Filippo Stirati e Massimiliano Presciutti, rispettivamente sindaci di Gubbio e di Gualdo Tadino, insorgono contro il decreto pubblicato lo scorso 10 novembre, a firma del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, che cancella l’Ufficio del Giudice di Pace in entrambi i Comuni (oltre che in altri Comuni dell’Umbria e d’Italia).
“Riconfermiamo il nostro impegno da tempo manifestato – dichiarano i due primi cittadini – per dare una soluzione ai nostri territori, e al comprensorio dell’Alto Chiascio, in materia della figura del Giudice di Pace, considerandolo riferimento fondamentale per le attività giudiziarie delle comunità amministrate”.
“La fase del commissariamento dei due Comuni e le difficoltà incontrate dal punto di vista organizzativo e finanziario all’indomani del nostro insediamento – aggiungono Stirati e Presciutti – hanno impedito oggettivamente di trovare, nell’immediato, un’efficace soluzione al problema. Sosteniamo con forza la necessità della riapertura dei termini per la ridefinizione delle sedi degli uffici dei Giudici di Pace. Non possiamo tollerare che la scure della ‘spending review’ si abbatta come spesso accade su territori già svantaggiati e penalizzati”.
I due primi cittadini hanno espresso anche un forte apprezzamento per le dichiarazioni degli onorevoli Davide Ermini e Walter Verini nella nota (da loro diramata) “Giustizia. Pd, riaprire termini per Uffici Giudice di Pace, governo aveva già dato sua disponibilità”, in cui si dice che “anche il Pd sostiene la necessità che vengano riaperti i termini, perché i Comuni che sono stati nella impossibilità di farlo possano provvedere a ripresentare le proposte per tenere aperti gli uffici dei Giudici di Pace con le stesse modalità previste dalla legge di riordino della geografia giudiziaria, cioè senza oneri per lo Stato centrale”.
In sostanza si chiede al Ministro Orlando un provvedimento che possa riaprire per un breve periodo i termini per la presentazione delle domande.