Morta a Onelli, gli interrogativi sull'assistenza alle due disabili

Morta a Onelli, gli interrogativi sull’assistenza alle due disabili

Massimo Sbardella

Morta a Onelli, gli interrogativi sull’assistenza alle due disabili

Sab, 18/02/2023 - 11:36

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Eseguita l'autopsia sul corpo della persona deceduta | Le indagini dei carabinieri sull'utilizzo di quella casa ora sotto sequestro

E’ sotto sequestro la piccola abitazione abitazione a Onelli, frazione di Cascia, dove giovedì mattina è morta la disabile di 58 anni dopo che, quando era in fin di vita, la badante ha chiamato i soccorsi, rivelatisi ormai inutili. La badante, L. F. di Contigliano (comune del Reatino, zona da cui provenivano anche le due disabili) è indagata per maltrattamenti. E questo per i lividi trovati sul corpo della donna morta, su cui lunedì sarà effettuata l’autopsia disposta dal pubblico ministero Andrea Claudiani, che indaga sui tanti punti oscuri di questa vicenda.

Alcuni lividi sono stati però trovati anche sul corpo dell’altra donna, disabile psichica, che viveva in quella casa, poi portata all’ospedale di Terni per accertamenti. L’iscrizione nel registro degli indagati della badante che viveva con loro è giustificata dai primi rilievi effettuati dai sanitari che hanno soccorso le due donne, dalle testimonianze raccolte dai carabinieri – chiamati proprio dal medico intervenuto – e per dare la possibilità all’unica donna al momento indagata di poter seguire gli esami, a partire dall’autopsia, con un proprio consulente si parte.

Ma le indagini non si limitano a stabilire le cause della morte della disabile. Gli inquirenti vogliono infatti capire come mai le due disabili – e la donna che era con loro – fossero finite in quella casa di Onelli, posta sotto sequestro. Una casa senza riscaldamento a metano – l’ambiente era riscaldato solo da una stufa a legna – e certamente scomodo per ospitare due persone con simili patologie.

Al Comune di Cascia nessuna delle tre donne risulta residente. Né sembra siano state fatte domande per l’utilizzo di quell’immobile come residenza protetta.

Le tre donne non avevano praticamente rapporti con i pochi abitanti del paese. Ed è quindi da chiarire anche chi portasse loro il cibo e l’occorrente, dato che, sempre secondo le prime testimonianze raccolte, non sembra avessero la disponibilità di un’auto, necessaria per raggiungere Cascia per recarsi a fare la spesa ed altri acquisti.

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