Le opposizioni litigano, Tesei deve guardarsi dal fuoco amico - Tuttoggi.info

Le opposizioni litigano, Tesei deve guardarsi dal fuoco amico

Massimo Sbardella

Le opposizioni litigano, Tesei deve guardarsi dal fuoco amico

Scontro a 5 stelle De Luca - Lucidi, civici in ordine sparso, vecchie ruggini e sirene renziane sul Pd
Mar, 26/11/2019 - 12:44

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I distinguo di Vincenzo Bianconi, il divorzio con Andrea Fora, le vecchie e nuove ruggini all’interno del Pd (dove incombe il passaggio alle truppe renziane di Italia Viva), le scintille a cinque stelle che da Terni arrivano fino a piazza Italia a Perugia, tra Thomas De Luca e Stefano Lucidi. Insomma, sembra che le insidie maggiori, per la neo governatrice Donatella Tesei, potranno arrivare più dalle frizioni all’interno della Lega che dall’opposizione. Anzi, dalle opposizioni. Perché fallito l’esperimento “giallorossocivico”, il fronte comune anti destra, a dispetto di quanto chiedono nelle piazze le Sardine, si è già sfaldato senza neanche attendere la prima seduta del Consiglio regionale.

Stelle e scintille

Potrebbero incontrarsi tranquillamente in un bar di Terni, davanti a un cappuccino (o forse, meglio, una tazza di camomilla) il senatore Stefano Lucidi e il neo consigliere regionale Thomas De Luca, l’unico a rappresentare il Movimento 5 stelle a Palazzo Cesaroni. E invece, preferiscono discutere sui social. Segno di trasparenza, si dirà, per un Movimento che un tempo mandava le proprie riunioni in diretta streaming.

Per il momento, quello che “traspare”, è che le ferite,, dopo il tonfo alle urne e i tanti “io l’avevo detto” circa l’opportunità di allearsi con il Pd, sanguinano. E tanto.

Ad innescare la social polemica tra il senatore e il consigliere, le dichiarazioni con cui Vincenzo Bianconi ha rifiutato la carica di portavoce dell’opposizione. “Il consigliere regionale Vincenzo Bianconi ha fatto bene a rifiutare la proposta di essere nominato portavoce della coalizione di opposizione” scrive tempestivamente Lucidi in una nota emessa subito dopo l’annuncio dell’ex candidato presidente.

Per Lucidi, non ci deve essere un portavoce dell’opposizione, perché una coalizione di opposizione non c’è. “Non mi risulta che l’ingresso in consiglio regionale abbia sancito anche una coalizione di opposizione”, prosegue la nota del senatore pentastellato. Che sottolinea ancora: “E sicuramente non c’è stato all’interno del nostro Movimento nessun passaggio politico che abbia stabilito nel merito quali passi intraprendere e quali soluzioni adottare”. Lucidi ricorda che sul punto non c’è stato alcun confronto all’interno del M5s: “Bianconi era un candidato civico e non può essere considerato automaticamente portavoce anche di partiti e movimenti politici”.

Il senatore conclude la sua nota con un chiarimento che appare un messaggio rivolto a De Luca: “Ritengo questo passaggio molto importante perché una collocazione o meno del nostro MoVimento all’interno del Consiglio Regionale diversa da quanto accaduto fino ad ora è e deve essere una scelta condivisa da tutto il Movimento 5 Stelle”.

E infatti a stretto giro arriva la replica di De Luca: le dichiarazioni di Lucidi sulla questione portavoce dell’opposizione “non rappresentano in alcun modo la posizione del M5s Umbria, né del capo politico o di alcun livello direttivo”. Una posizione che De Luca dice chiaramente di non condividere, non ritenendola tra l’altro “rappresentativa della comunità o di altri livelli“.

E invita Lucidi a leggersi i regolamenti ed a studiare la prassi istituzionale del Consiglio regionale. Invitando Lucidi, soprattutto, a noninterferire in modo inopportuno in una delicata fase di assetto organizzativo delle opposizioni“.

De Luca ritiene che il portavoce dell’opposizione debba esserci. Tanto più che il Pd potrebbe ora offrire proprio a lui tale carica, così da togliersi anche dall’imbarazzo di nuove fratture tra vecchia e nuova guardia. Altrimenti, De Luca avrebbe comunque un ruolo “di coalizione”, con la presidenza della Commissione garanzia.

Al post “acerbo” di De Luca risponde subito Lucidi. Il quale informa di aver chiesto a De Luca se anche lui avesse votato la proposta di investire Bianconi del ruolo di portavoce, senza ottenere risposta. E gli pone quindi 5 domande, riassumibili con una sola: De Luca ha intenzione di rapportarsi con il M5s o vorrà svolgere il proprio ruolo a titolo personale? “Non devi informare me, ma il movimento in Umbria” conclude Lucidi rivolgendosi al consigliere regionale. Un quesito di non poco conto, considerando che qualora, strada facendo, De Luca decidesse di aderire al Gruppo misto o a un altro dei gruppi costituiti, il Movimento 5 stelle sparirebbe dall’Assemblea legislativa dell’Umbria.

Il gruppo civico si è sfaldato

E con l’alleanza Pd-M5s si è sfaldato il gruppo civico che di quella anomale alleanza giallorossa in Umbria era il collante (o la foglia di fico, a seconda dei punti di vista). Andrea Fora e Vincenzo Bianconi non costituiranno infatti un gruppo unico. Per dare voce alle istanze civiche da lui rappresentate, ha argomentato Bianconi. Che siederà nel Gruppo misto. Sperando di spostarsi nello scranno più in alto, quello della vice presidenza che spetta all’opposizione.

Posto al quale guardava anche Andrea Fora, come ricompensa per essere stato sacrificato nel ruolo, assegnato in estate e poi sottratto a settembre per far posto a Bianconi, di candidato presidente. Il posto in Consiglio regionale, passando però dalle urne, Fora l’ha ottenuto comunque, sudandoselo. Ma ora, al cospetto della pattuglia di 5 rappresentanti del Pd, vorrebbe contare qualcosa di più.

Pd, tra vechcia e nuova guardia

Ma il Pd, che con le elezioni ha perso tutte le cariche che contano nei Palazzi della politica regionale, rivendica per sé la vice presidenza dell’Assemblea. Posto per il quale è favorita Simona Meloni, che si è piazzata subito dietro a Tommaso Bori nella conta delle preferenze. E davanti a Fabio Paparelli e Donatella Porzi, gli unici superstiti della precedente legislatura. Dove tra l’altro hanno svolto incarichi istituzionali di primo piano: rispettivamente la vice presidenza della Giunta (poi presidenza come facente funzioni dopo le dimissioni di Catiuscia Marini) e di presidente dell’Assemblea legislativa e del Calre.

Uno scontro tra vecchia e nuova guardia (tra l’altro senza che gli opposti schieramenti siano omogenei al loro intorno) nel quale potrebbero incunearsi le sirene renziane.

Insomma, al momento Donatella Tesei deve temere di più le voglie di vendetta covate da qualcuno dei suoi.

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