Medici e anestesisti: "non siamo messi in condizione di lavorare in un ambiente adeguato" - Tuttoggi.info

Medici e anestesisti: “non siamo messi in condizione di lavorare in un ambiente adeguato”

Redazione

Medici e anestesisti: “non siamo messi in condizione di lavorare in un ambiente adeguato”

Lun, 18/12/2023 - 13:05

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Sanità pubblica sotto attacco, a Perugia la conferenza stampa sullo sciopero nazionale indetto da Cisl Medici Umbria, AAROI-EMAC, FASSID e FVM

“Da oggi apriamo una battaglia sul cambiamento e sul miglioramento, non siamo messi in condizione di lavorare in un ambiente adeguato”. A Perugia conferenza stampa promossa da Cisl Medici Umbria, Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica, Federazione Aipac Aupi Simet Sinafo Snr Dirigenti, Federazione Veterinari Medici e Dirigenti Sanitari per illustrare i motivi dello sciopero nazionale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari del Servizio Sanitario Nazionale contro la legge di bilancio “che premia gli evasori e distrugge il diritto alla cura e la tutela della salute”. Tra le criticità la mancata applicazione del contratto nazionale, l’attacco alle pensioni, il riordino della rete ospedaliera, le scarse risorse destinate al servizio sanitario pubblico che determinano la fuga verso il privato, dei pazienti e dei professionisti del settore sanitario in cerca di maggiore gratificazione dal punto di vista economico.

“I professionisti – ha spiegato Tullo Ostilio Moschini, segretario regionale generale Cisl Medici Umbria – non si sentono valorizzati e anzi vengono mortificati nel loro lavoro. Il sistema non si regge più, dalle liste d’attesa infinita alle mancate risorse che dimostrano un problema prima di tutto di concetto. Vogliamo tutelare il sistema pubblico o no? Il privato è integrativo o sostitutivo? Il Psr è fermo da due anni, così come il turnover di dirigenti generali e facenti funzione. Manca una rete di strategia politica tra regioni e aziende, ci sono delibere che si contraddicono. Se nella precedente amministrazione la situazione era stagnante, adesso è inconcludente. Oggi apriamo una battaglia sul miglioramento perchè non siamo messi in condizione di lavorare in un ambiente adeguato. O si cambia o andiamo a casa”.

Inflazione galoppante, potere d’acquisto leso, – ha spiegato Giovanni Lovaglio, Federazione Veterinari Medici e Dirigenti Sanitari – il tetto del personale che porta l’esodo dei colleghi. Inoltre mancata applicazione contratti e fuga verso la sanità privata. L’attacco alle pensioni con l’art 33 depositato stanotte è un danno gravissimo anche per chi rientrava nei parametri della legge Fornero e che avrà grosse penalizzazioni, alla faccia di quota 41 promessa da qualcuno. Una questione che si riflette anche a livello locale dove soffriamo la mancata uscita del Piano sanitario regionale. Si parla di riordino della rete ospedaliera, saremmo contenti visto che abbiamo sempre avuto un atteggiamento collaborativo. Ma le risorse per la prevenzione sono ancora insufficienti e se non si investe in prevenzione l’effetto è portare la gente a rivolgersi al privato. Le case della salute programmate per la Regione Umbria sono otto, ma non arriviamo ancora a due”.

Alvaro Chianella, Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica: “L’azione di protesta è una scelta estrema ma inevitabile. Il contratto scaduto al 31 dicembre 2021 che ancora non è effettivo crea una situazione di grande malessere e l’attacco alle pensioni è l’ultimo colpo, chi aveva certezze con il riscatto laurea deve ripensarci pena una forte penalizzazione. Per questo siamo qui e non escludiamo altre iniziative”.

Roberto Ferranti, Federazione Aipac Aupi Simet Sinafo Snr Dirigenti: “Personale sanitario costantemente sotto organico, blocco delle assunzioni, mancate risorse. Tutto questo crea carenze di professionisti che viene risolta allungando l’età pensionabile. Addirittura qualcuno ha parlato di mandare in pensione a 75 anni. Però si spendono fiumi di soldi per pagare gettonisti che costano 150 euro l’ora per lavori di estrema importanza in emergenza urgenza in Pronto soccorso. Ecco spiegato lo scadimento delle prestazioni e la fuga di professionisti verso il privato. Si tratta di scegliere se mantenere un servizio universalistico e solidale oppure continuare a togliere un mattone dopo l’altro e far crollare la sanità pubblica”.

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