"Fannulloni alla Gesenu? Proclami inutili: il pesce puzza sempre dalla testa". Il parere di Rocco Valentino (Pdl) - Tuttoggi.info

“Fannulloni alla Gesenu? Proclami inutili: il pesce puzza sempre dalla testa”. Il parere di Rocco Valentino (Pdl)

Redazione

“Fannulloni alla Gesenu? Proclami inutili: il pesce puzza sempre dalla testa”. Il parere di Rocco Valentino (Pdl)

Mar, 17/07/2012 - 15:24

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Rocco Valentino entra in aperta polemica con la dirigenza della Gesenu a causa di un episodio avvenuto qualche giorno fa e riportato sulla stampa locale. Il capogruppobdel PdL sottolinea che, rispetto ai singoli lavoratori, spesso costretti a rispettare turni estenuanti, sono propri i rappresentanti della dirigenza a doversi considerare “fortunati”; in ogni caso per Valentino è da stigmatizzare la polemica a mezzo stampa, il cui unico effetto è stato di aver gettato discredito sull'intera categoria dei dipendenti Gesenu.

“Trovo del tutto singolare – afferma Rocco Valentino, Capogruppo PDL al Comune di Perugia – la recente “uscita” sui quotidiani locali di un Dirigente della Gesenu, in merito a quel “certo numero di operatori della Gesenu che si riposano e fanno colazione in un locale di Perugia” distraendo così indebitamente tempo al servizio che dovrebbero rendere alla collettività. Così come trovo altrettanto particolare che proprio in quel momento un fotografo si trovasse da quelle parti fotografando, quasi per caso, i presunti fannulloni (parrebbe proprio un caso, o forse si è trattato di una trappola bella e buona), e che sempre lo stesso Dirigente della Gesenu abbia definito i dipendenti della Gesenu “dei privilegiati”. Lungi da me l'idea di prendere le difese di coloro che approfittano delle “pause” prolungandole all'infinito, ma a me sembra tanto che la levata di scudi sia del tutto fuorviante rispetto al problema principale.

In realtà – prosegue Valentino – coloro che operano nel nostro territorio sono gli stessi che, a differenza dei colletti bianchi della Gesenu, si alzano alle 5 del mattino per rendere un servizio alla collettività a fronte di uno stipendio di 1.000, 1.200 euro al mese. Sono guarda caso gli stessi che per mantenere elevato lo standard e per rispettare a pieno gli impegni della raccolta differenziata sono stati, e sono tuttora, costretti a turni anche estenuanti senza poter contare su nuove risorse in termini di risorse umane e di mezzi. Sono sempre gli stessi che con il loro lavoro rendono più confortevoli le poltrone del management della Gesenu.

Se poi, prosegue Valentino- stando a quanto affermato, gli operatori sono da considerarsi dei “privilegiati”, come classificare i “Dirigenti” della stessa Gesenu? Degli ultra fortunati baciati dalla Dea bendata? E perchè nel sito della Gesenu non sono pubblicati i loro emolumenti, e com'è che “qualche” manager ha potuto cambiare ben tre auto di “rappresentanza” in appena un anno?. Ed ancora: com'è possibile che alcuni dirigenti detengano ampie quote di partecipazione in numerose Società collegate alla Gesenu? Tutto questo, naturalmente, nel più assoluto silenzio connivente (e di interesse) di qualche “sindacato” che per qualche prebenda in più abbandona al loro destino i lavoratori.

Allora, se oggi qualcuno si è svegliato in cerca di una qualsivoglia forma di pubblicità per ottenere un facile consenso da una più vasta platea, questi farebbe bene a riflettere prima di parlare, gettando comunque discredito sull'intera categoria. Ripeto: lungi da me difendere coloro che approfittano nel loro lavoro del denaro dei contribuenti, ma i Dirigenti della Gesenu sanno benissimo (e se non lo sanno che si informino) che l'art. 6 del Modello di Organizzazione e Gestione del contratto Gesenu prevede il sistema disciplinare da applicarsi in caso di mancato rispetto del contratto di lavoro da parte dei dipendenti NON dirigenti. Se questo è il caso, lo si applichi e basta, senza clamori o inutili proclami: certe uscite non fanno bene neanche alla dirigenza della Gesenu, perchè al contrario dei desiderata, sorge il dubbio che si vogliano indicare eventuali responsabilità altrui per non parlare delle proprie. O per lavarsi la coscienza. Forse non sarà questo il caso, conclude Rocco Valentino, ma c'è un detto mai passato di moda: il pesce puzza sempre dalla testa”.

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