DIOCESI SPOLETO-NORCIA, ECCO IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA - Tuttoggi.info

DIOCESI SPOLETO-NORCIA, ECCO IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA

Redazione

DIOCESI SPOLETO-NORCIA, ECCO IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA

Mar, 19/04/2011 - 14:58

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La Chiesa entra nel vivo della Settimana Santa. In tutte le cattedrali e le parrocchie del mondo si ripercorrono, con la preghiera e il silenzio, gli ultimi momenti della vita pubblica di Gesù. Il primo grande appuntamento è la Messa detta “crismale”, nella quale il Vescovo, con il suo presbiterio, consacra e benedice gli oli per i sacramenti: il crisma, segno dello Spirito Santo effuso nel Battesimo, nella Cresima e nell'Ordine; l’olio dei catecumeni, che sostiene nella pacifica battaglia della fede la nuova creatura che rinasce dall’acqua e dallo Spirito; l’olio degli infermi, che consola nella sofferenza e conforta nella malattia. A Spoleto, nella chiesa Cattedrale, l’Arcivescovo Renato Boccardo presiederà questa solenne eucaristia alle ore 17.00. È una celebrazione che coinvolge tutta la comunità cristiana in un corale atto di lode, di supplica e di azione di grazie per il dono della vita di Dio comunicata agli uomini per mezzo dei segni sacramentali. Una preghiera particolare si leverà per quei sacerdoti che nel 2011 celebrano un anniversario significativo della loro ordinazione: Padre Luigi Giuliani, novantottenne, agostiniano di Cascia, ricorda 75 anni di ordinazione sacerdotale. Mons. Agostino Rossi, novantatreenne, già Vicario Generale dell’Archidiocesi, festeggia 70 anni di ordinazione presbiterale. Ricordano il sessantesimo anniversario della loro ordinazione: don Carlo Cardarelli, parroco emerito di Campello sul Clitunno; mons. Giovanni Marchetti, Canonico della Cattedrale di Spoleto; don Luciano Nanni, Canonico onorario della Cattedrale. Festeggiano il cinquantesimo: mons. Sergio Virgili e don Gaetano Conocchia, entrambi Canonici Onorari della Cattedrale. Infine, celebrano il venticinquesimo di messa: mons. Alessandro Lucentini, Parroco del Sacro Cuore in Spoleto, e padre Jhon Ouseph Pullan, vincenziano, che svolge il suo servizio pastorale nel territorio di Cascia.
Giovedì Santo, 21 aprile, l’Arcivescovo presiede la Messa in Coena Domini presso la chiesa parrocchiale di S. Nicolò di Spoleto (ore 21.00). Venerdì Santo, 22 aprile, mons. Boccardo sarà a Norcia, ore 16.00, per il Pianto della Madonna e la Celebrazione della Passione del Signore nella chiesa Concattedrale. Alle ore 21.00, invece, a Spoleto, presiede la Via Crucis cittadina dalla Basilica di S. Gregorio Maggiore alla chiesa parrocchiale di S. Rita. Sabato Santo, 23 aprile, alle ore 22.00 celebra la Veglia Pasquale nella Basilica Cattedrale. Il giorno di Pasqua, domenica 24 aprile, il Presule presiede, alle 11.30, la Messa Pontificale in Duomo. Le cerimonie che si svolgeranno in Cattedrale saranno animate nel canto dalla Cappella Musicale del Duomo.
«Alla Pasqua – scrive l’Arcivescovo nel suo messaggio alla gente di Spoleto-Norcia, pubblicato nel periodico Chiesa in Cammino – si giunge sempre impreparati. La gazzarra politica di questi tempi, le tensioni internazionali, la precaria situazione lavorativa di tanti, non ci aiutano certamente a pensare alla Pasqua. E così si arriva a quella domenica e si inciampa in un annuncio che dovrebbe essere ogni volta sensazionale, mentre invece è dato per scontato: Cristo è risorto! Il richiamo è talmente ovvio da non fare quasi più notizia. E tuttavia la Chiesa – continua mons. Boccardo -, con la forza della fede e la certezza della speranza, continua a fare della risurrezione di Gesù il centro della sua vita e della sua missione, la matrice di tutti i suoi interessi. Il fatto della risurrezione – scrive l’Arcivescovo – non è assodato. Anche gli apostoli hanno fatto fatica a credere. Avevano vissuto con Cristo, avevano visto i suoi miracoli e udito i suoi insegnamenti, le allusioni alla sua morte e resurrezione. Ma non avevano capito. Questa insicurezza ha fatto storia. È stato, nel tempo, tutto un correre nella ricerca e nell’investigazione, da parte dell’uomo di fede, del dotto come del semplice, del non credente come del santo. Anche la nostra società è segnata da questo “andare”: verso Emmaus, come discepoli sconsolati; verso Gerusalemme, come pellegrini di speranza; verso un sepolcro, come necrofori o imbalsamatori. Troppo pochi sono quelli che fanno della risurrezione di Gesù un motivo di evangelizzazione. Non se ne parla, al massimo si fanno discorsi indotti e, a volte, sconclusionati. È risorto o no? II discorso è tutto qui e la vita cambia soltanto se si parte da qui: il Crocifisso ha vinto la morte e con la sua morte ha dato un senso alla nostra vita. La Pasqua, dunque, – conclude mons. Boccardo – non può passare inosservata. C’è di mezzo la vita. E in una civiltà di morte, tentata di suicidio come risultanza di un atroce nichilismo, il Risorto pone almeno una domanda: e se tutto non finisse sulla fredda lastra di un cimitero?»

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