Si indaga per omicidio colposo dopo l’ennesima morte sul lavoro in Umbria, quella del 33enne campano Gabriele Raimondo, manutentore all’Europoligrafico di Perugia, morto dopo essere schiacciato da una pressa. Sono in corso gli accertamenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Perugia, per appurare eventuali responsabilità sulla tragedia.
Ma intanto l’Umbria si conferma una delle regioni dove il fenomeno delle morti sul lavoro è più preoccupante. Come ricordano anche i sindacati. In particolare la CGIL e la CISL, con le categorie del settore Slc e Fistel regionali le quali hanno rappresentanze in azienda, esprimono cordoglio alla famiglia, colleghi e amici di Gabriele.
“Abbiamo chiuso il 2024 con questo triste primato: l’Umbria – fanno sapere i sindacati – con i suoi 17 morti sul lavoro, si attesta al quarto posto a livello nazionale. Sono anni che cerchiamo di arginare l’emergenza sicurezza. E per questo abbiamo chiesto alle istituzioni di aprire un tavolo dedicato, che permetta di monitorare il fenomeno e trovare soluzioni. E di arginarlo attraverso la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. E’ un invito, una proposta, che rinnoviamo alla nuova Giunta regionale – affermano -, nell’auspicio che la risposta sia nel più breve tempo possibile”.
C’è poi tutta la partita della formazione e i sindacati sono categorici: “La formazione – sottolineano – deve essere fatta dai lavoratori ma anche dagli imprenditori. Solo attraverso un cambio culturale sarà possibile un cambio di passo”. E poi il ruolo degli Rls e Rlst. “La figura di questi rappresentanti dei lavoratori della sicurezza – spiegano – deve essere valorizzata e questo sarà possibile incrementando il confronto fra lavoratori e imprese. Una battaglia per migliorare l’organizzazione del lavoro e la sua sicurezza”. Il lavoro va rimesso al centro del progetto politico e sociale del paese e deve tornare ad essere il perno su cui la società si muove e si indirizza per costruire un paese più forte e giusto.