madonna del Pozzo espone Tonina Cecchetti “P.G.R. 2018”

Inaugurazione, mercoledì 28 novembre | Installazione site-specific visibile ad orario continuato, giorno e notte fino al 28 dicembre
Mar, 27/11/2018 - 09:22

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Nuovo capitolo del progetto  “Opus & Light”. Al Museo Madonna del Pozzo, Porta Monterone 5 (28 nov. – 28 dic. 2018), arriva Tonina Cecchetti con P.R.G. 2018.

Progetto di Studio A’87 – con il patrocinio di Palazzo Collicola Arti Visive e Comune di Spoleto
Inaugurazione / mercoledì 28 novembre 2018 (ore 17:00 – 19:00)
Installazione site-specific visibile ad orario continuato, giorno e notte fino al 28 dicembre 2018

Legenda:

Alla Chiesetta “Museo Madonna del Pozzo”, ci si ferma per vedere o per pregare / Ci si ferma per ammirare l’affresco dedicato e per vedere il pozzo / A volte si chiede una grazia / Mi sono soffermata tante volte: per vedere le “offerte” artistiche che hanno pensato, per quel luogo, gli artisti invitati e anche per chiedere una grazia / Perchè “era” un luogo per chiedere una grazia / L’acqua è una grazia / I Bambini sono una grazia / Se alcune parti del corpo umano sono doloranti, ci si rivolge per chiedere una grazia / Se queste parti guariscono le parti doloranti si trasformano in oro e si è ottenuta la grazia. P.G.R. / Per Grazia Ricevuta, è più di una scultura in terraglia invetriata e oro zecchino, collocata sull’altare dell’edicola / Le parti (prima doloranti) che hanno ricevuto la grazia, sono evidenziate in oro zecchino / Le sculture poggiano su cuscini in pizzo e raso, a testimoniare la preziosità dell’offerta data e del dono ricevuto / Intorno una miriade di fiori bianchi / I fiori sono di legno di balsa bianco (Ochroma pyramidale) estremamente leggeri e fragili / Leggera e fragile è l’individuo, la ceramica, il cuscino e la grazia.

Bio-Tonina Cecchetti

“Scultrice, realizza opere ieratiche quanto inquietanti. La sua raffinata tecnica di esecuzione si avvale di diversi materiali che vanno dal refrattario cerato all’argento, dal ferro alla maiolica alla stoffa ecc. Alle sue opere dà titoli frutto di ironici giochi linguistici, ponendo così l’osservatore do fronte allo spiazzante problema della corrispondenza del nome al soggetto”. Si diploma all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia in Pittura e successivamente in Scultura, ottenendo il massimo dei voti. Partecipa a mostre personali e collettive in Italia e nel mondo. Tra le principali esposizioni ricordiamo: Filigrane, Colloqui silenti, Figurazioni, Terra di Maestri. Artisti umbri del Novecento, Figure perturbanti, Vèstiti di vestiti, 8 scultrici in Fortezza, Migrazioni di Arte Contemporanea, Uit Noding Ing,Fi.ori, ri/posa/re, Italijos Keramika Ir Kùrybiskumas,, Ricchezza e Povertà, Vesti-ti, In Limine 20018, Keramikos, tenutesi in varie città tra le quali: Perugia, Assisi, Pechino (Cina), Spello, Milano, Vilnius (Lituania), Tarquinia, Anghiari, Roma, Firenze, Laren (Olanda), Gubbio, Los Angeles (USA), Viterbo… Hanno scritto, tra gli altri, su di lei: Giorgio Bonomi, Aldo Iori, Gian Carlo Bojani, Nino Caruso, Bruno Toscano, Antonio Carlo Ponti, Cristina Marinelli, Emidio De Albentiis, Sonia Zampini, Marinella Caputo, Sergio Guarente, Vita Funicelli, Luciano Marziano, Lorenzo Fiorucci.

“Museo_Madonna del Pozzo: dal 1998 i primi interventi, a cadenza mensile o bimestrale, di singoli artisti invitati da Studio A’87 a confrontarsi con la specificità del luogo e ad esprimersi liberamente secondo la propria poetica, anche in simbolici ex-voto o richieste di grazia. ll Padre Eterno dipinto nel soffitto, protegge questo piccolo museo dell’Umbria, impreziosito da un ciclo di affreschi che racchiude in sé un intero secolo della storia della pittura italiana (1493-1600) e protegge la bellezza della Madonna con Bambino e Santi dipinti nella parete frontale, “opera di Bernardino Campilio, ultimo pittore autoctono spoletino prima dell’avvento di Giovanni Spagna e di Jacopo Siculo, seguaci rispettivamente del Perugino e di Raffaello”.

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