Diocesi Spoleto-Norcia, celebrata l’Assemblea diocesana, aperto l’Anno della fede, avviata la I^ Visita pastorale dell’Arcivescovo - Tuttoggi.info

Diocesi Spoleto-Norcia, celebrata l’Assemblea diocesana, aperto l’Anno della fede, avviata la I^ Visita pastorale dell’Arcivescovo

Redazione

Diocesi Spoleto-Norcia, celebrata l’Assemblea diocesana, aperto l’Anno della fede, avviata la I^ Visita pastorale dell’Arcivescovo

Lun, 15/10/2012 - 11:19

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Oltre ottocento fedeli hanno partecipato a Spoleto, domenica 14 ottobre, all’assemblea diocesana dal tema “Comunicare Gesù Cristo Figlio di Dio”, momento che ha dato il via all’anno pastorale 2012-2013 della Chiesa di Spoleto-Norcia. Alle ore 15.00 la grande chiesa di S. Domenico era già gremita: l’Arcivescovo ha accolto la “sua” gente sulla soglia della porta, dicendo a ciascuno “benvenuto”. Nell’aula liturgica, ai lati, sono stati sistemati i ventidue stendardi della Madre di Dio e dei principali Santi e Beati della Diocesi. L’intronizzazione della Parola di Dio ha ufficialmente aperto la seduta. Un rappresentante per ogni Vicariato ha tenuto una breve relazione su quanto emerso nelle assemblee di Vicariato, tenute il 22 e 23 settembre scorso.
Indicazioni pastorali dell’Arcivescovo. Mons. Boccardo, prima di indicare alcuni percorsi che la nostra Chiesa diocesana è chiamata a percorrere, ha ringraziato tutti per «la generosità e l’impegno nel rispondere al mio invito. Ritengo che il nostro stare insieme costituisca un grande dono e una grave responsabilità: grande dono, perché riconosciamo che è il Signore a convocarci e a fare di noi il suo popolo, al di là delle nostre differenze e divisioni; grave responsabilità, perché a questo popolo il medesimo Signore affida la missione di essere nel mondo portatore del suo Vangelo con la testimonianza della vita». Nel suo discorso mons. Boccardo, partendo dal “chi siamo”, ha toccato vari aspetti: da un ritorno all’ascolto della Parola di Dio a una comunità costruita sui sacramenti, da quali parrocchie per il domani alla missione. Nel sito della Diocesi – www.spoletonorcia.it – c’è l’intera relazione dell’Arcivescovo.
Processione. Al termine del momento assembleare, si è avviata la processione verso la Basilica cattedrale. L’Arcivescovo, con la croce in mano, apriva il corteo, seguito dai presbiteri e dal popolo di Dio. Al centro gli stendardi dei Santi e Beati: prima la Santissima Icone, poi i santi Ponziano e Benedetto, patroni della Diocesi, e a seguire tutti gli altri. Giunti sulla piazza della Cattedrale, la processione si è fermata davanti al portico per la “statio” che ha preceduto l’apertura delle porte. Dopo aver ascoltato la parola del Signore, mons. Boccardo si è recato davanti alla porta maggiore della Cattedrale e ha detto: «È questa la porta del Signore; entrerò nella tua casa Signore; apritemi le porte della giustizia». L’Arcivescovo ha quindi aperto la porta maggiore ed è entrato processionalmente in Duomo, seguito dal clero e dai fedeli. Gli stendardi dei Santi e dei Beati sono stati sistemati nella navata centrale, a ridosso delle colonne. Per l’occasione è stata esposta anche la Santissima Icone.
Celebrazione eucaristica. Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato ai presenti come spesso si «confonde la fede con la religiosità legata alle tradizioni e alle consuetudini, così come è in atto uno “scollegamento” dell’esperienza della fede dalla persona di Gesù e dal suo vangelo, che non risulta più essere il riferimento per la vita di ogni giorno… Nasce così una specie di schizofrenia tra i principi che si dice di credere e le azioni che si compiono ogni giorno; la vita quotidiana diventa altra cosa rispetto alla fede e la testimonianza cessa di essere credibile. A tale grave situazione occorre reagire con una rinnovata comprensione di che cosa significhi credere in Cristo Gesù Signore: ci aiuteranno in questo compito un ascolto attento ed orante della Parola del Signore, “viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio”, capace di discernere “i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4, 12), ed una riscoperta di quanto cinquant’anni or sono ci ha consegnato il Concilio Vaticano II, vera “bussola che permette alla nave della Chiesa di procedere in mare aperto, … per navigare sicura ed arrivare alla meta” (Benedetto XVI, Udienza Generale del 10 ottobre 2012), e di quanto venti anni fa il Magistero pontificio ci ha dato con il Catechismo della Chiesa cattolica». La celebrazione eucaristica è stata animata dalla Cappella musicale del Duomo, alla quale si sono aggiunte diverse corali parrocchiali della Diocesi.
Anno della fede. «Accogliamo questo Anno della fede – ha detto il Vescovo nell’omelia – come un dono prezioso che ci viene offerto per ravvivare la nostra adesione al messaggio di Gesù, per rendere la nostra fede più consapevole, per riprendere a percorrere le vie del mondo proclamando con gioia il Vangelo della speranza agli uomini e alle donne che incontriamo lungo il cammino.
Visita pastorale. «Essa – ha spiegato mons. Boccardo – si configura come un pellegrinaggio del Vescovo al popolo che gli è affidato, per contemplare il mistero che Cristo ha plasmato e continua a plasmare nelle anime dei credenti, nella loro storia e nelle loro comunità. Vengo dunque come padre e pastore per conoscere le persone nelle loro condizioni di vita, di lavoro e di fede, nelle loro difficoltà e propositi; per annunciare il messaggio della salvezza, cioè del perdono, della riconciliazione, dell'amore a Dio e all'uomo; per celebrare questa salvezza nell’Eucaristia e negli altri sacramenti e per pregare insieme con i fratelli di fede; per confermare il cammino pastorale delle diverse comunità parrocchiali ed esortarle ad una sempre maggiore unità affettiva ed effettiva con la Chiesa diocesana». Prima della benedizione finale, l’Arcivescovo ha consegnato ad ogni parrocchia una icona rappresentante il volto del Crocifisso di Alberto Sotio, custodito e venerato nella Cattedrale. «Affidiamoci – ha detto – a questo sguardo d’amore che ci accompagna nel cammino di ogni giorno, non ci lascia soli nei momenti del peccato e del dolore, ci sostiene nella fatica e nel lavoro, ci dona la gioia e la serenità di chi crede nel Dio vivente». I parroci, accompagnati da alcuni rappresentanti delle rispettive comunità, hanno ricevuto da mons. Boccardo l’immagine, che sarà presente in tutte le chiese parrocchiali della Diocesi per l’intera durata della Visita pastorale (2012-2014). Nella sezione di questo sito appositamente dedicata alla Visita potete trovare il programma ed ogni altra utile informazione. «Il volto di Cristo glorioso – ha detto ancora il Presule – risplenda nel cuore delle città, sui monti e nelle valli, rechi a tutti consolazione e conforto, porti gioia di vita e risurrezione, inviti alla riconciliazione con Dio e con i fratelli, orienti e illumini il comune pellegrinaggio verso la casa del Padre. Al termine della Messa, l’Arcivescovo ha affidato la Visita pastorale alla Madonna. Due bambini della scuola dell’infanzia “L. e I. Rossi” di S. Domenico in Spoleto hanno portato a mons. Boccardo una lampada che il Presule ha sistemato ai “piedi” della Santissima Icone.
Lettera pastorale. Sul sagrato della Cattedrale, all’uscita della gente, è stata distribuita la prima Lettera pastorale dell’Arcivescovo ai fedeli (è possibile scaricarla nella home page di questo sito), dal titolo “Vogliamo vedere Gesù”. Il Presule, nella prima parte della Lettera, esamina le attuali condizioni sociali e religiose che «rendono sempre più urgente un rinnovato annuncio della Parola che salva. Diventa dunque irrinunciabile – scrive il Vescovo di Spoleto – l’impegno per una “nuova evangelizzazione”, compito perenne della comunità dei discepoli, da ripensarsi però periodicamente in funzione delle nuove situazioni, nella doppia fedeltà all’integrità del messaggio cristiano e all’uomo concreto che vive nella storia. Per conoscere Gesù occorre scrutare le Scritture e massimamente i Vangeli, perché “l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”, come afferma S. Girolamo». E mons. Boccardo consiglia alla “sua” gente di leggere ogni mattina un brano evangelico, fare un po’ di silenzio, memorizzare una frase: «è – afferma – un semplice, praticabile ed efficace metodo per costruire una relazione con il Signore. Prima delle tante iniziative, che spesso affaticano e frammentano l’azione pastorale, è necessario ricuperare l’andare e lo stare con Gesù, ascoltando la sua Parola e mangiando il pane da lui donato». Nella seconda parte della Lettera pastorale, l’Arcivescovo si sofferma sulla figura dei credenti: «non è chiesto loro di divenire attivisti di pastorale, funzionari religiosi, militanti che si battono per dei valori, ma uomini e donne la cui umanità è ispirata e segnata da quella di Gesù di Nazaret. La fede appare così arte del vivere, cammino del senso, orientamento dell’esistenza umana sulle tracce di Gesù». Il cristiano, dunque, non è colui che fa delle cose speciali che altri non fanno, «ma – scrive Boccardo – è colui che vive l’esistenza con spirito evangelico, con grande coerenza tra fede vita. È colui che si impegna a dare un’interpretazione “cristiana” degli aspetti della vita quotidiana ordinaria (famiglia, società, lavoro, politica), mostrando quale profilo assume l’esistenza quando è compresa alla luce del Vangelo ed è salvata dalla risurrezione del Signore». Per il Presule si deve dar forma ad una “spiritualità dell’impegno”, «che conduce al discernimento, cioè all’analisi competente e alla comprensione profonda e “spirituale” delle situazioni concrete, all’approfondimento delle ragioni di quanto accade, al confronto con il Vangelo, alla possibilità di arrivare a valutazioni e giudizi ispirati alla Parola di Dio».

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