Lettera sfogo di un artigiano trevano contro il 'sitema Italia' - Tuttoggi.info

Lettera sfogo di un artigiano trevano contro il ‘sitema Italia’

Claudio Bianchini

Lettera sfogo di un artigiano trevano contro il ‘sitema Italia’

Un 'disagio telematico' con l'Inps gli costa serie di multe per totali cinquemila euro
Mer, 15/10/2014 - 15:21

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“Dopo sedici anni di lavoro artigiano svolto con passione, onestà e sacrifici, sto seriamente valutando l’eventualità di chiudere la mia attività di panetteria e pizzeria”.

Comincia così la lettera-sfogo di un artigiano di Trevi, che ha deciso di raccontare la sua storia a mezzo stampa per lanciare un grido alle istituzioni ed un avvertimento ai cittadini-contribuenti.

“Ho subìto la ‘botta finale’ – scrive il signor Sante Fioretti – in un periodo di assoluta crisi. Due ispettori dell’Inps, sicuramente ligi ai propri doveri, mi hanno elevato un verbale che sta comportando sanzioni a cascata per oltre cinquemila euro – fa sapere – per un solo episodio in cui, dopo tre vani tentativi di inserirmi nel sistema informatico, ho rinunciato ad attivare un voucher da cinquanta euro, mediante il quale mi avvalgo della collaborazione, nei pochi giorni di maggiore impegno – specificia – di una mia giovane nipote. Infatti – prosegue – il mio piccolo esercizio non giustifica un dipendente stabile e neppure part-time”.

Il panettiere trevano riporta ulteriori particolari.

“E’ vero, non sono ricorso ad internet per rimediare, e questa mia mancanza mi ha condannato alla figura di evasore fiscale e datore di lavoro in nero – ammette Fioretti – con la legge non si scherza, e loro l’hanno applicata alla lettera, anzi pare mi abbiano anche gratificato del minimo, in quanto il massimo della sanzione sarebbe di oltre 15mila euro”.

“Agli stessi ispettori non sarà stato difficile accertare che la mia attività si svolge in un contesto familiare, in una frazione di pochi abitanti, lontano mille miglia dai presunti guadagni che gli studi di settore pretenderebbero. Tiro avanti – si legge nell’accorata lettera – provengo da una famiglia di lavoratori onesti, accontentatisi del poco che hanno sempre avuto, e non hanno potuto certo insegnarmi a rubare o frodare. Ma comunque ho un numero di matricola, e questo è quanto interessa al fisco e agli enti per massacrarmi di tasse, tributi e sanzioni”.

“Dal basso delle mie ‘delittuose colpe’ – ironizza sarcasticamente – il sottoscritto, insieme a tanti miei colleghi nelle stesse condizioni,  ringraziamo sentitamente il governo di turno e tutto il ‘sistema Italia’ che ci stanno mandando a fondo”.

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