Comune di Perugia: Sull'appalto dei distributori automatici l'opposizione scrive alla Corte dei Conti - Tuttoggi.info

Comune di Perugia: Sull'appalto dei distributori automatici l'opposizione scrive alla Corte dei Conti

Redazione

Comune di Perugia: Sull'appalto dei distributori automatici l'opposizione scrive alla Corte dei Conti

Lun, 17/06/2013 - 15:42

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Il caffè al Comune di Perugia in questi giorni si prende amaro. La vicenda dell’appalto dei distributori automatici è finita alla Procura presso la Corte dei Conti. A trasmettere gli atti sono stati i capigruppo di opposizione Emanuele Prisco (FdI), Rocco Valentino (PdL), Giuseppe Sbrenna (gruppo Sbrenna), Mauro Cozzari (UDC), Teresa Bellezza (Perugia di Tutti) e Giorgio Corrado (Misto).

La gara di appalto. Il Comune doveva, secondo l’opposizione, svolgere una procedura di evidenza pubblica per l’assegnazione del servizio di distribuzione automatica; a ciò si sta provvedendo soltanto quest’anno con una gara. Da qui è partita l’indagine della Commissione presieduta da Massimo Perari e che ha raccolto una pioggia di critiche. Oggi infatti viene richiesto alla ditta vincitrice un corrispettivo di almeno 60 mila euro l’anno. Il mancato incasso di questo per gli anni passati è oggetto della segnalazione che l’opposizione muove all’Amministrazione. “Rispetto ai dubbi emersi durante i lavori della Commissione – dicono gli esponenti di opposizione – nell’ambito dei nostri doveri d’ufficio, abbiamo ritenuto corretto comunicare il fatto agli organi giudiziari per le valutazioni del caso”.

La relazione dell’opposizione. E proprio questa mattina la Commissione di Controllo e Garanzia ha esaminato la relazione, presentata dai consiglieri Prisco e Valentino. In fase di premessa, i due consiglieri hanno ripercorso le tappe fondamentali della vicenda, ricordando come il Dirigente competente abbia riferito in sede di audizione che il Comune di Perugia non ha proceduto, prima d’ora, ad affidare il servizio di distribuzione automatica mediante pubblica gara. In particolare la concessione del servizio di ristoro mediante distributori automatici è stata oggetto di distinti affidamenti da parte dei singoli dirigenti dei diversi settori scolastici comunali e, pertanto, ciascun affidamento preso in esame, essendo inferiore a 20.000,00 euro, poteva essere concesso (come in concreto è probabilmente avvenuto) con affidamento diretto. In relazione a questo aspetto, Prisco e Valentino hanno precisato che una Pubblica Amministrazione, quale è il Comune di Perugia, è obbligata nell’affidamento dei propri appalti e delle proprie concessioni a svolgere una procedura concorsuale, che sia rispettosa dei principi di libera concorrenza, economicità, parità di trattamento e non discriminazione.

Il danno all’erario. Infine i consiglieri hanno paventato anche l’ipotesi di un possibile danno erariale. Con riferimento a quanto esposto, pertanto, Prisco e Valentino hanno presentato le seguenti conclusioni. “Pur prendendo atto del tentativo di regolarizzare la gestione del settore, non si può sottacere la mancanza dell’Amministrazione per il tempo pregresso e la tardività dello stesso, che ha probabilmente prodotto un mancato incameramento di risorse in capo all’Ente di una certa consistenza”.

Criteri del bando troppo vincolanti. Secondo Prisco e Valentino il Comune ha pubblicato un primo bando che era caratterizzato da criteri di accesso troppo vincolanti e che avrebbero rischiato di comprimere la partecipazione di più soggetti alla gara e che lo stesso Ente provvedeva tempestivamente ad annullarlo, sostituendolo con uno nuovo. Si deve rilevare come alcuni dei criteri di accesso previsti dal nuovo bando appaiano estremamente discrezionali, potendo anche assumere profili discriminatori e restringere il campo della concorrenza. Nel documento finale sono emerse un paio di criticità: da un lato la richiesta della specifica certificazione di qualità alimentare “Uni Iso 22000”. Tale requisito, in Umbria, sarebbe ad appannaggio di una sola azienda sulle 8 operanti nel settore. In secondo luogo ci sarebbe la condizione che almeno il 60% del fatturato dell’azienda partecipante provenga da attività svolte nel settore oggetto di gara.

La risposta di Mearini. Il capogruppo Pd, Mearini, anche a seguito delle varie riunioni tenutesi sull’argomento, ha detto di non poter condividere e, dunque, sottoscrivere la relazione, perchè non rispondente rispetto a quanto emerso in sede di approfondimento del tema. “Siamo in presenza – ha evidenziato il capogruppo PD – di un’azienda che viene posta all’indice solo perchè presenta certificazioni di livello superiore a quelle originarie. Peraltro dalle analisi svolte in aula non sono emerse certezze di illegittimità delle procedure, dato che la stessa opposizione ha parlato di meri dubbi”. Per tali motivi Mearini ha preannunciato l’intenzione di presentare una relazione alternativa rispetto a quella sottoscritta da Prisco e Valentino.

In attesa di ricevere la relazione preannunciata da Mearini, la Commissione si è aggiornata.

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