Sgominata banda dei falsi carabinieri, 12 arresti | 70 truffe, anche in Umbria - Tuttoggi.info

Sgominata banda dei falsi carabinieri, 12 arresti | 70 truffe, anche in Umbria

Redazione

Sgominata banda dei falsi carabinieri, 12 arresti | 70 truffe, anche in Umbria

Carabinieri di Arezzo chiudono il cerchio su truffe in Toscana, Liguria, Umbria, Lazio, Abruzzo e Puglia | Dodici arresti eseguiti a Napoli
Ven, 17/11/2017 - 21:04

Condividi su:


La tattica era sempre quella, fingersi carabinieri per spillare denaro ad anziani in varie parti del centro e del sud Italia, Umbria compresa. Sono 12 le persone oggetto di altrettante ordinanze di misura cautelare (in carcere ed ai domiciliari) disposte dal gip di Arezzo Ponticelli su richiesta del pm Iannelli eseguite questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Arezzo, con il supporto dei colleghi del Comando Provinciale di Napoli.

Ben 70 le truffe compiute o tentate oggetto dell’inchiesta, che ha portato agli arresti con l’accusa per tutti di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di  truffe a danno di anziani.

Il provvedimento restrittivo costituisce l’epilogo di  una complessa attività investigativa, avviata nel novembre 2016, a seguito di una serie di truffe consumate nel territorio della provincia di Arezzo, e che ha permesso di individuare e ricostruire un’organizzazione malavitosa di soggetti originari e residenti in Provincia di Napoli che commettevano raggiri a persone anziane su tutto il territorio nazionale, tra cui l’Umbria.

I truffatori agivano sempre con il medesimo “modus operandi”. Le vittime venivano individuate consultando i siti internet specializzati (come Pagine Bianche online ad esempio). I “telefonisti” si presentavano alle vittime, quasi sempre anziani, come “Carabinieri”, “Avvocati” o “Agenti di società assicurative”, raccontando generalmente un grave sinistro stradale dove era rimasto coinvolto un congiunto della vittima (solitamente un figlio o un nipote) e che per conferma della cosa potevano chiamare il “112”. Il tutto però doveva accadere senza che la vittima  riattaccasse il telefono. Una volta sentito digitare i tre tasti, un altro soggetto telefonava qualificandosi come Carabiniere  confermando alla vittima quanto già anticipato dall’altro complice. In questa fase, i truffatori cercavano di carpire alla vittima più dati personali possibili e soprattutto se la stessa si trovava in casa da sola.

Il passaggio successivo era quindi, da parte del telefonista, chiedere alla vittima il pagamento di una “cauzione” di alcune migliaia di euro affinché il congiunto potesse riacquistare la libertà evitando di  andare incontro a sanzioni penali o amministrative, facendosi dire per telefono sia il contante posseduto che gli oggetti in oro (alcune volte, facendoglieli addirittura pesare per riuscire velocemente a quantificare il valore). In alcune circostanze la vittima veniva “rimbalzata” tra più telefonisti al chiaro scopo di aumentarne l’angoscia e la confusione e indurla così al pagamento.

Quando la truffa andava a segno, il sedicente carabiniere concludeva il colloquio indicando alla vittima un avvocato o incaricato dell’assicurazione che si sarebbe recato presso la sua abitazione per ritirare quanto preteso, che spesso, oltre ai soldi, si trattava di monili in oro, e ogni oggetto di valore, poi rivenduti presso compro oro compiacenti. Le somme richieste arrivavano anche a superare i 7mila euro.

Gli anziani contattati, tenuti al telefono anche per più di un ora, venivano letteralmente sconvolti dalla notizia che un loro parente poteva essere coinvolto in un sinistro stradale, ed inoltre avere guai con la giustizia. Dopo la consumazione della truffa, le vittime rimanevano scioccate dal fatto di essere stati raggirati e di avere  perduto, molte volte, i ricordi di una vita, come fedi, ricordi dei coniugi o di parenti defunti.

Gli indagati, tutti residenti nel napoletano, avevano ognuno un proprio ruolo nel sodalizio: vi era l’organizzatore, il quale dirigeva il gruppo individuando le vittime e distribuendo i compiti ad ognuno; gli incaricati del supporto logistico che si occupavano del reperimento delle “sim card” , spesso intestate a ignari soggetti stranieri, e del noleggio di autovetture usate per gli spostamenti; i telefonisti, che contattavano le vittime da Napoli; gli emissari, che, pronti nelle vicinanze delle abitazioni degli anziani, al segnale ricevuto dai telefonisti, si presentavano per riscuotere quanto preteso.

Per eludere eventuali indagini, i truffatori adottavano alcune cautele come cambiare frequentemente la zona di azione,  sostituendo con regolarità i cellulari e le “schede sim” utilizzate, così come rivolgersi a differenti società di noleggio auto per i mezzi utilizzati.

Le indagini hanno riguardato 70 truffe, tra tentate e consumate, compiute, tra il novembre 2016 e il marzo 2017, in Toscana, Liguria, Umbria, Lazio, Abruzzo e Puglia, quantificando in circa 200mila euro il valore complessivo sottratto alle vittime. Appena pochi giorni fa altri erano stati i carabinieri di Osimo (Ancona) ad eseguire altri due arresti per lo stesso tipo di truffa: in questo caso ad essere stati messi a segno erano una ventina di truffe.


Finti carabinieri truffavano anziani, arrestati 2 fratelli | Truffe pure a Spoleto e Perugia


Durante l’indagine aretina, sono emersi legami, anche di parentela, tra due destinatari delle misure cautelari per le truffe e un soggetto ritenuto affiliato a un sodalizio criminale camorristico riconducibile alla “Alleanza di Secondigliano”. Gli arrestati dovranno rispondere dei reati di associazione per delinquere finalizzata ai delitti di truffa aggravata in danno di persone anziane o comunque in condizioni di minorata difesa. Al termine delle operazioni di cattura e fotosegnalamento, i destinatari delle misure cautelari,  sono stati condotti presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale  e presso i rispettivi domicili.

ACCEDI ALLA COMMUNITY
Leggi le Notizie senza pubblicità
ABBONATI
Scopri le Opportunità riservate alla Community

L'associazione culturale TuttOggi è stata premiata con un importo di 25.000 euro dal Fondo a Supporto del Giornalismo Europeo - COVID-19, durante la crisi pandemica, a sostegno della realizzazione del progetto TO_3COMM

"Innovare
è inventare il domani
con quello che abbiamo oggi"

Lascia i tuoi dati per essere tra i primi ad avere accesso alla Nuova Versione più Facile da Leggere con Vantaggi e Opportunità esclusivi!


    trueCliccando sul pulsante dichiaro implicitamente di avere un’età non inferiore ai 16 anni, nonché di aver letto l’informativa sul trattamento dei dati personali come reperibile alla pagina Policy Privacy di questo sito.

    "Innovare
    è inventare il domani
    con quello che abbiamo oggi"

    Grazie per il tuo interesse.
    A breve ti invieremo una mail con maggiori informazioni per avere accesso alla nuova versione più facile da leggere con vantaggi e opportunità esclusivi!