“La terra trema“, dal Salento all’Umbria, passando per tutto il centro Italia. A citare la pellicola del maestro Luchino Visconti, si ripercorrono due aspetti della vicenda del gasdotto Snam Brindisi-Minerbio, lungo quasi 700km. Si rievocano i movimenti di quella stessa terra, tra l’Abruzzo e l’Umbria, considerata zona ad alto rischio sismico, che il gasdotto dovrebbe attraversare. Ma soprattutto si ricordano le forti proteste di cittadini, istituzioni, sindaci stessi, che si svestono della fascia tricolore o si schierano contro Prefettura e forze dell’ordine.
Come accaduto a Melendugno, in provincia di Lecce, dove le proteste contro la Tap durano ormai da mesi. O come verificatosi a Sulmona, dove, a pochi giorni dal decreto del Consiglio dei Ministri pronunciatosi a favore della realizzazione della centrale di compressione Snam, il sindaco Casini, insieme ad altri 23 primi cittadini della zona, ha presentato le sue dimissioni.
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La carovana a Foligno e Norcia
La protesta fa così tremare la penisola e assume la forma di una carovana. Melendugno (Lecce), Brindisi, Pisticci (Bari), Campobasso, Sulmona, Foligno, Norcia, Fiastra, Minerbio, Bologna, Crema, Milano: queste le sue tappe, dove i manifestanti si riuniscono e organizzano incontri informativi contro “lo scellerato progetto Tap/Snam. Un tour che nasce dall’idea comune e dalla collaborazione di decine di associazioni italiane che denunciano da anni la pericolosità economica e ambientale del progetto”. La carovana, al grido di “né qui, né altrove“, slogan dei No Tap, si è dunque fermata in Umbria, a Foligno e Norcia, il 4 e il 5 gennaio. Incontri partecipati, alla presenza del geologo Francesco Aucone, che hanno suscitato diverse domande tra i presenti. Sembra che quell'”anno zero” di cui parlavamo alcuni mesi fa su queste stesse colonne, a seguito di altri incontri dei comitati avvenuti nella zona, sia stato superato, ci sia ora più consapevolezza tra i cittadini.
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“Una accoglienza che non ci aspettavamo”, raccontano dai Comitati. “Ci avevano detto che il problema Snam non è molto sentito a queste latitudini, invece abbiamo trovato associazioni e cittadini informati, per poi scoprire che c’è chi studia il problema già da oltre dieci anni. Molti sono stati gli interventi e tante le domande sugli aspetti tecnici, legali e soprattutto finanziari. A Norcia, abbiamo trovato accoglienza nello “Spazio Solidale 24”, fortemente voluto nell’assemblea di un anno fa tra BSA e Montanari Testoni, associazione di giovani e non di Norcia, che credono fortemente alla rinascita del loro paese Si prospettava una accoglienza fredda non solo da parte delle istituzioni, ma anche dalla popolazione. Invece no, troviamo ad attenderci tanta gente. Il container straborda di vita. C’è silenzio ed attenzione, anche qui scopriamo che c’è chi ha studiato e contrastato per dieci anni Snam. Anche qui parliamo e discutiamo, tutti insieme, del perché, in maniera furba, l’intero Corridoio Sud del Gas sia stato diviso in tanti tronconi”.
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A Sulmona, tra assemblee e dimissioni
Cartelli che richiamano all’assemblea pubblica contro il gasdotto Snam. O che campeggiano per la strade di Sulmona, in Abruzzo, con su scritto “No Tubo, No Snam. Resisteremo un minuto più di voi“. Nella cittadina, come a Foligno, e a Norcia, gli incontri continuano, anche insieme agli esponenti della carovana No Tap/Snam. “La centrale di compressione – ci dicono alcuni cittadini di Sulmona – dovrebbe essere realizzata in una vallata. Tra un monte e l’altro, in quella zona, non dovrebbero esserci più di 4 o 5 chilometri. Non si comprende perché un’opera del genere debba essere realizzata proprio lì, con un impatto paesaggistico del genere. E poi la zona di Sulmona è già attraversata da un altro gasdotto”. GUARDA LA MAPPA
E se la Regione Umbria si è pronunciata contro il passaggio del gasdotto, l’Abruzzo, già a novembre 2015, non è stata da meno. Nel suo parere negativo, ha dichiarato che “dare l’assenso alla centrale, sia pure a propulsione elettrica, significa automaticamente dare l’assenso anche al metanodotto, del quale la centrale è a supporto, con tutti gli impatti e i rischi che questa infrastruttura comporta, quali: rischio molto elevato, con conseguenze disastrose per l’intero territorio e per la salute umana, a causa di eventuali incidenti quali esplosioni ( vedi Mutignano di Pineto, 6 marzo 2015), connesse alla pericolosità del prodotto trasportato o a causa del possibile verificarsi di eventi sismici (le aree interessate dal tracciato del gasdotto sono in gran parte ad altissima sismicità); pregiudizio al valore ambientale, paesaggistico, archeologico e idrogeologico delle aree attraversate dal metanodotto; impatto idrologico e rischio di alterazione della falda idrica (in particolare nel Comune di Popoli, dove il metanodotto coinvolge le aree del bacino imbrifero del Gran Sasso)“. Nel parere del Consiglio Regionale abruzzese si parla anche di “pesanti limitazioni all’attività agricola, caratterizzata da coltivazioni di pregio (aglio rosso, frutteti, vigneti, uliveti); danni consistenti alle opere di irrigazione e di miglioramento fondiario (opere del Consorzio di Bonifica e opere di canalizzazione realizzate dai Celestini molti secoli fa); sensibile deprezzamento del valore immobiliare dei terreni e svalutazione del patrimonio immobiliare presente nelle vicinanze dell’infrastruttura“.
Decreto congelato
Intanto però è stato per il momento congelato il decreto per la realizzazione della centrale di compressione Snam a Sulmona. La decisione è stata presa durante l’incontro tra il sindaco della cittadina, Annamaria Casini, a Palazzo Chigi, accompagnata dagli altri sindaci dimissionari dell’Abruzzo. Presente all’incontro anche il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale d’Abruzzo Mario Mazzocca, e il consigliere politico del Presidente del Consiglio, Gabriele De Giorgi.
I primi cittadini hanno chiesto la revoca della delibera ministeriale del 22 dicembre, evidenziando la contraddizione tra la realizzazione della centrale Snam e l’inserimento di Sulmona, unica città abruzzese, nel programma di Casa Italia sulla prevenzione sismica. La delegazione dei sindaci tornerà nella capitale lunedì 8 gennaio.
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