MORTI SUL LAVORO: PER LA CONFERENZA EPISCOPALE UMBRA SONO "MARTIRI". RICHIAMO ALLA POLITICA E AL SINDACATO. IL DOCUMENTO - Tuttoggi.info

MORTI SUL LAVORO: PER LA CONFERENZA EPISCOPALE UMBRA SONO “MARTIRI”. RICHIAMO ALLA POLITICA E AL SINDACATO. IL DOCUMENTO

Redazione

MORTI SUL LAVORO: PER LA CONFERENZA EPISCOPALE UMBRA SONO “MARTIRI”. RICHIAMO ALLA POLITICA E AL SINDACATO. IL DOCUMENTO

Gio, 06/03/2008 - 15:18

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I Vescovi della Conferenza Episcopale Umbra

Sentiamo il bisogno di partecipare, anche come vescovi, a questo lutto collettivo che si sta rinnovando ripetutamente nella nostra Italia, con il contributo anche della nostra Umbria che ha visto già otto morti nei primi mesi dell’anno. Tutte le morti fanno soffrire (e pensiamo a quelle inumane dei fanciulli di Gravina, o a quelle di Erba, e a tante altre che si vanno consumando frequentemente e delittuosamente tra le mura familiari); ma quelle degli operai che trovano la morte là dove stanno guadagnando onestamente il pane per sé e per la famiglia, e cioè nel tempo e nel luogo della loro fatica, ci feriscono ancor più dolorosamente.

Già partecipammo a dicembre alla manifestazione degli operai per richiedere l’attenzione di tutti sul problema della sicurezza nel lavoro.

Intendiamo partecipare di nuovo, rinnovando anche noi la richiesta, per quel che può valere, di quelle leggi e accorgimenti ispettivi e preventivi che rendano più sicuro il lavoro, anche attraverso chiari standard di sicurezza. Nulla certamente può sostituire l’autocontrollo e il controllo reciproco degli stessi operai incaricati a questo servizio. Riteniamo però che siano sempre più necessari corsi di preparazione professionale per coloro che entrano nel mondo complesso del lavoro (immigrati, giovani, inoccupati…), ma anche una concertazione e un coordinamento efficace delle responsabilità ispettive e di controllo, oggi disperse tra una miriade di competenze che determinano ritardi e disparità di trattamento.

È parimenti necessario un intervento più celere per liquidare eventuali risarcimenti, ed evitare ulteriori inutili sofferenze. Dicendo questo stiamo forse invadendo ambiti che non sono di nostra competenza; e tuttavia c’è anche un’etica del lavoro che non tollera disattenzioni colpevoli, ma sempre esige rispetto e amore per la vita e le persone. Mentre rinnoviamo la nostra partecipazione al dolore collettivo per queste sofferenze, auspichiamo una particolare attenzione di tutte le forze politiche e sindacali per i martiri del lavoro e per le loro famiglie.


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