Avviso di conclusione delle indagini sulla vicenda della presunta corruzione sulle aste giudiziarie al Tribunale di Spoleto che vede indagato il giudice Tommaso Sdogati. Il pm della procura di Firenze Luca Tescaroli ha chiuso le indagini a carico degli avvocati perugini Mauro Bertoldi e Nicoletta Pompei (compagna del giudice Sdogati). E nell’inchiesta entra anche la coppia di Gubbio che aveva pagato i legali per pilotare un’asta immobiliare. Gli ultimi 4 sono accusati di traffico di influenze illecite.
Le tre inchieste che legano Bertoldi
L’inchiesta era esplosa sei mesi fa, con l’arresto degli avvocati Bertoldi e Pompei (collega di studio del primo) e le perquisizioni a carico del giudice Sdogati, che poi era stato sospeso. Il magistrato spoletino si è comunque sempre detto estraneo alle contestazioni.
Su Mauro Bertoldi era stata aperta anche un’altra inchiesta, legata ad un presunto caso di sfruttamento della prostituzione. Ma a far scattare le indagini, la prima coordinata dalla procura di Firenze, la seconda da quella di Perugia, era stata un‘altra vicenda, su cui indagava la pm di Spoleto Michela Petrini. Vale a dire un infortunio sul lavoro avvenuto un anno prima a Todi, che aveva procurato la morte del fratello di Mauro Bertoldi.
L’ipotesi di una causa civile al Tribunale di Spoleto
Dalle carte sull’inchiesta sulla presunta corruzione, emerge infatti come l’avvocato fosse intenzionato ad intentare una causa civile contro l’assicurazione del fratello davanti al Tribunale di Spoleto. Se ne sarebbe dovuta occupare l’avvocato Nicoletta Pompei tramite un altro legale prestanome e confidando che la causa fosse assegnata proprio al giudice Tommaso Sdogati.
Le accuse per il giudice Sdogati
Nei confronti del giudice in servizio al tribunale di Spoleto, l’accusa è di corruzione per aver – su pressione della compagna – spinto per far iscrivere l’avvocato Mauro Bertoldi tra le liste dei delegati per le vendite giudiziarie. E sempre su sollecitazione dell’avvocatessa Pompei, come emerge dalle intercettazioni, avrebbe sollecitato il giudice Simone Salcerini (la cui posizione è stata stralciata) affinché a Bertoldi fosse assegnata un’asta giudiziaria. Contestazioni dalle quali, come detto, il magistrato si è sempre difeso.
Un accordo tra i due legali avrebbe previsto – questa l’accusa della Procura di Firenze che indaga per competenza territoriale – la spartizione del denaro derivante dalle esecuzioni immobiliari che sarebbero state poi assegnate all’avvocato perugino dal Tribunale di Spoleto.
L’accusa di traffico di influenze illecite
Gli avvocati Bertoldi e Pompei sono anche accusati di traffico di influenze illecite per aver fatto pagare ad una coppia di Gubbio 11.500 euro per pilotare l’asta della loro casa pignorata. Ma in realtà l’avvocato Bertoldi avrebbe millantato conoscenze inesistenti. Nascondendo la verità – emerge dagli atti dell’inchiesta – anche alla collega di studio, con cui però avrebbe diviso parte dei soldi percepiti indebitamente.
Soltanto per un caso l’asta era effettivamente slittata, ottenendo comunque il risultato sperato dai coniugi. Che, dopo essere stati considerati parte offesa in un primo tempo, ora sono finiti – come rivela il Corriere dell’Umbria – nell’inchiesta indagati anche loro per lo stesso reato.