Un percorso forestale, che la Comunità Montana della Valnerina si appresta a realizzare sul colle Puro a Serravalle di Norcia, darà finalmente il via all'atteso recupero dell'antico eremo di San Claudio.
Grazie a questo primo e indispensabile intervento, l'arcidiocesi di Spoleto-Norcia potrà finalmente eseguire i lavori di ristrutturazione e restauro del complesso sacro che versa in condizioni di estremo degrado e pericolo, tanto da minacciare il crollo definitivo sulla statale sottostante. Un percorso che svolgerà, dunque, la duplice funzione di servizio ai boschi e di accesso al luogo sacro.
Il riassestamento della strada (che da pochi giorni ha ottenuto l'approvazione della commissione urbanistica del comune di Norcia ed è in attesa del definitivo vaglio della Soprintendenza) sarà
possibile anche per la disponibilità di alcune famiglie originarie del luogo che hanno acconsentito ad attraversare i beni di loro proprietà e per la collaborazione della Regione dell'Umbria, assessorato all'agricoltura, che ha sovvenzionato una parte del tracciato, mentre l'altra parte sarà a carico della Comunità Montana.
La sistemazione del tragitto darà la possibilità di trasportare i materiali edilizi a San Claudio, agevolandone il recupero, dopo che per tanti anni l'abbandono, l'incuria e l'inaccessibilità, uniti alle scosse sismiche, hanno messo a dura prova questo centro di importante valore religioso e culturale.
Il complesso, ben visibile dalla strada che scende da Cascia, è formato da una chiesa addossata alla roccia con campanile trecentesco e da una costruzione a volta a cui si appoggia una muratura con una serie di caratteristiche aperture ad arco.
L'imponente complesso di San Claudio ha avuto origine, come testimonia il nome, da insediamenti eremitici risalenti al quinto secolo e nel corso del tempo è stato alle dipendenze dall'abbazia di S.Eutizio in Piedivalle di Preci.
La chiesa, costruita al di fuori delle vie di comunicazione, era stata parrocchiale di Serravalle e all'interno conservava sei altari e affreschi del 1500, attribuiti alla scuola degli Angelucci di Mevale.
La suggestiva posizione la inserisce a pieno titolo in un ideale itinerario delle maggiori testimonianze benedettine in Valnerina che, partendo dall'abbazia di San Pietro in Val Suppenga a Ferentillo, passa attraverso San Felice e Mauro in Val di Narco, prosegue con la chiesa dell'Eremita a Piedipaterno e termina a Sant'Eutizio, da dove si raggiunge Norcia, patria del Santo.