Autorizzazioni in cambio di mazzette, chiuse indagini su funzionario Regione. Indagati altri imprenditori - Tuttoggi.info

Autorizzazioni in cambio di mazzette, chiuse indagini su funzionario Regione. Indagati altri imprenditori

Sara Fratepietro

Autorizzazioni in cambio di mazzette, chiuse indagini su funzionario Regione. Indagati altri imprenditori

Mar, 07/02/2023 - 14:55

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Il funzionario della Regione Umbria avrebbe incassato mazzette per oltre 100mila euro emettendo fatture a nome della società della moglie

Chiuse le indagini sul funzionario della Regione Umbria arrestato nel 2021 con l’accusa di aver ottenuto mazzette per agevolare il rilascio di autorizzazioni ambientali in merito a delle cave. La Procura di Perugia ha notificato al dipendente pubblico l’avviso di conclusione delle indagini. E’ accusato di corruzione, così come alcuni imprenditori.

Già due anni fa, quando l’uomo era stato arrestato, in manette era finita anche una imprenditrice di Perugia: erano stati beccati dai carabinieri forestali durante lo scambio di una mazzetta. Il prosieguo delle indagini, però, ha portato ad individuare altri imprenditori ora accusati a vario titolo di corruzione e di reati fiscali. Sei in tutto le aziende a cui “sono state contestate le ipotesi di illecito amministrativo dipendente da reato, ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2022, n. 231″.

Gli indagati ora potranno difendersi, depositando documentazione o chiedendo di essere interrogati. La Procura potrà poi a loro carico eventualmente chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio.

Come detto, l’inchiesta verte attorno ad un funzionario della Regione Umbria accusato di corruzione. Secondo le accuse, l’uomo, in cambio di utilità varie corrisposte da imprese operanti nel settore estrattivo delle cave, avrebbe agevolato l’iter amministrativo per il rilascio delle autorizzazioni ambientali.

Gli accertamenti iniziali, effettuati dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale dei Carabinieri di Perugia, grazie al supporto anche di intercettazioni telefoniche, avevano portato, nel mese di aprile del 2021, all’arresto in flagranza di reato del funzionario pubblico e di un’imprenditrice, colti durante lo scambio di 3.000 euro in banconote di vario taglio.

Il funzionario della Regione, sentito dal pubblico ministero titolare dell’indagine, aveva sostanzialmente ammesso di aver percepito un’illecita remunerazione per aver istruito e facilitato le procedure per il rilascio della prescritta autorizzazione nei confronti di un’impresa perugina. Le successive indagini sono state delegate ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Perugia che – attraverso la puntuale ricostruzione dei rapporti economici e dei flussi finanziari effettuata sulla base della copiosa documentazione, informatica e cartacea rinvenuta in sede di perquisizione ed acquisita nel corso delle attività investigative – hanno ricostruito il modus operandi con cui il dipendente pubblico avrebbe messo stabilmente a disposizione di soggetti privati la sua funzione ed i suoi poteri. Nel dettaglio, il funzionario regionale, da una parte, avrebbe garantito ai privati il proprio apporto professionale per la redazione degli atti tecnico-progettuali, dall’altra, come “istruttore” dei conseguenti procedimenti amministrativi incardinati presso il “Servizio sostenibilità ambientali, valutazione e autorizzazioni ambientali” della Regione, avrebbe consentito agli stesi di concludere favorevolmente ed in tempi rapidi i procedimenti amministrativi avviati.

Le mazzette, che nel periodo dal 2014 al 2021 sarebbero state quantificate dagli acquirenti in oltre 100mila euro, sarebbero state riscosse attraverso il pagamento, da parte di beneficiari delle prestazioni, di fatture per operazioni inesistenti emesse da una società di ricerca, formalmente amministrata dalla moglie del dipendente pubblico, ma di fatto riconducibile a quest’ultimo, in relazione a fittizie prestazioni per la fornitura di documentazione tecnica e cartografie. Come detto, le indagini hanno portato ad indagare a piede libero anche diverse altre persone, tra cui i responsabili di sei aziende.

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