Sarà L'Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck ad aprire la 67^ edizione che inizierà il 28 giugno e chiuderà il 14 luglio 2024
Tradizionale conferenza stampa di chiusura dell’edizione n°66 del Festival dei Due Mondi di Spoleto tenuta ieri pomeriggio, 9 luglio, presso i giardini di Palazzo Campello (I Giardini del Festival) nel pieno della caldo canicolare che ha interessato tutta l’Umbria. Così tra un bicchiere d’acqua e lo sventolare frenetico dei ventagli, il trio delle “meraviglie”, Andrea Sisti-Presidente della Fondazione Festival, Monique Veaute-Direttrice Artistica e Paola Macchi-Direttrice amministrativa e organizzativa hanno illustrato le consuete cifre di chiusura della manifestazione, seppure non esaustive, ma sicuramente indicative di un possibile trend che la kermesse spoletina imbocca definitivamente nell’epoca del post-pandemia.
La 66ma edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, si è conclusa con lo “spettacolo degli spettacoli”, l’atteso Concerto in Piazza Duomo che registra il tutto esaurito e 2.500 spettatori per l’evento musicale affidato alla Orchestra Nazionale di Santa Cecilia e la direzione di Antonio Pappano.
I dati dichiarati e i dati “simbolo”
Spoleto66 cala il sipario con oltre 26.000 biglietti emessi e circa 675.000 euro di incasso stante le prime analisi ricognitive dello staff. Dei 58 titoli in cartellone per 203 rappresentazioni più di due terzi hanno segnato il tutto esaurito e un grande successo hanno ottenuto anche gli spettacoli infrasettimanali: Max Cooper di mercoledì, e Alessandro Baricco, andato in scena di giovedì con Piazza Duomo gremita da 2.500 spettatori, o il concerto di Cameron Carpenter alla Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi che ha visto almeno 600 spettatori presenti. Sold out anche le 110 sessioni di Le Bal de Paris che ha replicato il successo dell’anno scorso.
Dal Teatro Nuovo al Caio Melisso, da San Simone a Sant’Agata il Festival ha aperto le porte di 23 sedi ospitando spettacoli di Danza, Musica, Teatro, Opera e Arte con una percentuale media di occupazione di oltre 90% dei posti disponibili e una media di oltre 5 spettacoli al giorno per 17 giorni di programmazione.
Sui 58 spettacoli dichiarati nasce comunque un dubbio su come sia composto il dato definitivo. In verità se si guarda nel sito ufficiale della manifestazione, al link foto per la stampa, si può verificare come gli spettacoli fotografati siano 30 invece di 58, ben 28 in meno rispetto al dichiarato. Sicuramente ci deve essere un motivo che attualmente però sfugge all’evidenza.
Sui dati simbolo dell’incasso e delle presenze insiste ancora oggi una discussione sul concetto di biglietto emesso e venduto. L’argomento fu motivo di discussione-scontro anche nell’ ultima assemblea dei soci prima delle nuove nomine. All’epoca si chiese di mostrare all’assemblea i dati di riempimento dei singoli spettacoli e di vendita effettiva rispetto alla biglietteria emessa. Ma la direzione amministrativa non ritenne di dover rispondere, sostenendo motivi di riservatezza.
Si può ben comprendere che una dettaglio del genere fa la differenza, a catena, anche sul concetto di soldout nei teatri. Per essere ancora più chiari e solo a titolo di esempio, si da il caso che si possono vendere effettivamente, magari in prevendita. un 50% dei posti disponibili di uno spettacolo e per recuperare il restante 50% si scelga di offrire l’emissione ad 1 euro. Il teatro si riempe e magari è anche soldout ma l’incasso rimane a poco più del 50% della disponibilità effettiva.
La movimentazione alla Mobilità Alternativa
Sono 140.500 i pedoni che hanno utilizzato il servizio di mobilità alternativa dal 23 giugno al 9 luglio, mentre le strutture ricettive di Spoleto hanno fatto registrare 75.000 presenze (tra questi ovviamente anche gli stessi artisti ospitati dal Festival).
La 66ma edizione ha infatti avuto la partecipazione di oltre 700 artisti, di 32 compagnie (15 straniere e 17 italiane) e impiegato uno staff di 245 persone, tra personale assunto e collaboratori, tecnici e personale di sala oltre a 140 tecnici al seguito delle produzioni degli spettacoli.
Il calendario dei progetti collaterali ha presentato 15 fra tavole rotonde, convegni e talk di approfondimento a carattere scientifico e divulgativo, promossi dal Festival o dai Partner, a cui hanno preso parte oltre 80 relatori e ospiti, e 14 fra mostre, istallazioni e open studios con gli artisti (tra questi quelli di Lonnie Holley, Silvia Costa, Mary Manning).
Grande successo ha riscosso Il laboratorio del sogno. Simbologia e arte del costume teatrale ideato dalla storica del costume Fabiana Giacomotti e ispirato all’opera Pélleas et Mélisande. Il Foyer del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti ha ospitato un’esposizione comparativa dei costumi di alcuni importanti allestimenti della celebre opera di Claude Debussy, e sono stati allestiti i 16 laboratori di sartoria teatrale aperti al pubblico al Chiostro di San Nicolò che hanno registrato sempre il tutto esaurito.
99 appuntamenti gratuiti hanno fatto da corollario alla programmazione. Particolarmente apprezzati anche gli incontri del mattino con gli artisti ospitati quest’anno nell’esclusivo Giardino del Festival diventato luogo di incontro di pubblico e artisti a colazione o per un drink serale.
I dati di copertura stampa sono ancora una volta significativi con oltre 100giornalisti accreditati, oltre a 35 operatori video e 20 operatori di emittenti radio nazionali. L’interesse per il Festival trova riscontro nella copiosa rassegna che registra 50 passaggi su reti televisive nazionali, 23 passaggi radiofonici, 37 interviste agli artisti su quotidiani e periodici nazionali e internazionali per un totale di oltre 800 articoli e recensioni sulla carta stampata e 2.515 sul web. Rai Radio 1 ha trasmesso in diretta da Spoleto il suo programma Zapping per due giorni consecutivi, Rai News ha coperto tutti i weekend del Festival con i servizi per i TG nazionali, la redazione di Rai 5 è stata presente a Spoleto per l’intero festival realizzando un lungo documentario che andrà in onda il 3 agosto 2023 insieme con la ripresa video dello spettacolo Into the Hairy di Sharon Eyal e Gai Behar.
Sostenibilità
Per la Fondazione Festival dei Due Mondi ha significato ripensare continuamente i propri processi e modalità di comportamento per uniformarli agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 e sensibilizzare gli spettatori e l’opinione pubblica sulla riduzione dell’impatto ambientale.
I temi ESG (Environment, Social e Governance) sono stati ben presenti nella programmazione di Spoleto66, a partire dall’incontro con lo scienziato Stefano Mancuso sulla vita delle piante fino al progetto Pianeta Rendenta di abitazione sostenibile di uno spazio urbano; dai laboratori di sartoria teatrale a quelli di falegnameria che hanno utilizzato materiali di riciclo; dall’incontro Come fabbricare Futuri sostenibili. Racconti dal territorio agli appuntamenti La cultura rompe le sbarre e Coreografie femministe realizzati in collaborazione con Rai Per la Sostenibilità-ESG e Rai Umbria.
Il Festival ha coinvolto 56 giovani provenienti dalle scuole secondarie di secondo grado del territorio, grazie ai Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO). Oltre 264 piccoli studenti delle scuole primarie del territorio hanno partecipato alla 14ma edizione del progetto Il Festival Siamo Noi, che ha visto premiate 7 classi in occasione del Concerto della Banda Musicale dell’Esercito Italiano nella serata del 4 luglio presso il Teatro Romano.
Edizione 2024 nel segno dell’Orfeo ed Euridice di C.W. Gluck
Nel corso dello spazio destinato alle domande della stampa presente, sarà Monique Veaute a indicare la cifra distintiva della prossima edizione 2024. Il Festival riconferma l’Opera come spettacolo di punta e nel solco della tradizione menottiana. Sarà infatti L‘Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck ad aprire la 67^ edizione che andrà dal 28 giugno al 14 luglio 2024.
E’ stato proprio Tuttoggi.info a chiedere alla DA Veaute notizie in tal senso. L’apertura della manifestazione torna dunque all’Opera e questa volta sotto la regia tutta italiana di Damiano Michieletto.
Si tratta di una coproduzione della Komische Oper di Berlino con il Festival dei Due Mondi, che ha segnato il ritorno di Michieletto alla Komische Oper, dove nel 2016 aveva realizzato Cendrillon di Massenet, e nella città di Berlino dove recentemente, nel febbraio 2021, ha messo in scena Jenůfa di Janáček. Con debutto a Berlino nel Gennaio del 2022, l’opera era diretta da David Bates.
In conclusione della conferenza stampa suscita qualche “apprensione” un ragionamento del sindaco Andrea Sisti che sembra, forte del suo ruolo di presidente della Fondazione, voler evitare che la manifestazione abbia dei prolungamenti nel corso dell’anno. Quella che fu una decisione nata dall’accordo tra il compianto sindaco Fabrizio Cardarelli e il Direttore Artistico Giorgio Ferrara, non sembra suscitare entusiasmi in Sisti che parla chiaramente di unicità della manifestazione nelle sue date, supportando il ragionamento con la difficoltà organizzativa di realizzare anche un solo giorno in più. Insomma niente festival tutto l’anno, anche se alla fine ci eravamo abituati ad un paio di spettacoli (Natale e Pasqua). Certamente non uno sforzo titanico da mettere in piedi, soprattutto se si comprano spettacoli di giro preconfezionati, come accadde con Neri Marcorè nel 2022.
Nella speranza che anche questo non diventi un fronte di discussione politica o di “punto preso” senza mai spigare davvero il perchè effettivo.