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Opera S.Rita Roccaporena, Mons. Boccardo chiarisce i termini della crisi dell’Ente

Redazione

Opera S.Rita Roccaporena, Mons. Boccardo chiarisce i termini della crisi dell’Ente

Il Presule ai sindacati, "mai nessuno dell’Opera ha parlato di licenziamenti" | Intervenire presto per evitare chiusura | Tutte le proposte della Diocesi
Ven, 16/10/2015 - 12:17

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Si torna a parlare della crisi economica che sta attanagliando l’Opera Santa Rita di Roccaporena di Cascia.  Ieri, 15 ottobre, conferenza stampa presso la Curia Arcivescovile, alla presenza dell’Arcivescovo mons. Renato Boccardo, che dopo molte notizie di stampa e comunicati sindacali dei lavoratori dell’Opera, ha voluto chiarire i termini della vicenda.

Il Presule sottolinea come più volte sui giornali si è parlato di licenziamento dei dipendenti dell’Opera (22 persone per la precisione). “Mai nessuno dell’Opera ha parlato di licenziamenti”, chiarisce Mons Boccardo, sottolineando invece l’importanza dell’Opera diocesana di S. Rita in Roccaporena e la sua volontà nel far sì che questa benemerita istituzione prosegua la sua missione (accoglienza pellegrini, accoglienza ragazzi in difficoltà), adeguata però ai tempi odierni.

C’è un dato oggettivo che più di tutto evidenzia lo stato della crisi: le entrate dell’Opera non coprono più le uscite, e questo da anni. Il disavanzo è di circa un milione di euro, pari quasi alle spese annue per la gestione dell’Ente. L’Opera ha come entrate le offerte dei pellegrini che si recano a Roccaporena e quelle che giungono tramite la rivista Lo Scoglio di Roccaporena, “per poter risparmiare- aggiunge il vescovo- da nove numeri annui si è passati a tre, ma come è evidente, le offerte non sono un’entrata fissa, ma variabile. E in questo tempo di crisi c’è stato naturalmente un calo. Un altro capitolo di entrate sono gli affitti di qualche proprietà dell’Opera (proprietà acquisite negli anni grazie a delle eredità)”.

In questi ultimi anni si è fatto ricorso per quanto è stato possibile agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge, ma ora appare necessario e urgente intervenire, altrimenti si rischia la chiusura dell’Ente.

L’Opera dal mese di luglio in avanti ha proposto ai dipendenti alcune possibili soluzioni.

 Esternalizzazione dei servizi ad una cooperativa che avrebbe riassorbito i dipendenti. I dipendenti non hanno accettato e hanno risposto che, pur di non essere assorbiti da una cooperativa esterna, avrebbero costituito tra loro una cooperativa. L’Opera ha valutato percorribile questa soluzione. Poi, questa ipotesi è stata abbandonata dai dipendenti stessi.
Nel corso dei colloqui intercorsi è emersa la possibilità di alcuni prepensionamenti, con un modesto accompagnamento in denaro da parte dell’Opera, unitamente ad una riduzione del 20% dell’orario di lavoro dei dipendenti rimasti. Per i prepensionamenti l’Opera è in attesa di risposte; la riduzione del 20% non è stata accettata.

Inoltre le sigle sindacali che hanno firmato un comunicato lo scorso 14 ottobre sostengono che l’Opera non ha formalizzato nessuna proposta scritta. “La proposta scritta– spiega il Presule- come è nella normalità delle trattative, verrà formulata quando si è trovato un punto di incontro tra le parti. Inoltre, sempre in una trattativa in corso, non sembrerebbe opportuno uscire con dichiarazioni pubbliche, che non arrecano alcun beneficio ai lavoratori”
In questo stato di tensione tra le parti l’Arcivescovo è stato accusato di non aver voluto incontrare i sindacati. “L’Arcivescovo non è esperto di queste materie– aggiungono dalla Diocesi- e ha chiamato a rappresentarlo in questa vicenda un avvocato giuslavorista, che ha incontrato i rappresentanti dei sindacati già due volte”
Stesso tenore delle accuse per gli stipendi non pagati da mesi, dicono ancora i sindacati. “È vero che c’è un ritardo nel pagamento degli stipendi– puntualizza Mons. Boccardo- ma ciò è dovuto alla crisi economico-finanziaria in cui versa l’Ente con conseguente mancanza di liquidità”
I sindacati affermano, “Abbiamo proposto l’accesso dei lavoratori al contratto di solidarietà e riteniamo che questa via non solo sia percorribile, ma sia anche una soluzione che, seppure provvisoria, darebbe respiro, eviterebbe il licenziamento e permetterebbe all’ente di pianificare una soluzione di rientro… I lavoratori interessati stanno verificando le condizioni per alcuni prepensionamenti per i quali deve però essere accertata la fattibilità…da parte dell’Opera non c’è stata alcuna proposta scritta, concreta che ci desse la possibilità di discutere e controbattere, né la ricerca di soluzioni esterne, tranne prese di posizione verbali, irrigidimenti e dinieghi”.

Secondo il parere del legale chiamato dal Vescovo, sembrerebbe invece che l’Ente Roccaporena difficilmente potrà beneficiare del contratto di solidarietà, anche se si è ancora in attesa di alcune circolari esplicative da parte del Ministero. “Ma tutto questo  è stato comunicato alle sigle sindacali”, conclude Mons. Renato Boccardo.

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