DROGHE: ECCO QUALI SONO I PALETTI DEL GOVERNO. GIOVANARDI A SPOLETO PER IL CONVEGNO SULLE DIPENDENZE (Foto - Guarda chi c'era) - Tuttoggi.info

DROGHE: ECCO QUALI SONO I PALETTI DEL GOVERNO. GIOVANARDI A SPOLETO PER IL CONVEGNO SULLE DIPENDENZE (Foto – Guarda chi c'era)

Redazione

DROGHE: ECCO QUALI SONO I PALETTI DEL GOVERNO. GIOVANARDI A SPOLETO PER IL CONVEGNO SULLE DIPENDENZE (Foto – Guarda chi c'era)

Ven, 03/10/2008 - 01:25

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di Sara Fratepietro

“La politica può fare le leggi giuste, ma è l'educazione, la rete che circonda un giovane che forma la sua personalità”. Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Carlo Giovanardi arriva a Spoleto poco dopo le 12,per parlare per quasi un'ora davanti a più di 400 persone, tra cui molti studenti provenienti da tutti gli istituti superiori dell'Umbria (Perugia, Orvieto, Foligno, Assisi, Deruta, Cascia, Spoleto), oltre ai giovani ospiti del Ceis. Poi lascia subito la città, non prima di aver stretto la mano al sindaco Massimo Brunini, all'arcivescovo Riccardo Fontana e a molte altre persone. Parla diretto ai presenti Giovanardi, chiamato ad intervenire sul convegno nazionale “La Chiesa raccoglie le nuove sfide: stili di vita e dipendenze”, che si concluderà questa mattina al Chiostro di San Nicolò.

Due giornate intense quelle promosse dalla Fict, la federazione italiana comunità terapeutiche, e dall'arcidiocesi di Spoleto – Norcia, insieme a Regione, Comune, Ceis ed altri enti. Il tema è la droga, il target di riferimento principale i giovani, da sensibilizzare su questa piaga sociale che coinvolge migliaia di persone. Quasi 200 quelle in cura nel Centro di solidarietà di Spoleto, fondato negli anni '70 dall'indimenticato don Guerrino Rota ed ora guidato da don Eugenio Bartoli. Una piaga da combattere a tutti i costi. E il perché lo ha ribadito più volte l'onorevole Giovanardi, che ha snocciolato numeri di statistiche, incidenti, morti. Causati da alcol e droga. “E' un problema enorme” ha detto il Sottosegretario, che ha annunciato come fra una ventina di giorni partirà la campagna promozionale del Governo contro l'uso di droga, “che è scientificamente provato che distrugge la vita, è devastante”. Giovanardi non ha risparmiato critiche a chi porta avanti la filosofia che dicendo di non fare una cosa si spinge invece le persone a farla. Ha anche attaccato don Gallo, il sacerdote noto per difendere l'uso di spinelli. “Gli dirò – ha detto il politico annunciando un prossimo incontro – che se una persona non può essere schiava di un'altra persona, non può esserlo nemmeno della droga”.

Il Sottosegretario con delega alle tossicodipendenze, quindi, è entrato nel merito delle azioni del Governo per combattere questa piaga. “Abbiamo fissato due paletti” ha spiegato. “Il primo è che drogarsi è illecito, per i danni di chi ne fa uso, ma anche per quelli indiretti su chi non ne fa uso, che sono enormi per la società, basti pensare agli incidenti stradali causati da chi si droga. Viene comunque fatta una distinzione, nella legge Fini – Giovanardi, tra chi consuma, che non viene criminalizzato, e chi spaccia, che è un mercante di morte. Ai piccoli spacciatori poi diamo la possibilità di esser trattati come un malato. Il secondo paletto – ha aggiunto – è che chi si droga deve essere recuperato, non deve essere abbandonato. Qual è la ricetta giusta? Qualunque terapia è ammissibile, purché l'obiettivo sia il recupero e non la cronicizzazione. No quindi alle stanze del buco e alla ghettizzazione dei tossicodipendenti”.

Nel corso del suo intervento Giovanardi ha anche ricordato le difficoltà economiche che si trovano ad affrontare alcune comunità terapeutiche. Senza nessun riferimento diretto da parte di alcuno, il pensiero di molti comunque è andato proprio a quelle che sta vivendo il Ceis in quest'ultimo periodo, con ingenti debiti a causa dei ritardi di pagamento da parte delle Asl di alcune regioni italiane. “Ci sono comunità che stanno affogando – ha detto il Sottosegretario – e bisognerà per questo mettersi attorno ad un tavolo con le Regioni e trovare un sistema equo all'interno del quale tutte le comunità siano in grado di operare, senza distinzioni sulle tariffe per i rimborsi nelle convenzioni”.

Questo comunque consci del fatto che il problema della tossicodipendenza è difficile se non impossibile da debellare completamente e per questo c'è bisogno delle strutture di recupero che affianchino le strutture pubbliche. Ma ciò su cui è necessario puntare maggiormente, come emerso anche dalla prima giornata del convegno, è la prevenzione. “Crediamo nella scuola, crediamo nella possibilità di prevenire – ha detto aprendo i lavori l'arcivescovo Riccardo Fontana – crediamo che i giovani possano aiutare altri giovani a non cadere nel tunnel della dipendenza”. Importante anche la sinergia tra le varie istituzioni, come evidenziato dal sindaco Brunini, che ha anche lodato il costante servizio che il Centro di Solidarietà “Don Guerrino Rota” di Spoleto svolge ogni giorno, nel tentativo di recuperare alla libertà molte persone.

Entrando nel dettaglio delle relazioni specifiche in programma, va segnalata l'assenza per un improvviso malore di padre Enzo Bianchi, priore di Bose. E' stata così anticipata la relazione di don Mimmo Battaglia, presidente della Fict. Il sacerdote ha parlato dei tossicodipendenti come figli della contraddizione della nostra società. Con un intervento caloroso ha invitato i giovani a cercare nella società la perla della sincerità, della trasparenza, della semplicità. “Non è più tempo – ha detto – di stare accanto ai poveri senza interrogarsi su chi li ha resi tali. Non è più tempo di affiancare i perseguitati un giorno ed i persecutori il giorno dopo. Non è più tempo di commozione per i bambini con L'AIDS in Africa senza chiedersi perché esistono i brevetti farmaceutici. Non è più tempo di urlare per la spazzatura sotto le nostre case e di riempire di rifiuti i paesi poveri. Viviamo nel mondo ma non siamo del mondo. Ed è per questo che è giusto chiedere a gran voce giustizia sociale. Ma non basta solo chiederla. Dobbiamo costruirla”.

Umberto Nizzoli, psicologo clinico di Reggio Emilia, ha affrontato il tema dipendenze e famiglia: “la maggior parte dei ragazzi, ha detto, riferisce che la famiglia non ha detto nulla o quasi circa le sostanze stupefacenti. Si deve, invece, parlare di droghe e di dipendenze in casa: è un ingrediente essenziale della genitorialità competente”.

Aldo Stella dell'Università per Stranieri di Perugia ha parlato di dipendenza connessa al vincolo, dunque alla relazione. “La verità – ha affermato – è il perdersi dell'io non nel mondo o nell'amore di sé, ma nell'amore di quella verità la quale soltanto consente di riconoscere le false verità e di emanciparsi da esse”.

Il programma di oggi prevede l'apertura dei lavori alle 9.30, quindi alle 10 “La Chiesa, dal documento 'Chiesa, droga e tossicomania' del 2001 alla prassi attuale. Relazione del sac. dott. Andrea Manto, medico, direttore dell'ufficio nazionale per la pastorale della sanità della Conferenza episcopale italiana.

Alle 11, invece, ci sarà la tavola rotonda sul tema “Educare, prevenire, prendersi cura”. Partecipano al dibattito: Donatella Peroni, Ceis di Piacenza, Mario Cipressi, Ceis di Reggio Emilia, gruppo tecnico integrato Comune di Spoleto e Asl 3, don Giancarlo Perego, responsabile centro documentazione unitario Caritas italiana – Migrantes. Ore 12 coffe break. Ore 12.30 conclusioni.

Per scaricare le relazioni della prima giornata del convegno sulle dipendenze clicca qui


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