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“Impensabile non mantenere Giudice di Pace a Spoleto” – Consiglieri opposizione replicano al Sindaco

Redazione

“Impensabile non mantenere Giudice di Pace a Spoleto” – Consiglieri opposizione replicano al Sindaco

Ven, 08/03/2013 - 13:17

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di Antonio Cappelletti, Angelo Loretoni, Fabrizio Cardarelli, Gianmarco Profili (*)

Nei giorni scorsi le pagine locali di alcuni quotidiani hanno riportato, con risalto giornalistico, la notizia che il Sindaco di Spoleto, partecipando ad una riunione della II Commissione consiliare della Provincia, si sarebbe detto favorevole alla possibilità che, nell’ambito del processo di riforma delle circoscrizioni giudiziarie, possa ipotizzarsi una anomala dilatazione dell’Ufficio del Giudice di Pace di quella città, astrattamente destinato alla soppressione – a meno che l’Amministrazione folignate non se ne assuma gli oneri di gestione – a presidio giudiziario circondariale, cioè avente competenza sull’intero territorio sul quale avrà giurisdizione il Tribunale di Spoleto e quindi anche su quello di Spoleto per il quale, invece, la Legge 148/2011 prevede espressamente il mantenimento e potenziamento con oneri a carico dello Stato.

La notizia lascia letteralmente sbigottiti per la superficialità ed approssimazione dell’improvvido estemporaneo approccio ad un problema così delicato. Peraltro attraverso un successivo comunicato stampa, è stato esplicitato il pensiero del Sindaco Benedetti ed il senso che andava attribuito alle sue parole e si è capito che esso era frutto del radicato convincimento che l’Ufficio del Giudice di Pace di Spoleto potesse essere oggetto di “baratto” (come qualche articolista l’ha definito) politico o presunto tale.

Viene allora ancora una volta da pensare che il nostro Sindaco, troppo abituato a “volare basso”, abbia una certa difficoltà, se non addirittura paura, a trovarsi a cavalcare, una volta tanto e suo malgrado, dopo decenni di spoliazioni e di impoverimento amministrativo-istituzionale, una eccezionale ed unica occasione di promozione che la nostra Città, prima ancora che il Tribunale, certamente meritano.

Accondiscendere troppo arrendevolmente a rivendicazioni – pur comprensibili da parte di chi le avanza – quali quelle rappresentate nella Commissione provinciale, dà la dimostrazione di non conoscere nulla, o quasi, del processo riformatore che ha investito l’intero impianto ordinamentale del sistema giustizia e che, conseguentemente, ha determinato la nuova articolazione e distribuzione sul territorio dei presidi giudiziari di primo grado (Tribunali e, appunto, Uffici del Giudice di Pace).

Questa riforma ha dei punti cardine, uno dei quali è il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace presso tutte le città già sede di Tribunale. Sarebbe inimmaginabile una sede di Tribunale e della relativa Procura della Repubblica senza una coincidente sede di Ufficio del Giudice di Pace. Sarebbe invero per Spoleto l’unico caso in Italia di un Tribunale con sede sguarnita del Giudice di Pace e non coincidente con lo stesso. Ma accanto a questo ce ne è uno ancor più decisivo e grave: la riforma dei Tribunali sarà efficace ed operativa (salvo interventi legislativi di differimento sui quali si, il Sindaco si dovrebbe preoccupare) dal 13 settembre prossimo; quella degli Uffici del Giudice di Pace, così come previsto dagli articoli 1, 3 e 4 del D. Lgs. 156/2012, dalla successiva data del 29 aprile 2014.

Quindi, affrontare il problema del Giudice di Pace prima di quello del Tribunale potrebbe voler dire trovarsi improvvisamente in “braghe di tela“. Parlarne oggi, porlo come elemento di baratto politico locale, ed ancor peggio assumere impegni pur generici al riguardo, è intempestivo e fuori di luogo, oltre che assolutamente fuori dalla complessiva filosofia che ha informato la riforma della geografia giudiziaria e sulla quale il nostro Sindaco dimostra tutta la sua disinformazione.

Il farlo, è espressione di un inaccettabile quanto allarmante autoreferenzialismo su una questione che involge molteplici rilevanti aspetti del futuro della nostra collettività, dimostrazione evidente di gravi limiti di conoscenza della materia, oltre che sintomatico indicatore di un atteggiamento già rinunciatario rispetto ad una riforma che è lo Stato, unico competente, ad aver deliberato non già gli Enti locali, e che per una volta tanto offre alla nostra Città una concreta occasione di riqualificazione e di rilancio sia sul piano dei servizi che delle istituzioni. Su tale tema presenteremo un 'interpellanza al Sindaco per capire, se sarà possibile, cosa intenda fare al riguardo.

(*) Consiglieri comunali Spoleto

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