Sull’insegna c’era scritto “centro benessere” ma in realtà era una casa del sesso a pagamento – sequestrata nel 2019 a Cerbara (Città di Castello) dalla Finanza – nella quale si prostituivano giovani ragazze cinesi, alcune delle quali clandestine.
Per quei fatti la titolare 55enne, anch’essa cinese – accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di tre connazionali – è stata condannata ieri (11 marzo) in primo grado, dal tribunale collegiale di Perugia, a 4 anni e due mesi di reclusione.
Le indagini erano scattate dopo aver scoperto che l’attività era pubblicizzata su internet, tramite annunci su un noto sito d’incontri, con foto di ragazze orientali in lingerie, inequivocabili pose sexy e i numeri di telefono da contattare. Il locale, aperto fino a tarda notte, era peraltro frequentato solo da uomini.
Durante il blitz i finanzieri erano stati accolti da due ragazze in abiti succinti, senza camice né permesso di soggiorno. Immediatamente era scattata la denuncia nei confronti della titolare 55enne che – secondo quanto ricostruito – accoglieva i clienti e, dopo aver incassato il corrispettivo per la prestazione richiesta, li accompagnava nelle stanze dove potevano denudarsi e sdraiarsi sul lettino in attesa di consumare l’atto sessuale con una delle ragazze. Ovviamente la struttura era stata sequestrata e l’attività chiusa.
Dopo aver sentito numerosi clienti tra i 19 e i 63 anni provenienti anche dai vicini Comuni (San Giustino Umbertide e Sansepolcro), ed aver eseguito altre perquisizioni, i finanzieri avevano trovato conferma di quanto ipotizzato: all’interno del locale le ragazze si prostituivano regolarmente con clienti abituali. Le tariffe erano variabili, a seconda delle prestazioni, con prezzi tra i 30 e 100 euro. Durante le successive perquisizioni erano stati rinvenuti e sequestrati quasi 2000 euro in contanti occultati sotto un materasso, svariati preservativi, abbigliamento e altro materiale, tra cui il cellulare per fissare gli appuntamenti.
Come detto proprio ieri (11 marzo), dopo 6 anni, è arrivata la sentenza di condanna per la 55enne titolare del “centro benessere”, ancora più severa di quella proposta dalla Procura, che aveva richiesto “solo” 4 anni. La difesa della donna ha comunque annunciato il ricorso in appello. Anche lo scorso dicembre, a Sansepolcro, era stato scoperto un centro massaggi “hot”: pure in questo caso erano state tre le denunce per sfruttamento prostituzione con il conseguente sequestro dell’immobile.
