Omicidio Meredith, venerdì sentenza Cassazione / Aggiornamenti - Tuttoggi.info

Omicidio Meredith, venerdì sentenza Cassazione / Aggiornamenti

Sara Minciaroni

Omicidio Meredith, venerdì sentenza Cassazione / Aggiornamenti

La difesa chiede l'annullamento della condanna per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, "200 errori nella sentenza"
Mer, 25/03/2015 - 11:47

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Si svolge in Cassazione l’udienza per il processo che vede imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio, avvenuto a Perugia nel 2007, della studentessa inglese Meredith Kercher.

Sentenza a venerdì. Venerdì mattina alle 9 si terrà l’udienza conclusiva del processo Meredith in Cassazione e prenderà la parola, come ultimo difensore, l’avvocato Giulia Bongiorno che difende Raffaele Sollecito. Poi i giudici della V Sezione penale entreranno in camera di consiglio e la loro decisione sarà pronunciata nella stessa giornata. Questa tabella di marcia è stata concordata tra il presidente del collegio Gennaro Marasca ed i difensori degli imputati.

Ore 15.30 “Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono colpevoli e vanno condannati per l’omicidio di Meredith Kercher”. Queste le conclusioni del sostituto pg di Cassazione, Mario Pinelli, davanti ai giudici della V sezione penale della Suprema Corte.  Nel corso della sua requisitoria, molto dettagliata, il rappresentante della Procura della Cassazione, Mario Pinelli, ha più volte sottolineato come il verdetto di condanna dell’appello bis, emesso nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher a carico di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, sia “pienamente osservante delle indicazioni ricevute dalla Cassazione” che in precedenza aveva annullato le assoluzioni dei due imputati.

Ore 11.oo Il giudice relatore Antonio Paolo Bruno, sta ripercorrendo tutte le tappe della vicenda. Al relatore è affidato anche il compito di elencare i motivi di ricorso presentati dai difensori dei due imputati contro la sentenza emessa il 30 gennaio 2014 dalla Corte di Assise di Appello di Firenze, in sede di rinvio e che ha emesso per Amanda una condanna a 28 anni e mezzo di carcere e per Raffaele a 25 anni. Sollecito aveva annunciato la sua presenza in aula presente accanto ai suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, già nei giorni scorsi.

200 errori e sviste. E’ un ricorso che evidenzia 200 tra “sviste, lapsus ed errori grossolani” della sentenza della Corte d’assise d’appello di Firenze quello presentato alla Cassazione dalla difesa di Raffaele Sollecito nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher. Con esso i legali chiedono l’annullamento della condanna subita dall’ingegnere pugliese.

I motivi del ricorso. Il ricorso si compone di 653 pagine e 144 allegati. E’ diviso per capitoli, dedicati a quelli che sono considerati gli errori dei giudici fiorentini che hanno inflitto 25 anni a Sollecito e 28 e sei mesi alla Knox. La difesa del giovane contesta la sentenza d’appello nella parte in cui sostiene la presenza di più soggetti nella casa del delitto sulla base delle tracce di sangue evidenziate con il luminol dalla polizia scientifica. Secondo i legali c’ è però un documento successivo degli stessi investigatori che esclude invece i reperti ematici. Per gli avvocati Bongiorno e Maori il collegio di secondo grado “si confonde” poi sull’impronta di scarpa insanguinata di Rudy Guede (che, giudicato con il rito abbreviato, sta scontando 16 anni di reclusione ormai definitivi) attribuita invece a un piede nudo della Knox. Si tratta della stessa traccia che venne ritenuta inizialmente delle calzature di Sollecito portando al suo arresto ma poi rivelatasi, “pacificamente” per i legali del giovane , dell’ivoriano.

Il Dna. Ampio spazio nel ricorso è poi dedicato alla prova genetica. In particolare al Dna di Sollecito, secondo l’accusa, trovato sul gancetto del reggiseno della Kercher. “Della questione – si sostiene nel ricorso – si è occupato autonomamente il mondo scientifico, ritenendo inaffidabile quella traccia”. Al termine del ricorso la difesa di Sollecito chiede l’annullamento della condanna. In via principale senza rinvio rendendolo cioè definitivo da subito, o in subordine rimandando il procedimento ad altri giudici per un nuovo esame.

Tutta la storia del processo

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