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Isola del Libro, Pio La Torre raccontato dal figlio

Redazione

Isola del Libro, Pio La Torre raccontato dal figlio

Un pomeriggio dedicato alla lotta alle mafie e al ricordo di Pio La Torre all'Isola del Libro Trasimeno
Dom, 06/09/2015 - 19:06

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Un pomeriggio dedicato alla lotta alle mafie e al ricordo di Pio La Torre all’Isola del Libro Trasimeno con Franco La Torre, autore del libro “sulle ginocchia”, Fausto Cardella procuratore de L’Aquila e il giornalista Rai Paolo di Giannantonio. Tra il pubblico anche i ragazzi di Libera associazione contro le mafie. Pio La Torre nasce in una famiglia povera, di contadini, ma con le sua capacità e la sua volontà riesce ad iscriversi ad ingegneria. Non arriverà alla laurea perché la passione politica e la voglia di giustizia sociale, da conseguire accanto ai contadini della Sicilia del dopoguerra, prendono il sopravvento.

Pio La Torre. La sua carriera politica, a Palermo prima a Roma poi, non è lineare; le battute d’arresto non lo fanno arretrare, anzi. Conosce il fenomeno mafioso, ne ha visto gli effetti malefici. Arrivato alla Camera presenta una proposta di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente confisca dei beni/capitali illecitamente accumulati dai mafiosi. La “legge Rognoni – La Torre” vedrà la luce il 13 settembre 1982, dieci giorni dopo la morte del generale dalla Chiesa. Alle 9:20 del 30 aprile 1982, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un’auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio. Pio La Torre morì all’istante mentre Di Salvo ebbe il tempo per estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere. Dopo nove anni di indagini, nel 1995 vennero condannati all’ergastolo i mandanti dell’omicidio La Torre: i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.

«La storia di mio padre come tante belle storie in questo paese ci dimostra – ha cspiegato La Torre – come tante cose che vanno male adesso possono andar meglio, voi rappresentate – dice rivolto ai giovani di Libera – la speranza, quando la nostra generazione dovrà farsi da parte toccherà a voi e dovrete rifondare la politica a partire da questi ideali per non trasformarvi in delle statue di sale». Il coordinatore dell’incontro il giornalista Rai Paolo di Giannantonio ribatte: «Il suo non era un padre come tutti gli altri, è stato in galera ingiustamente più di un anno, giovanissimo la mafia gli brucia il portone di casa e organizza le prime lotte contadine, fa a spallate con la mafia fino alla fine dei suoi giorni, suo padre non era un uomo come tanti altri».

E’ il procuratore Cardella a spiegare cosa sia la mafia oggi: «episodi parlano di espansione della mafia che non si presenta più con il volto della lupara o della raffica di mitra, questo perchè l’impegno che abbiamo messo in campo è stato grande, ma ha distratto le attenzioni dalle altre consorterie. La ‘Ndrangheta per esempio si sta fortificando. Ma di mafia non si parla più, c’è voluto un presidente come Mattarella per sentir dire per la prima volta che dobbiamo impegnarci nella lotta alla corruzione perché mafia e corruzione sono due aspetti oggi di uno stesso sistema. Falcone diceva “dopo i soldi viene il sangue, ma prima ci sono i soldi”». L’Isola del Libro torna il prossimo fine settimana con tanti nuovi appuntamenti.

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