GIA' IN COSTRUZIONE LE TRE CENTRALI A BIOMASSE A MADONNA DI LUGO (FOTO TO®) - Tuttoggi.info

GIA' IN COSTRUZIONE LE TRE CENTRALI A BIOMASSE A MADONNA DI LUGO (FOTO TO®)

Redazione

GIA' IN COSTRUZIONE LE TRE CENTRALI A BIOMASSE A MADONNA DI LUGO (FOTO TO®)

Mer, 02/03/2011 - 15:04

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(Fda) Sono iniziati intorno al 13 gennaio scorso i lavori di costruzione dei tre impianti di produzione di energia e calore tramite biomasse, che altrettante ditte collegate all'azienda Coricelli stanno realizzando nell'area dello stabilimento di Madonna di Lugo.

Secondo i documenti progettuali visionati da TuttOggi.info, la comunicazione di inizio lavori è stata infatti data al comune il 10 gennaio, come previsto della dichiarazione di inizio attività, risalente invece al 25 maggio, con tre giorni di preavviso sull'apertura del cantiere. Sono tre dunque i forni che saranno realizzati nello stabilimento per altrettanti impianti di “cogenerazione”, che produrranno calore e energia elettrica, ciascuno per 950 Mw, bruciando oli vegetali.

ITER ABBREVIATO – Come confermano le carte progettuali -identiche- dei tre impianti, per dare il via ai lavori la ditta promotrice ha dovuto presentare al comune di Spoleto esclusivamente la Dichiarazione di inizio attività (Dia): una sorta di autodichiarazione, con tutti i dettagli del progetto e i riferimenti alle normative vigenti, con allegati i pareri di Arpa, Vigili del Fuoco, Gestore servizi energetici, Asl e della regione. Secondo la normativa vigente a livello nazionale (il testo unico sull'Ambiente del 2006) che regola finora le norme in materia, questo “iter abbreviato” è una facilitazione a vantaggio di impianti di potenza inferiore ad 1 Mw, mentre quelli superiori a questa soglia devono passare per una più complessa Valutazione di impatto ambientale (Via), che coinvolge in maniera diretta le istituzioni. Partendo da questa considerazione, approfittando di alcune lacune della normativa, l'impianto in costruzione a Madonna di Lugo è stato “spacchettato” in 3 impianti, ognuno da 950 kw di potenza. Come tutela rispetto a una simile operazione, la legge nazionale indica infatti solo due condizioni agli impianti: che non facciano riferimento allo stesso soggetto in veste di proprietario o azionista di maggioranza, e che si colleghino a punti diversi della rete elettrica. Da queste considerazioni nasce la “triplice richiesta” di tre impianti identici per caratteristiche e potenza, che fanno capo però a tre società: la Pietro Coricelli Spa, la “Le Prata green Power”, il cui amministratore unico è Lorenzo Coricelli, e “Il Barbarossa Green Power”, con al timone Antonio Coricelli. Alle seconde due, la prima ha addirittura sottoscritto un contratto di comodato d'uso per il suolo da utilizzare per la costruzione. Secondo la relazione tecnica sul progetto fatta da una delle tre ditte, per far fronte poi all'esigenza di collegarsi alla rete elettrica su tre punti diversi, è stata prevista la realizzazione ex novo di una centralina di accesso alla rete.E' così che la regione scrive in una lettera al comune di Spoleto, che le aveva chiesto se fosse necessario passare per la Via e per la “Verifica di assoggettabilità” del nuovo impianto, che “per quanto di nostra competenza… allo stato degli atti, si può affermare la non necessità di sottoporre gli impianti di ché trattasi alla Valutazione di impatto ambientale”.

LEGGI IN EVOLUZIONE – Secondo il responsabile della sezione locale dell'Arpa Mario Segoni, l'escamotage della ditta è stato poi superato, con l'approvazione della recente legge finanziaria, che “ha innalzato a 3 Mw la potenza al di sotto della quale è necessario passare per la Valutazione di impatto ambientale”.

La “fretta” della ditta a iniziare quanto prima la costruzione degli impianti è però da considerarsi in relazione alle nuove norme della regione in materia di biomasse, di cui si prevede l'approvazione nelle prossime settimane. Secondo le nuove linee guida, infatti, l'impianto in questione sarebbe illegale, in quanto non si approvvigionerebbe di materie prime entro un arco massimo di 30 km. I tre progetti dei tre impianti indicano infatti a chiare lettere l'intenzione di bruciare oli di jatropha, palma, girasole, colza e soia, indicando anche paesi come la Cina, l'India e gli Stati Uniti come possibili mercati di approvvigionamento.

EMISSIONI – Ciascuno dei tre camini degli impianti dello stabilimento Coricelli dovrà restare sotto i limiti di concentrazione di inquinanti indicati dall'Arpa, inferiori ai limiti indicati dalle norme nazionali e esattamente corrispondenti ai “massimi” previsti nella scheda tecnica del progetto, ovvero 200 mg al metro cubo di azoto, 100 mg di polveri e 300 mg di carbonio. Il parere dell'Arpa si riferisce a ciascun camino ma, considerato che si tratta di valori relativi alla “concentrazione” e non alla “massa”, il fatto che i camini siano tre non somma i valori. Secondo quanto disposto dall'Arpa, poi, dovrà essere la stessa ditta costruttrice dell'impianto a misurarne le emissioni, due volte nei primi 15 giorni e poi con cadenza semestrale. IL VIAVAI DEI CAMION – Secondo le critiche mosse al progetto da Legambiente (leggi), oltre al difetto di partecipazione con la cittadinanza e agli escamotage utilizzati per la sua costruzione, i nuovi impianti non saranno sostenibili proprio a causa del trasporto dall'estero delle materie prime. Attualmente, esattamente di fronte allo stabilimento Coricelli, sono in ultimazione i lavori per un nuovo svincolo della Tre Valli, che probabilmente sarà interessato dal transito dei veicoli pesanti che serviranno gli impianti. Secondo la scheda tecnica di uno dei tre camini, ciascuno di essi avrà bisogno ogni anno dell'approvvigionamento di 2080 tonnellate di oli, che la ditta quantifica in 70 viaggi di autobotti, che moltiplicati per i tre impianti andranno a significare il passaggio di 210 veicoli pesanti l'anno.

L'INCONTRO IN COMUNE – Oggi pomeriggio il neo assessore all'Ambiente Stefano Lisci ha convocato in comune una riunione con le associazioni e i movimenti ambientalisti, per fare un punto sulle varie tematiche ambientali del territorio. Secondo quanto riferito in un comunicato, nell'occasione il Comitato Rifiuti Zero di Spoleto ha intenzione di sottoporre all'amministrazione proprio il tema degli impianti a biomasse di Madonna di Lugo.

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