“Il nuovo responsabile della Camera del Lavoro di Spoleto sarà nominato tra i compagni e le compagne di Spoleto in sintonia con il coordinamento”. E’ quanto afferma stamani il segretario proviciale Mario Bravi in una dichiarazione rilasciata a Rosanna Mazzoni de La Nazione.
L’ipotesi annunciata ieri da Tuttoggi.info, che aveva raccolto le autorevoli indiscrezioni di alcuni quadri sindacali e politici, viene così smentita dalla massima autorità provinciale cigiellina. Che ha aggiunto: “il nostro obiettivo è quello di valorizzare le risorse in campo tenendo conto del buon lavoro svolto da Stocchi e del fatto che ci siamo rafforzati alla Cementir, alla Pozzi, all’ospedlae di spoleto e anche alla spoletina trasporti dove, dopo anni in cui l’Ugl è stata molto forte, siamo tornati il primo sindacato. Un segnale di come anche la scelta fatta 20 anni fa di essere autonomi dai partiti ci sta premiando”.
Ha ragione Bravi. Il sindacato deve essere autonomo, senza intromissione alcuna. E, apparentemente, lo è anche da più dei 20 anni ricordati al quotidiano fiorentino. Un conto però è l’istituzione in quanto tale, un altro i rapporti dei suoi singoli rappresentanti. Non c’è infatti dirigente sindacale, di qualunque organizzazione e colore, che non risenta, a volte pesantemente, delle influenze dei partiti, che molto spesso ne sostengono le attività e gli iscritti. E viceversa. Ma è come la scoperta dell’acqua calda. E lo sanno bene sia Bravi, sia Filippo Ciavaglia (nella foto).
La Cgil umbra, ad esempio, sopratutto negli ultimi tempi, risulta lacerata da quegli schieramenti che fanno capo ora ad appartenenti e simpatizzanti al Pd, ora alla Sinistra Arcobaleno, ora ai Socialisti. Ed è partendo proprio dall’attività sindacale, da sempre, che c’è chi è diventato (e diventa) consigliere comunale, regionale, assessore, governatore, parlamentare e anche ministro. Difficile invece ricordare a memoria d’uomo che un politico sia diventato un dirigente sindacale. Ma mai dire mai. Specie in certi comprensori.
Tornando alla vicenda spoletina non possiamo che confermare le preoccupazioni di alcuni cigiellini spoletini ma anche di qualche diesse di dover eventualmente assistere alla nomina di un responsabile della Camera del lavoro che non fosse rappresentativo della città. La ‘voce’ di una candidatura di Cristian Benedetti – stimato lavoratore della Pozzi e apprezzato consigliere comunale del Pdci a Vallo di Nera, ma con poca esperienza sindacale (che era quanto preoccupava in città) – viene quindi definitivamente smentita.
Con buona pace di tutti, anche di quelli che vedevano una clamorosa incompatibilità nel voler concedere un distacco sindacale a chi ricopre cariche elettorali pubbliche.
Ma figurarsi se il numeroso e attento coordinamento spoletino possa aver dimenticato una delle norme più ferree dello Statuto della Cgil.