FESTIVAL: E LE GAFFES DELLA STAMPA LOCALE. QUELLA CAFONATA AD ABO. GLI AUGURI A MARCO GUERINI - Tuttoggi.info

FESTIVAL: E LE GAFFES DELLA STAMPA LOCALE. QUELLA CAFONATA AD ABO. GLI AUGURI A MARCO GUERINI

Redazione

FESTIVAL: E LE GAFFES DELLA STAMPA LOCALE. QUELLA CAFONATA AD ABO. GLI AUGURI A MARCO GUERINI

Ven, 11/07/2008 - 15:09

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Al grido di “autocritica compagni”, non potevamo certo sottrarci dal recensire alcuni comportamenti a dir poco singolari di alcuni colleghi di certa stampa locale, soprattutto online, ma anche nazionale ù, che lasciano una traccia nel già vasto campionario di gaffes registrato da un po' tutti i protagonisti di questo “Spoleto51” (che francamente sembra un po' lo Studio 54 di americana memoria). Si va dalle intemperanze di una direttrice, registrate presso l'Ufficio Stampa della manifestazione, a causa del mancato rilascio di biglietti di ingresso per chi la accompagnava allo spettacolo, dove la stessa era regolarmente accreditata, per arrivare alla imperterrita recensione “rosa” di una testata online, di tutto ciò che accadeva al Festival senza che fosse registrato un solo contrattempo dei tanti segnalati anche dagli stessi spettatori, oltre che dagli addetti ai lavori. Quasi un altro Festival per l'appunto (che fosse davvero l'effetto dello Studio 54?). Oppure il caso di un giornalista locale di lunghissimo corso che ha intrattenuto per buoni 10 minuti in conferenza stampa, la attentissima Victoria Abril, sui nefasti effetti della castrazione dei giovanetti di campagna e di bella speranza, perché ottenessero strabilianti progressi canori nelle Canoniche di montagna o campagna, consigliando quindi alla famosa attrice di cercare proprio li nuovi talenti, dove in effetti da qualche tempo non si trova più “manco” il prete che dice messa!

Anche la carta stampata ha dato, in qualche caso, del suo meglio. E così ecco le recensioni su uno spettacolo che avrebbe registrato 400 persone. Quando, a guardare bene le immagini tv (e volendo a farsi aiutare dal fermo-immagine) di teste se ne contano a dir tanto 150. O quando per una cena-buffet c’è chi ha scritto che sono stati spesi 200mila euro! Ma per favore.

Ha fatto scalpore poi l'infelice monologo di una giornalista romana ch ein piazza diceva “è un festival bellissimo, così si deve fare un festival, senza scopate e mondanità. Spoleto è bella così, senza gente e me ne frego di quello che vogliono i commercianti”. Che classe, che stile.

Poteva essere esente il mondo giornalistico della tv? Ceeeerto che no.

Ecco quindi, quale ciliegina sulla torta, la rissa da pollaio tra un improvvisato telecronista locale e nientepopodimenochè il famoso “ABO”, al secolo Achille Bonito Oliva, all'uscita della cerimonia di inaugurazione della mostra di Virginia Ryan. L'incontrastato Re e mentore della Transavanguardia (calda e fredda), avvezzo ad ogni sorta di agguato mediatico, a Spoleto ha trovato chi più di lui poteva in termini di….provocazione. Accade quindi che il ” feroce intervistatore”, a mò di “Saladino”, si sarebbe fatto avanti fin sotto il naso dell'ignaro critico, sparando secco: “mè rilasci un’intervista?”. Colpito nel segno dal dialetto, ABO ha declinato la richiesta facendo per andarsene. Replica del Saladino: “c'hanno ragione a dì che Sgarbi è mejo de te…tu non vali un (omissis)… ma và…. ( omissis)”.

Il Critico, che di origini è nobile e calabrese, udito il commento, decide su due piedi che è il caso di duellare con le stesse armi e spara: “ti ho sentito sai …ma và… (omissis) tu…”. E la cosa non sarebbe finita lì se un imbarazzato Assessore alla cultura, Giorgio Flamini (che di Bonito Oliva è stato anche allievo), non si fosse improvvisato “mediatore di pace”, prendendo sotto braccio ABO conducendolo con calma fuori dal “ring”, tra lo stupore dei presenti festivalieri.

Ovviamente di tutto questo nessuna traccia nella testata on line “rosa”, ancora sotto gli effetti dello Studio54. Mentre su altri siti c’è pure chi prende le difese del ‘telecronista’, specificando che “per ben tre volte aveva chiesto una intervista”. Appunto! Potere della stampa, o meglio di chi pensa che questo mestiere dia il ‘potere’. Insomma, di tutto, di più. E poco importa che si scriva in modo sgrammaticato, con errori da 2a elementare, etc. etc.. L'importante è ciarlare. Con buona pace del mite Marco Guerini (nella foto), il capo ufficio stampa di questo Festival, disponibile a soddisfare le esigenze di cotanti giornalisti-vip. Sempre al lavoro, l’infaticabile Marco, costretto spesso a cavarsela con un panino pur di tornare in ufficio e seguire il Festival. Anche oggi che è il suo compleanno: Auguri. E non solo per la ricorrenza. Ma che Festival ragazzi!

(Carlo Vantaggioli)


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