Due ragazzi ucraini protagonisti della festa di San Benedetto a Norcia

Due ragazzi ucraini protagonisti della festa di San Benedetto a Norcia

Redazione

Due ragazzi ucraini protagonisti della festa di San Benedetto a Norcia

Lun, 21/03/2022 - 12:27

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Guerra Russia-Ucraina, la Regola di San Benedetto: "Aiutare chi è colpito da sventura, pregare per i nemici, ritornare in pace con l’avversario prima del tramonto del sole"

Eugenio, ragazzo ucraino residente a Norcia, e il suo piccolo cugino che lo ha raggiunto pochi giorni fa insieme alla mamma scappando dalla guerra: sono stati loro gli speciali tedofori che hanno attraversato, la sera del 21 marzo, il corso della cittadina umbra con la Fiaccola benedettina pro “Pace et Europa una” con la quale è stato acceso il tripode dinanzi alla statua di San Benedetto.

La Fiaccola, espressione comune della Terra Sancti Benedicti (Norcia, Subiaco e Cassino) è stata benedetta da papa Francesco il 23 febbraio, è stata poi accesa a Norcia il 25 febbraio alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella ed infine è stata accolta a Madrid (ogni anno è portata in una capitale europea, ndr) nella cattedrale di Santa Maria de La Almuneda dal card. Carlos Osoro Sierra e a Santiago de Compostela dove è stato siglato un simbolico patto di amicizia tra il Cammino di San Benedetto e quello di San Giacomo.

«È un momento di festa – ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo nell’accogliere in piazza la Fiaccola – e al tempo stesso di tristezza. Tutti noi assistiamo impotenti, giorno dopo giorno, alla barbarie che si sta realizzando in Ucraina. E tutti sentiamo nascere dentro di noi un moto di ribellione: non è possibile dopo il 2000 vivere ancora giorni come quelli che stiamo vivendo. Accogliere la Fiaccola di S. Benedetto, allora, diventa per tutti noi un monito che ci invita a diventare operatori di pace e un impegno che noi ci assumiamo qui, all’ombra di S. Benedetto, per dire no ad ogni forma di violenza e di sopraffazione». Sullo stesso tono gli interventi del sindaco di Norcia Nicola Alemanno, del rappresentate dell’Ambasciatore della Spagna in Italia e della presiedente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei che ha pubblicamente ringraziato la Caritas e le parrocchie della regione per l’accoglienza dei profughi ucraini.

Nella giornata del 21 marzo, invece, festa liturgica del Santo, a Norcia ci sono stati tre momenti: la Messa conventuale al Monastero di S. Benedetto in Monte presieduta dal priore padre Benedetto Nivakoff, OSB; la sfilata del Corteo storico di S. Benedetto e la solenne concelebrazione eucaristica in piazza presieduta dall’arcivescovo Boccardo. Nell’omelia il Presule è tornato sulla guerra tra Russia e Ucraina: «È pur vero – ha detto – che non possiamo influire direttamente sulle decisioni dei grandi, ma possiamo giorno dopo giorno seminare attorno a noi gesti di giustizia, di accoglienza, di fraternità e di riconciliazione, immettendo e moltiplicando nel tessuto sociale quei germi di vita capaci di neutralizzare i germi di morte, quali l’egoismo, l’indifferenza, la superficialità. Lo possiamo e lo dobbiamo fare richiamando con forza quell’ideale di umanesimo cristiano che S. Benedetto ha incarnato e che può essere ancora oggi fecondo di frutti. Ci pare di ascoltare ancora la sua esortazione: “Soccorrere i poveri, visitare i malati, aiutare chi è colpito da sventura, consolare gli afflitti, … non odiare nessuno, non alimentare segrete amarezze, non essere invidiosi, non amare i litigi, evitare vanterie, nell’amore di Cristo pregare per i nemici, ritornare in pace con l’avversario prima del tramonto del sole” (Reg. 4, passim). In questa celebrazione eucaristica – ha concluso mons. Boccardo – rivolgiamoci insistentemente a Dio e agli uomini perché tacciano le armi; domandiamo perdono per le nostre durezze di cuore, per i nostri peccati che alimentano il male che è nel mondo; e preghiamo perché Dio doni la pace, illumini le menti di chi fa la guerra e siano risparmiate le sofferenze degli innocenti. Preghi con noi S. Benedetto, Patrono d’Europa».

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