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La milionaria voragine delle Montane. Regione pronta a vendere per sanare i bilanci

Redazione

La milionaria voragine delle Montane. Regione pronta a vendere per sanare i bilanci

Mar, 22/01/2013 - 22:09

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Sara Minciaroni

Quarant’anni di gestione delle 5 Comunità Montane dell’Umbria da riassumere in una relazione. Con conti in rosso e dati che ancora non sono completi. La questione è forse una delle più spinose che l’amministrazione regionale umbra si sia mai trovata a gestire. La soppressione delle Comunità Montane non sarà indolore, era chiaro un anno fa, quando si è iniziato a lavorarci, e lo è ancor di più oggi, conti alla mano.

Conti in rosso nella regione rossa. Sono cinque le comunità montane che andranno a convogliare nella neonata Agenzia di Forestazione, ma Valnerina, Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte e Trasimeno-Medio Tevere e tutte presenterebbero disavanzi, se pur di diversa entità nei propri bilanci. Per procedere alla chiusura di questi Enti di secondo livello sono stati nominati dei commissari liquidatori che ne attestassero lo stato patrimoniale. Nei cinque enti i commissari hanno coinciso con la figura dei presidenti uscenti, fatta eccezione per quella del Trasimeno- Medio Tevere, dove a un certo punto Massimo Bianchi è stato sostituto (probabilmente in virtù della sua nomina ad amministratore delegato della nuova Agenzia di Forestazione).

Dati incompleti e non ancora precisi. Questa mattina, l’aula di Palazzo Cesaroni ha preso atto, senza procedure di voto, della relazione dell'attività dei commissari liquidatori. Pur in presenza di dati parziali, il presidente della I Commissione, relatore unico, ha illustrato l'atto spiegando: “Nel luglio 2012 sono pervenuti i piani di liquidazione da parte dei commissari liquidatori con l’unica eccezione della Comunità montana Trasimeno – Medio Tevere in quanto il commissario liquidatore è subentrato in ritardo in sostituzione di un precedente. In seguito all’audizione dell’assessore all'Agricoltura, la Prima Commissione ha richiesto di acquisire i piani di liquidazione ed anche un’integrazione alla relazione della Giunta che desse conto anche dei contenuti dei suddetti piani e non solo dell’avvenuta trasmissione entro i termini di legge. Da tale integrazione emerge la difficoltà, in particolare per alcuni enti, di pervenire a un quadro conoscitivo completo e sufficientemente preciso, difficoltà testimoniata dal ritardo e dall’ulteriore incompletezza con cui integrazioni e chiarimenti sono stati forniti”.

Alta Umbria e Monti Martani le prime della classe ma con l’aiutino. Sono le due montane che hanno conseguito l’equilibrio di bilancio, ma non è trascurabile il fatto che per ottenerlo hanno fatto affidamento a contributi straordinari arrivati dalla Regione. Se così non fosse stato infatti, anche per loro il bilancio 2012 si sarebbe chiuso in passivo. Come di fatto era stato negli anni precedenti l’intervento di Palazzo Cesaroni.

Valnerina pronta a vendere i gioielli di famiglia. La Comunità montana Valnerina presenta un disavanzo di oltre 1milione 100 mila euro che dovrebbe essere ripianato attraverso l’alienazione di beni per oltre 2 milioni di euro. Più facile a dirsi che a farsi, di questi tempi, comunque, tra le cinque Montane non è quella con la situazione più critica.

Orvietano -Narnese-Amerino-Tuderte, qui non basterebbe nemmeno il contributo. In questo caso la somma dei disavanzi degli ultimi esercizi è pari a circa 1 milione 300mila euro, per cui il conseguente ripiano ipotizza un ulteriore contributo straordinario regionale in mancanza del quale si procederà alla vendita dei beni di proprietà.

Trasimeno Medio Tevere deficit per 4 milioni e mutui per oltre 17 milioni. La nota della Regione la definisce la “situazione più complicata”, probabilmente anche la più spinosa, diciamo così: i dati sono ancora molto approssimativi, ma il quadro che emerge non è certo rassicurante, evidenziando la necessità di coprire un deficit per un importo di oltre 4 milioni di euro. Va inoltre rilevata la posizione di esposizione debitoria dell’ente, al 31 dicembre 2011, di oltre 17 milioni di euro.

Chi paga il conto? Rispetto ai mutui, tutte le Comunità montane ne hanno contratti alcuni per interventi svolti in delega di funzione per conto di altri Enti, per questo motivo la situazione debitoria, “che pure meriterebbe un’assunzione di responsabilità da parte di chi l’ha generata” (recita la nota di palazzo e su questo forse si scatenerà la corsa alle responsabilità) potrebbe essere considerata meno pesante in relazione “alla possibilità di accollare l’ammortamento ai Comuni e alle loro Unioni nel caso in cui i mutui sono stati utilizzati sul territorio, ovvero all’Agenzia forestale regionale per quanto riguarda l’ammortamento dei mezzi meccanici”. Della serie: chi rompe non sempre paga e i cocci vanno a chi viene dopo.

Un’eredità pesante. Sembra la scena all’apertura di un testamento, quando non è ancora ben chiaro se accettare i beni del defunto sia un vantaggio o meno, dovendosi di questo accollarsi anche i debiti. Quello che manca in questo caso è la possibilità di scegliere. Unioni speciali dei Comuni o Agenzia sono destinati al lascito. Tra cui appunto i beni immobili (alcuni dei quali ad uso pubblico e quindi non alienabili) e strumenti e macchinari, ma anche arredi e veicoli che passeranno agli “eredi”.

Il personale. L'Agenzia della forestazione ha avviato il suo lavoro con le 571 persone con contratto privatistico, i 36 impiegati, sempre forestali, e 77 degli 81 previsti come dipendenti, come impiegati pubblici, entro il 28 gennaio prenderanno il primo stipendio da parte dell’Agenzia. Contestualmente, le Unioni speciali dei Comuni, si faranno carico dei dipendenti pubblici, di tutto il personale e delle funzioni.

La Regione tranquillizza. “Non c’è confusione o difficoltà di interpretazione normativa rispetto all’assegnazione di funzioni – spiega l’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini – c’è semplicemente la necessità che i processi siano portati avanti e che i passaggi siano consumati nel modo più conveniente per il pubblico interesse e più trasparente possibile”. E ancora “il lavoro sulle Comunità montane è complesso, perché non si tratta semplicemente di prendere atto di quello che è stato fatto e trasferire il personale, ma di tenere conto di una complessità fatta da personale, impiegati forestali e da un insieme di lavori di cantiere che nel corso degli ultimi quarant’anni hanno portato beneficio in tutti i territori della regione, che non si chiudono in un solo colpo”.

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