Anche in Umbria i segretari nazionali dei sindacati dei bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno presentato esposti alle Procure per denunciare “il crescente e inaccettabile clima di odio contro il settore bancario e, in particolare, verso la categoria delle lavoratrici e dei lavoratori delle banche“.
Ancora difficoltà per i bancari, che dall’inizio dell’emergenza Coronavirus hanno continuato a lavorare, nonostante persone malate e segnalazioni di criticità e reati.
Nel mirino dei sindacati gli annunci fatti dal Governo circa le misure economiche a favore di famiglie e imprese esasperate dall’emergenza Coronavirus. Annunci fatti spesso senza che sia stata consentita o comunque verificata la piena e immediata applicabilità delle misure. Con il risultato che i clienti, spesso, se la prendono con gli impiegati di banca.
I ritardi
“Si tratta di un clima di odio pericoloso – accusano i sindacati – che trae origine dalla necessità di individuare a tutti i costi un colpevole per i ritardi che si stanno verificando in relazione al decreto liquidità del Governo e ai prestiti garantiti dallo Stato, che vengono erogati con alcune difficoltà mai imputabili alle lavoratrici e ai lavoratori bancari. Negli ultimi giorni, l’attenzione di tutti i media su questo argomento è cresciuta sensibilmente e, peggio ancora, vengono diffuse e mandate in onda telefonate registrate con gli operatori bancari, con il solo becero obiettivo di dare la colpa a qualcuno. Se si verificheranno violenze fisiche gravi o, peggio, se ci ‘scapperà’ il morto, la colpa sarà sia di chi ha contribuito a scatenare questo clima d’odio sia di chi fa cattiva informazione“.
I casi più gravi
Sileoni, Colombani, Calcagni, Masi e Contrasto informano che nelle ultime settimane, la tensione nella rete delle filiali è cresciuta costantemente, con casi di violenze e aggressioni verbali, minacce, offese, insulti, soprusi, sputi. E poi vetrine prese a sassate, ruote delle autovetture bucate e perfino finti pacchi bomba. I fatti di cronaca più gravi si sono verificati a Bari, Salerno, Torino, Alghero. Ma per i sindacati tutta l’Italia è una polveriera. Da qui gliesposti presentati in ogni Procura.
La situazione in Umbria
In Umbria, per fortuna, non si è arrivati a questi eccessi. Anche se i sindacati hanno raccolto anche qui i timori di bancari che sono stati insultati ed anche verbalmente minacciati di fronte ad un rifiuto comunicato a un cliente. Al punto che nei giorni di avvio delle pratiche per i prestiti fino a 25mila euro il prefetto di Perugia aveva dato indicazione alle forze dell’ordine perché monitorassero la situazione di fronte agli sportelli bancari.