E' ormai il caos in città sulla questione del marchio “Festival dei Due Mondi” impugnato da Francis Menotti innanzi alla Sezione specializzata di Firenze per uso illegittimo da parte della Fondazione di Giorgio Ferrara. Il botta e risposta di ieri ha solo determinato una maggiore confusione fra i cittadini e gli operatori economici. In realtà Menotti, a guardare gli atti processuali, non ha chiesto nessun blocco della manifestazione ma che venisse cambiato il nome e la “distruzione di tutti i materiali cartacei e non sui quali risulti riprodotto la denominazione del marchio”.E' evidente che la conseguenza più grave sarebbe l'impossibilità di accedere ai 4 milioni di euro concessi dal Ministero. Un bel pasticcio dunque che ieri, stando ai bene informati, sarebbe arrivato anche sul tavolo del Ministro Bondi. Fra pochi minuti, alle 11,30 per la precisione, si aprirà il processo a Firenze. Gli avvocati dello studio Ripa di Meana di Roma, nominati da Giorgio Ferrara, si dicono tranquilli di poter dimostrare la bontà delle azioni della Fondazione e pronti a dar battaglia in aula. Non meno sereno si dichiara Francis Menotti che anche ieri, nel suo comunicato stampa, sembrava far trapelare una certa disponibilità a tornare al tavolo delle trattative.E riprendiamo dunque il viaggio fra le carte che hanno contraddistinto questi ultimi venti anni della manifestazione menottiana. La prima parte dell'inchiesta di Tuttoggi.info (clicca qui) si era fermata al 1993 quando il maestro Gian Carlo concesse al figlio Francis tutti i diritti sul marchio “Festival dei Due Mondi” che la stessa Fondazione aveva tentato di acquistare due anni prima per 1,5 miliardi di lire.
Il “marchio” della Fondazione – il 26 gennaio 2004 la Fondazione, stando al professor Valerio Di Gravio e all'avvocato Paolo Marzano, difensori di Francis, decise di depositare il marchio “Festival dei Due Mondi” (distinto al n. 00706742). I Menotti restano alla finestra fino al 1998, e ancora al 2002, quando la Fondazione organizza un paio di manifestazioni utilizzando l'arcinoto marchio. I rapporti con le istituzioni pubbliche sono ormai logori e nell'aprile del 2001 Francis Menotti decide di far causa.
La decisione del Tribunale di Spoleto – La decisione del giudici di Spoleto, dell'ottobre 2004, fu quella di rigettare la causa per motivi tecnici e giuridici. Ma il locale Tribunale aggiunse qualcosa in più: “l'uso per contraddistinguere produzioni artistiche, del marchio registrato dalla Fondazione, identico a quello registrato sin dal 1964 da Gian Carlo Menotti, causerebbe confondibilità con la produzione artistica dei Menotti”. Di più “non è ancora ravvisabile un atto che possa creare confusione, nel pubblico, trai due produttori, non essendo la domanda di brevetto un atto volto al pubblico, né esistendo ancora una pubblica produzione artistica che possa esser confusa con quella degli attori”. Per i giudici dunque i due marchi possono anche coesistere, almeno fino a quando Fondazione e Associazione continueranno ad operare per lo stesso fine ed ognuno nel proprio campo di attività.
La decisione del Tribunale di Firenze – Francis Menotti impugnò la decisione dei magistrati spoletini portandola all'attenzione della Corte d'Appello di Firenze. La quale, a dispetto di quanto creduto fino ad oggi, il 19 dicembre 2007 respinse il ricorso per incompetenza dal momento che lo stesso andava presentato alla Corte d'Appello di Perugia. (Ca.Cer.)