Di Sergio Grifoni (*)
Signor Sindaco, il sottoscritto Consigliere Comunale è intervenuto più volte sulle problematiche relative alla modalità di raccolta della nettezza urbana. Ho denunciato, per esempio, la “cresta” che il Comune fa sull’imposta applicata ai cittadini che, rapportata all’esborso dovuto alla VUS, fa maturare un notevole utile che, invece di essere utilizzato per diminuire le tasse alle famiglie ed agli operatori economici, viene impegnato non si sa come.
Ho più volte invitato codesta Amministrazione ad abbandonare la riscossione dei rifiuti con il sistema TARSU, ovvero una tassa applicata secondo la superficie dell’abitazione o dell’immobile in genere, per passare a quella della TIA, ovvero pagamento secondo l’effettivo consumo di rifiuti (sistema previsto tra l’altro per legge ed utilizzato dai più). Non solo sono stato sempre inascoltato, ma da mesi queste mie denunce stanno all’ordine del giorno del Consiglio Comunale ma, guarda caso, non si riesce mai a discuterle.
Con la presente interpellanza vengo ora a chiedere a codesta spettabile Amministrazione delucidazioni circa la regolarità dell’applicazione della TARSU stessa. A quanto risulta allo scrivente, la suddetta tassa, risulterebbe inapplicabile ed illegittima. Se così dovesse risultare, significa che qualsiasi contribuente potrebbe avanzare regolare ricorso per richiedere il rimborso di quanto pagato o applicato.
Spiego il perché. Il decreto Legislativo n° 22 del 5 febbraio 1997, abrogava di fatto la TARSU ed invitava i Comuni all’adeguamento di una nuova normativa, chiamata appunto TIA. Contestualmente, con il Decreto Ronchi, si dispose in proposito un regime transitorio, demandandone la relativa disciplina alla normativa secondaria. Tale proroga è stata applicata, con vari Decreti, di anno in anno. Con ultimo atto legislativo (art. 1, comma 184, L. n° 296 del 27/12/2006), la TARSU ha beneficiato di una ennesima proroga, scaduta però nel 2009. Nessuna proroga, secondo lo scrivente, sembrerebbe essere stata adottata nell’anno 2010. I Comuni, compreso il nostro, in assenza della stessa, in base all’articolo 23 della Costituzione, avrebbero dovuto soprassedere all’applicazione della TARSU, per passare direttamente alla TIA. Tutto ciò perché non esisterebbe più alcuna norma di fonte primaria tale da legittimare l’applicazione della relativa legge (D.L. 507 del 15/11/1993).
Se questi miei timori dovessero trovare riscontro normativo e legislativo, tutti i regolamenti emanati ultimamente in materia, dovranno essere considerati nulli. Ciò starebbe a significare che il Comune di Spoleto, non essendo passato in regime di TIA, non poteva prevedere nel bilancio di previsione un introito maturabile attraverso la TARSU, tassa non più applicabile. Quindi, ribadisco, ogni cittadino starebbe nel diritto di avanzare richiesta di rimborso.
Qualora la presente denuncia dovesse trovare fondamento, gradirei conoscere in che modo e con quali atti codesta Amministrazione intenderà affrontare il problema. Mi piacerebbe sapere inoltre se esiste la volontà, soprattutto alla luce di quanto su ipotizzato, di passare finalmente da un regime di riscossione TARSU, a quello TIA. Chiedo cortesemente risposta scritta e discussione in Consiglio Comunale.
(*) Consigliere comunale Prima Spoleto-Udc