Canone Rai, da Vallo di Nera la protesta per il cattivo segnale nei comuni montani - Tuttoggi.info

Canone Rai, da Vallo di Nera la protesta per il cattivo segnale nei comuni montani

Redazione

Canone Rai, da Vallo di Nera la protesta per il cattivo segnale nei comuni montani

Investire il nuovo gettito derivante dal canone per migliorare il servizio nelle aree con cattiva ricezione
Gio, 04/02/2016 - 09:45

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 Il gettito aggiuntivo del canone Rai? A Vallo di Nera non hanno dubbi: deve essere reinvestito sul territorio montano e nelle aree interne del Paese per potenziare ripetitori e strumenti di trasmissione. Lo ha affermato Agnese Benedetti, sindaco di Vallo di Nera, ai microfoni di Filomena Leone, inviata della trasmissione ‘DiMartedì’, condotta da Giovanni Floris in onda su La7, facendosi portavoce di un disagio che interessa una larga parte del territorio italiano.
Anche l’Uncem (Unione dei Comuni e degli Enti montani) lo ha detto chiaramente nelle ultime settimane, in tutte le sedi istituzionali nazionali e regionali, invitando 4000 Comuni montani italiani ad approvare in questi giorni l’ordine del giorno che chiede a RaiWay di migliorare il servizio e al Governo e al Parlamento, attraverso AgCom e CoReCom, di avviare una completa mappatura del territorio italiano.
In Valnerina e nelle zone interne del’Umbria centinaia di persone hanno problemi di ricezione soprattutto dopo il passaggio dall’analogico al digitale e hanno difficoltà a vedere anche l’informazione regionale, nonostante abbiano pagato e pagheranno il canone con la bolletta dell’energia elettrica.
I dati elaborati da Uncem, grazie a un confronto continuo con i territori, confermano che nelle aree appenniniche e alpine sono cinque milioni le persone che hanno ancora problemi di ricezione. Non vi è mai stata un’adeguata mappatura nazionale del problema da parte della Rai che nel contratto di servizio deve garantire il segnale al 95% della popolazione. E il restante 5%? Tre milioni di persone senza la parabola e il decoder tvsat non vedrebbero i primi tre canali Rai. Quattro milioni vedono con il digitale terrestre i primi tre canali Rai ma più niente dopo il settimo. Ecco perché i Comuni insieme a Uncem chiedono di investire il gettito aggiuntivo del canone per potenziare il segnale e aggiungere i ripetitori.
Nell’8% del Paese sono state le Comunità montane, oggi Unioni montane, a installare, a loro spese, ripetitori per servire borghi alpini e appenninici neanche troppo isolati. Almeno 200 i ripetitori gestiti direttamente, in house, in Italia.
“Che il gettito maggiore ottenuto con l’inserimento dell’imposta per il possesso della tv nella bolletta elettrica sia destinato al potenziamento del segnale nelle Terre Alte, mi sembra un obiettivo necessario per un Paese moderno, con un servizio televisivo pubblico capace di raggiungere tutti i territori, tutti i cittadini – spiega l’on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem e presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna – Con il rinnovo del contratto di servizio, questo sviluppo e questa presenza capillare deve essere un fattore da prendere in considerazione, non certo residuale”.

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