Sono 5.610 le assunzioni programmate dalle imprese umbre nel mese di marzo e 16.290 quelle previste per il trimestre marzo-maggio. La crescita rispetto allo scorso anno si attesta a +4,7% per il mese e +3,8% per il trimestre. A trainare la domanda di lavoro sono i servizi e le costruzioni, mentre il manifatturiero mostra stabilità.
Il Bollettino Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, conferma il trend positivo del mercato del lavoro umbro, pur evidenziando una criticità crescente: più di un’assunzione su due è difficile da coprire per carenza di profili qualificati. “L’occupazione in Umbria è in crescita – dice Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria – ma la difficoltà di reperire lavoratori qualificati continua a rappresentare un ostacolo per lo sviluppo delle imprese. Con oltre il 54% delle assunzioni difficili da coprire, diventa urgente rafforzare le strategie per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Servono percorsi di formazione più mirati, incentivi per le aziende che investono in competenze e programmi di orientamento già nelle scuole, affinché i giovani possano entrare nel mondo del lavoro con le giuste qualifiche. Inoltre, è fondamentale rafforzare le agevolazioni fiscali per le imprese che stabilizzano i contratti a termine, favorendo così una maggiore continuità occupazionale. Le istituzioni locali e nazionali stanno lavorando in questa direzione, ma serve uno sforzo condiviso tra pubblico e privato per garantire un mercato del lavoro più dinamico ed equilibrato. La crescita dell’occupazione deve andare di pari passo con la creazione di opportunità stabili e sostenibili nel lungo periodo. Si tratta di questioni ormai essenziali non solo per la quantità dello sviluppo, ma per la sua qualità sia economica che sociale”.
Excelsior, il termometro del mercato del lavoro
Il Sistema Informativo Excelsior è divenuto uno strumento di riferimento per l’analisi del mercato del lavoro in Italia. Ogni mese, attraverso interviste a oltre 100mila imprese, fornisce dati sulle assunzioni previste, le figure professionali ricercate e le difficoltà di reperimento. L’obiettivo è supportare le politiche attive del lavoro con dati aggiornati e affidabili.
L’Umbria tra crescita e difficoltà di reperimento
Nel mese di marzo, il 16% delle imprese umbre prevede nuove assunzioni, in linea con la media nazionale. Le assunzioni si concentrano nei servizi (64%), seguiti da manifatturiero e costruzioni. A livello nazionale, sono 456mila i contratti previsti a marzo e oltre 1,4 milioni quelli del trimestre (+2,8% rispetto all’anno precedente).
La difficoltà di reperimento di personale qualificato resta un problema serio: il 54% delle imprese umbre segnala problemi nel trovare candidati idonei, un dato superiore alla media nazionale (48,2%). Tra le figure più difficili da trovare spiccano ingegneri, tecnici della gestione dei processi produttivi e fabbri ferrai.
Uno degli ostacoli principali è la necessità di esperienza pregressa: il 63% delle assunzioni programmate richiede competenze specifiche o esperienza nel settore. Questo fattore rende ancora più difficile l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, evidenziando il bisogno di programmi di formazione mirati.
Un ulteriore elemento da considerare è la crescente quota di assunzioni rivolte a lavoratori immigrati. In Umbria, il 22% delle imprese prevede di ricorrere a personale straniero per coprire le posizioni vacanti, una percentuale superiore alla media nazionale. Questo fenomeno si registra soprattutto nei settori dei servizi operativi, della logistica e delle costruzioni.
I settori più colpiti dalla difficoltà di reperimento del personale
Alcuni settori sono particolarmente colpiti dal problema della carenza di manodopera qualificata. La difficoltà di reperimento raggiunge il 66,5% per dirigenti e tecnici, mentre per i tecnici della salute si arriva addirittura all’84%. Tra le figure più ricercate ma difficili da trovare emergono fabbri ferrai e saldatori (75,7%), fondamentali per il settore manifatturiero e delle costruzioni.
Perugia e Terni: i dati provinciali
- Perugia: 4.400 assunzioni previste a marzo e 12.530 nel trimestre. Il 65% delle entrate si concentra nei servizi, il 70% riguarda imprese con meno di 50 dipendenti. Solo il 12% delle assunzioni è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, contro una media nazionale del 17%.
- Terni: 1.210 assunzioni a marzo e 3.760 nel trimestre. Il 58% riguarda i servizi, il 70% delle aziende assumenti ha meno di 50 dipendenti. Qui il 13% delle assunzioni è destinato a figure qualificate e il 26% ai giovani under 30.
Un aspetto da evidenziare è la maggiore difficoltà di reperimento nella provincia di Terni, dove il 56% delle assunzioni previste risulta di difficile copertura, un dato superiore alla media regionale del 54%. Questo valore indica una criticità più marcata rispetto a Perugia, dove la domanda di lavoratori è più diversificata tra settori e livelli di specializzazione.
I settori trainanti e i profili richiesti
Le assunzioni umbre a marzo 2025 si concentrano principalmente nei seguenti settori:
- Industria manifatturiera e public utilities: 1.360 assunzioni.
- Costruzioni: 670 assunzioni.
- Commercio: 850 assunzioni.
- Servizi di alloggio e ristorazione, turismo: 1.160 assunzioni.
- Servizi alle imprese: 1.040 assunzioni.
- Servizi alle persone: 530 assunzioni.
A livello di profili richiesti, spiccano:
- Operai specializzati e conduttori di impianti (35%).
- Professioni commerciali e dei servizi (28%).
- Profili generici (17%).
- Dirigenti, specialisti e tecnici (12%).
- Laureati (9%).
Giovani e lavoratori qualificati: una sfida aperta
Secondo il report Excelsior, il 29% delle assunzioni previste in Umbria riguarda giovani sotto i 30 anni. Tuttavia, le imprese segnalano una crescente difficoltà nel trovare lavoratori con competenze adeguate, soprattutto nei settori ad alta specializzazione come ingegneria, meccanica avanzata e programmazione informatica.
Per attrarre nuovi talenti, le aziende stanno puntando su percorsi di formazione e apprendistato, con focus su settori strategici per l’innovazione e la transizione ecologica.
Un altro aspetto rilevante è la prevalenza di contratti a termine. Solo il 26% delle assunzioni previste sarà stabile, ossia con contratti a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre il restante 74% sarà a tempo determinato o con durata predefinita. Questo dato sottolinea la difficoltà per molti lavoratori, specialmente giovani, di trovare un impiego duraturo e stabile.