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Gender, la Regione sfida il prefetto

Redazione

Gender, la Regione sfida il prefetto

Dopo l'ok dall'Unar firmato il protocollo contro le discriminazioni | Anche i sindaci di Perugia e Terni disertano, giallo Spoleto e Norcia | Le reazioni
Gio, 20/09/2018 - 13:46

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Nonostante la diffida del prefetto Sgaraglia, la presidente Marini va avanti sull’applicazione della legge regionale contro le discriminazioni e le violenze di genere ed a Palazzo Donini ha riunito le associazioni chiamate alla firma del protocollo  d’intesa che istituisce un Gruppo stabile di lavoro, coordinato dalla stessa Regione, che avrà il compito di supportare le attività di competenza dei soggetti che partecipano e previste dalla legge.

In Umbria vogliamo essere pionieri di una cultura dell’inclusione, della solidarietà, del rispetto della dignità umana, della tutela della persona, della lotta contro ogni forma di discriminazione omofobica, razzista. Favorendo dunque in primo luogo la privacy, la tutela del proprio orientamento sessuale, della propria identità. La Regione Umbria, dunque, insieme a tutti i Comuni che hanno aderito al protocollo, alle aziende sanitarie, all’Università per gli Stranieri, e con le tante associazioni che hanno sottoscritto questo atto, si farà promotrice di azioni, iniziative e progetti volti alla promozione del rispetto della persona” afferma la governatrice.

Il protocollo è stato sottoscritto, oltre che dalla presidente Marini per la Regione Umbria, dai rappresentanti di Università per stranieri di Perugia; Garante Infanzia e Adolescenza; Comune di Città di Castello, capofila Zona sociale 1; Comune di Marsciano, capofila Zona sociale 4; Unione dei Comuni del Trasimeno, Zona sociale 5; Comune di Norcia, capofila Zona sociale 6; Comune di Gubbio, capofila Zona sociale 7; Comune di Foligno, capofila Zona sociale 8; Comune di Spoleto, capofila Zona sociale 9; Comune di Narni, capofila Zona sociale 11; Comune di Orvieto, capofila Zona sociale 12; Azienda Sanitaria locale 1; Azienda Sanitaria locale 2; Aziende Ospedaliere di Perugia e di Terni; ANCI Umbria; Amnesty International Italia; Associazione Omphalos; Associazione Famiglie Arcobaleno; Associazione A.ge.d.o. Terni; Associazione Esedomani Terni; Associazione Basta il Cuore. Assenti i Comuni di Perugia e Terni. Per Spoleto e Norcia, nonostante la delega fatta avere alla Regione, nessuno si è presentato per l’effettiva sottoscrizione.

Dall’Unar la lettera che “annulla” la diffida prefettizia

La firma di questo protocollo – aggiunge Marini – rappresenta un passo in avanti per l’attuazione della legge regionale per il contrasto della violenza e delle discriminazioni omofobiche. Una legge che, voglio ricordare, ha superato ogni tipo di valutazione di costituzionalità, e che non è stata eccepita né dal Governo né dalla Corte Costituzionale. Grazie a questo atto, dunque, la regione e tutti i soggetti firmatari contribuiranno a mettere in campo quelle azioni necessarie alla prevenzione delle violenze e delle discriminazioni, in modo particolare verso le giovani generazioni che spesso vede il realizzarsi di fenomeni di bullismo che spesso è di carattere sessista ed omofobico“.


Gender, scontro Regione-Prefettura


La presidente Marini sottolinea inoltre l’inesistenza nell’ordinamento legislativo di alcuna “diffida” alla sottoscrizione di un protocollo attuativo di una legge regionale. A tale riguardo, mercoledì Luigi Manconi, direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazione razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le pari opportunità, riguardo al protocollo poi sottoscritto in Umbria, in una lettera inviata alla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, scriveva che “è opportuno chiarire fin da ora che non appare fondata la perplessità avanzata dalla Prefettura di Perugia, relativamente al coinvolgimento degli studenti nell’attività formativa promossa attraverso il protocollo“. E concludeva la lettera affermando che “si ritiene che il Protocollo in oggetto – oltre che rientrare perfettamente nelle disposizioni di legge – possa costituire un efficace strumento per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere”.

Le reazioni

Francesco De Rebotti, presidente dell’Anci e sindaco di Narni, ha definito il protocollo “una battaglia di civiltà, che contiene azioni utili e necessarie per il contrasto degli aspetti degenerativi che hanno a che fare con i diritti e la dignità della persona. Dobbiamo tutti, ciascuno nei propri ambiti di competenza, mettere in atto quelle politiche e quelle azioni che ci consentano di essere portatori sani di principi che contrastino ogni forma di bullismo, omofobia e discriminazioni di ogni genere“.

Per Maria Pia Serlupini, Garante per dell’infanzia e dell’adolescenza, il protocollo sottoscritto “non solo è in linea con i principi sia della legge regionale che degli stessi principi sanciti dalla Costituzione italiana, ma anche e soprattutto con quelli contenuti nella Convenzione dell’Onu del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Tutti noi – ha aggiunto Serlupini – abbiamo il dovere di garantire il diritto di ciascun bambino o adolescente a non essere discriminato, né essere oggetto di bullismo, prevaricazione, sulla base dell’orientamento sessuale, religioso, di appartenenza etnica e quanto altro“.

Queste le reazioni “istituzionali” inserite nel comunicato stampa diramato dalla Regione. “Lega e prefetto sbugiardati” commenta il responsabile di Omphalos, Stefano Bucaioni, postando la lettera dell’Unar. E tra i commenti non manca un “ciao Pillon“, un saluto al senatore della Lega che ha tentato di bloccare la firma del protocollo (e che magari, da senatore e da avvocato, continuerà a perseguire la strada dell’illegittimità della norma).

Le associazioni firmatarie del protocollo (AGEDO Terni, ESeDomani Terni, Famiglie Arcobaleno Umbria e Omphalos LGBTI) in una nota “esprimono soddisfazione per questo importante passaggio che rappresenta l’inizio di un percorso di impegno condiviso nel contrasto alle discriminazioni e alle violenze omo-transfobiche, ambito nel quale per troppo tempo il mondo dell’associazionismo è stato lasciato solo“.

L’impegno che le istituzioni si prendono con la firma di questo protocollo è estremamente importante – commentano i rappresentanti delle associazioni – dopo l’approvazione della legge questo è un primo passo fondamentale per iniziare a ragionare sulle azioni pratiche da mettere in campo. Il protocollo è ampio e include tanti ambiti dove la prevenzione e il contrasto alle discriminazioni in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere è ormai urgente: dai servizi pubblici alla sanità, dall’ambiente scolastico alla formazione professionale. Dopo il lungo percorso di approvazione della legge regionale, con la firma di questo protocollo entriamo finalmente nelle azioni concrete che ci auspichiamo producano cambiamento e miglioramento della qualità della vita nella nostra regione“.
Dispiace constatare – continuano i rappresentanti – che non tutti ritengono la battaglia contro le discriminazioni omo-transfobiche degna di impegno al pari di tutte le altre discriminazioni, dimostrazione lampante della necessità di questa legge e di questo protocollo. In particolare l’assenza dei Prefetti e dei Sindaci dei comuni capoluogo, Perugia e Terni, dimostra l’involuzione culturale che esprimono i partiti politici al potere in questi due importanti comuni. Una posizione politica strumentale smentita nel merito anche dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha ribadito l’assoluta coerenza del protocollo con la legge regionale e ha dichiarato non fondata la perplessità avanzata da esponenti politici e presa in considerazione dalla Prefettura di Perugia sul coinvolgimento degli studenti nell’attività formativa promossa attraverso il Protocollo».
Il senatore di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini, evidenzia gli aspetti divisivi di questa vicenda: “Da parte della presidente Catiuscia Marini – sottolinea – c’è stata un’ostinatezza chiaramente strumentale nonostante le gravi assenze dichiarate sin dai primi giorni da parte di entrambe le Prefetture, dei Comuni capoluogo di Perugia e Terni, di altri importanti come Spoleto e Norcia e dell’Università degli Studi di Perugia. La governatrice ha perseverato nel pretendere la firma dai soggetti peraltro da lei dipendenti come possono essere, ad esempio, le Usl, facendo tutto questo non certo con l’intento di evitare eventuali futuri comportamenti discriminatori. A tutto ciò si aggiungano le missive dei Comuni che su tali argomenti non accettano di essere rappresentati dai capofila delle zone sociali. Tutto questo – conclude Zaffini – dà l’idea del quadro che evolve in viste delle prossime elezioni regionali». Lo ha detto il senatore Franco Zaffini di Fratelli d’Italia commentando la firma del protocollo d’intesa per il contrasto delle discriminazioni in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere siglata stamani a Palazzo Donini”.
Di una firma “imposta dalla presidente Marini” parla il consigliere regionale De Vincenzi (Gruppo Misto – Umbria Next) che aveva lamentato il mancato invito di alcune associazioni “pro famiglia” alla firma del protocollo. Per De Vincenzi la firma, così come è avvenuta, rappresenta, di fatto, una forzatura della legge stessa per promuovere  esclusivamente le istanze dei movimenti culturali LGBTI. Tuttavia, De Vincenzi giudica quella della Marini “una vittoria di Pirro“, perché rispetto ai firmatari indicati nella bozza di protocollo ha aderito soltanto una minima parte delle istituzioni invitate.  “Allo stesso tempo – prosegue De Vincenzi – questo atto emerge per quello che è: una sconfitta per la maggior parte della popolazione umbra che è rimasta discriminata perché non rappresentata (assenti le amministrazioni comunali di Perugia e Terni, il mondo della scuola, l’Università di Perugia e le associazioni familiari e di genitori) e il sigillo che ha sancito l’auto discriminazione del mondo LGBTI, chiuso definitivamente all’interno di una riserva da Ultimo dei Mohicani”.

Verso le elezioni, lo scontro si fa di genere


Gli obiettivi

Il Protocollo di intesa si pone come finalità principale la messa in pratica dei principi e la realizzazione degli obiettivi contenuti nella legge regionale “Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere” in particolare attraverso l’adozione di misure rivolte a promuovere la cultura della legalità e il rispetto e la valorizzazione delle differenze; promuovere la protezione, l’accoglienza, il sostegno psicologico e il soccorso alle vittime di atti di discriminazione e violenza determinati in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, attivando anche specifici Centri di ascolto, mediante l’utilizzo di personale adeguatamente qualificato; promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione; promuovere ricerche, studi ed approfondimenti sui temi in questione; favorire la collaborazione tra le Istituzioni e con i soggetti espressione della società civile per prevenire e contrastare fenomeni di discriminazione e violenza, superare la frammentarietà degli interventi acquisendo una cultura comune ed un linguaggio ed una metodologia di intervento condivisi; promuovere una formazione adeguata ed integrata rivolta al personale della scuola, agli studenti ed alle famiglie, agli operatori e alle operatrici dei servizi sociali e sanitari e delle forze dell’ordine; sostenere e valorizzare le capacità di autoaffermazione e sicurezza di sé delle persone e degli studenti, favorendo l’accrescimento delle competenze pedagogiche delle famiglie e della società regionale sui modi di contrastare i fenomeni di discriminazione e violenza determinate in ragione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, di bullismo e di cyber-bullismo omo-transfobici. Lo scontro politico (divenuto poi anche istituzionale) è proprio sulle attività con gli studenti.

La Lega: vediamo chi l’ha firmato

E di fronte al rimpallo di notizie che hanno firmato il protocollo (o che intendono farlo nei prossimi giorni, come pare sia per Città di Castello) la Lega chiede alla Regione di rendere subito pubblico il documento. Nel merito dell’iniziativa, poi, promettono battaglia: “Come Lega continueremo a dare battagli contro quello che per noi è un affronto alla legge e al buon senso e chiediamo a tutti i nostri sindaci o amministratori dei comuni umbri di prendere le distanze ufficiali da un atto che, di fatto,non è altro che l’ennesima concessione fatta da un Pd ormai alla deriva, alla solita lobby amica“.

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