La solenne celebrazione eucaristica di saluto all’arcivescovo eletto di Lucca mons. Paolo Giulietti e di accoglienza-benvenuto al nuovo vescovo ausiliare e vicario generale di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi, tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo, domenica 5 maggio, si è conclusa con i discorsi di ringraziamento dei due presuli, applauditi a lungo dai numerosi fedeli. Mons. Giulietti e mons. Salvi hanno ricevuto ciascuno, dalle mani del cardinale Gualtiero Bassetti, un dono dell’Archidiocesi: una croce in argento, definita dal cardinale «una semplice croce, non di grande valore, ma di infinito valore come significato, perché questa croce è il segno di tante croci che in un modo e in un altro il Signore vi chiama a portare accanto a sé. Ma la croce del Signore è gloriosa e gioiosa, perché noi abbiamo un cireneo di lusso che ci aiuta a portare questa croce ed è il Signore stesso, che è particolarmente accanto a voi due che iniziate un ministero così grande davanti a Dio e davanti a tutte le creature».
Un angolo perugino nella casa di Lucca.
«Esprimo la mia gratitudine alla famiglia perugina che lascio con dispiacere – ha detto mons. Giulietti nell’intervenire a fine celebrazione –, ma che in realtà non lascerò mai perché, avendo avuto in dono tanti oggetti che mi ricordano la mia città, ci sarà sempre un angolo perugino nella casa di Lucca. Esprimo la mia gratitudine a questa famiglia diocesana a cui chiedo anche perdono per le inevitabili mancanze e colpe commesse in questi anni, nonostante la buona volontà di servirla. Ho già detto ai giovani e lo ripeto anche a voi, Lucca è una bella città e val bene una gita e spero che, nonostante la lontananza, ci saranno occasioni per potersi rivedere e comunque e in ogni caso a camminare insieme nel Signore».
Dare il tempo necessario all’ascolto, mettersi nei panni dell’altro non è scontato.
Mons. Salvi, nel rivolgersi ufficialmente per la prima volta alla sua nuova comunità diocesana, si è quasi confidato con voce commossa. «In questi giorni – ha detto – mi hanno accompagnato le parole di Gesù: “Il Buon pastore offre la vita per le pecorelle”. Queste parole si sono realizzare pienamente quando Cristo liberamente si è offerto nella croce. E’ Lui il Buon pastore, il Pastore buono perché ama e conosce le sue pecore. In questo momento mi sento di imitare e incarnare il Buon pastore, conoscere i singoli, le comunità, le persone. Nella nostra società caratterizzata dalla fretta e senza memoria, dare il tempo necessario all’ascolto, mettersi nei panni dell’altro non è scontato.
Chiedo aiuto per tutto questo a tutti voi, aiutatemi a vivere per primo lo stile dell’ascolto. Non ho in mente progetti e piani pastorali, voglio ascoltare, entrare in confidenza con le persone in una relazione di amicizia. Essere pronto ad ospitare, ma anche essere ospitato da questa bella e ricca comunità di Perugia-Città della Pieve. In questo momento vivo con fiducia, ma anche con timore e con tremore, ma nella mia storia personale ho scoperto che dire si al Signore è sempre la scelta giusta, anche quando la proposta era esigente.
Con questi sentimenti do il cuore pieno di gratitudine verso il cardinale Gualtiero per avermi accolto e già da questi primi momenti mi sta accompagnando come un padre. E ringrazio l’arcivescovo Riccardo Fontana e la Diocesi da cui provengo. Grazie alle mie comunità: Sansepolcro, Tavernelle, Anghiari, che mi hanno formato e realizzato nella fede e chiedo a loro di continuare a pregare per me. Grazie alla mia famiglia, ai tanti amici di CL e non, sparsi ovunque e con cui ho camminato insieme in tanti anni della mia vita. Alla Madonna delle Grazie, venerata in questa cattedrale, affido la mia persona e le chiedo come Madre buona di accompagnarmi sempre».