Esperto numismatica frena su selfie Pecorelli "Pensiamo sia ennesima montatura" - Tuttoggi.info

Esperto numismatica frena su selfie Pecorelli “Pensiamo sia ennesima montatura”

Davide Baccarini

Esperto numismatica frena su selfie Pecorelli “Pensiamo sia ennesima montatura”

Sab, 09/04/2022 - 13:09

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Roberto Ganganelli sullo scatto dell'imprenditore 46enne con il presunto tesoro ritrovato a Montecristo "Scadente qualità immagini non permette di acclarare cosa ci sia nei sacchi" | Poi aggiunge "Se fosse vero sarebbe una scoperta di importanza pari al ritrovamento dei bronzi di Riace"

Ha fatto discutere, e non poco, il recente “ritorno” alla ribalta di Davide Pecorelli, ovviamente sempre nel suo stile “eclatante”. Il selfie all’interno di un garage con sacchi di juta pieni di monete d’oro (perlomeno è quello che lui vorrebbe dimostrarci, se non farci credere), ha infatti ridestato l’attenzione e le polemiche per la storia del Conte di Montecristo “de noantri”.

A tentare di chiarire i dubbi sull’autenticità dello scatto, o meglio sul contenuto di quei sacchi, ci ha provato il dottor Roberto Ganganelli, autorevole perito numismatico, nonché direttore editoriale di cronacanumismatica, dove di fatto ha detto la sua riguardo al curioso selfie dell’imprenditore 46enne con il presunto tesoro ritrovato all’isola di Montecristo.


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Lo stesso Pecorelli, mesi fa, aveva dichiarato alla magistratura e poi ribadito in una puntata de ‘La Vita in diretta’, di essere “partito davvero per l’isola, dove ho trovato e visto con i miei occhi il tesoro: si tratta di tre forzieri con 250 kg di monete d’oro zecchino da 5 grammi l’una, trovate a Cala Fortezza e Cala Corfù”. E come Edmond Dantes fu spinto ad andare alla ricerca del tesoro da un religioso (l’abate Faria) nel romanzo di Dumas, anche l’imprenditore di San Giustino aveva raccontato che fu il prete conosciuto nei Balcani a suggerirgli di intraprendere la ricerca di questa ricchezza.

Il ritrovamento, tra l’altro, sarebbe avvenuto giorni prima del naufragio al largo del Tirreno, quando a bordo del gommone, sarebbero stati trovati piccone, sacchi e mappe. Appena approdato al Giglio Davide si era spacciato per un geologo di nome Giuseppe, con tanto di documenti falsi, con i quali noleggiò una stanza, lo stesso gommone e il misterioso garage di Porto Santo Stefano, dove di fatto potrebbe aver scattato la foto con i sacchi. “Ho pure le foto del tesoro – disse allora – e le ho già consegnate alla Procura”.

Il selfie però – dice l’esperto – è da prendere con le pinze, dal momento che se effettivamente venissero rinvenute centinaia di chilogrammi di monete in oro di qualsiasi tipo saremmo di fronte ad una scoperta che per la numismatica, e l’archeologia in generale, avrebbe un’importanza pari al ritrovamento dei bronzi di Riace. Si tratta di immagini, dunque, da prendere con assoluto beneficio d’inventario, anche perché la scadente qualità degli scatti non permette di acclarare cosa sia contenuto effettivamente nei ‘sacchi misteriosi’. Le foto potrebbero essere state scattate ovunque, perfino nel garage di casa, magari per rinverdire una visibilità mediatica un po’ ‘appannata’ da qualche tempo a questa parte”.

“Restiamo dell’opinione che si tratti dell’ennesima montatura – aggiunge Ganganelli – ma, da appassionati di numismatica, non nascondiamo che non ci dispiacerebbe essere smentiti…Tuttavia, un simile scenario è da escludere perché anche se Pecorelli avesse trovato non migliaia di monete d’oro, ma anche un solo denario romano o un quattrino medievale, si tratterebbe di proprietà dello Stato italiano.

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