La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha organizzato un concerto di Natale con l’Orchestra da Camera di Perugia per portare gli auguri di buone feste alla città.
L’evento, realizzato in collaborazione con la Fondazione Perugia Musica Classica e con il patrocinio del Comune di Perugia e del Conservatorio di Musica di Perugia, si tiene domenica 8 dicembre, alle 17.30, presso la Basilica di San Pietro di Perugia
Il programma, eseguito dall’Orchestra da Camera di Perugia diretta da William Coleman, solista e violinista dell’acclamato Quartetto Kuss di Berlino, prevede brani di Wolfgang Amadeus Mozart e Franz Anton Hoffmeister.
Il concerto sarà aperto al pubblico e ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti
IL PROGRAMMA
ORCHESTRA DA CAMERA DI PERUGIA
WILLIAM COLEMAN, viola e direzione
Wolfgang Amadeus Mozart
Ouverture da “Le nozze di Figaro”
Franz Anton Hoffmeister
Concerto in re maggiore per viola e orchestra
Wolfgang Amadeus Mozart
Sinfonia n. 38 in re maggiore K. 504, “Praga”
“Ho guardato con sommo piacere tutta questa gente saltarmi intorno, piena di autentica allegria, sulle note del mio Figaro, trasformato in contraddanze e in allemande. Perché d’altro non si parla se non di Figaro, altro non si suona, intona, canta e fischietta se non Figaro. Non si assiste ad altra opera se non a Figaro e sempre Figaro. È certo un grande onore per me!”.
Sono le parole vivaci di Wolfgang Amadeus Mozart in una lettera ad un amico viennese nel gennaio 1787 da Praga, ove il musicista si era recato – assieme alla moglie Constanze e a un gruppo di amici – per assistere a rappresentazioni trionfali dell’opera Le nozze di Figaro, andata in scena per la prima volta a Vienna otto mesi prima.
Come intendiamo dalla lettera, i boemi di Praga impazzirono per il lavoro (accolto bene a Vienna, ma senza lo stesso entusiasmo) e possiamo capire la loro sensibilità già con la breve Ouverture, composta – come era consuetudine del trafelato Mozart, sempre in ritardo – ad appena 48 ore dalla sua prima esecuzione a Vienna. Motivi frizzanti – ma senza anticipare temi dell’opera, come farà Rossini pochi decenni più tardi – che preparano lo spettatore alla rocambolesca trama tragicomica che sta per svelarsi.
Franz Anton Hoffmeister, nato nel 1754 vicino a Tübingen, è stato quasi coetaneo di Mozart, autore prolifico – e molto rispettato – di lavori strumentali di ogni genere, tra cui una sessantina di Sinfonie, oltre 25 Concerti solistici (per flauto, pianoforte, clarinetto, corno, violino, viola, violoncello e contrabbasso) e più di 50 quartetti d’archi.
I due musicisti vennero in contatto diretto quando Hoffmeister, trasferitosi a Vienna, fondò una casa editrice musicale nel 1784, seguita da una seconda impresa a Lipsia, con cataloghi che comprendevano – oltre alle pagine dello stesso Hoffmeister – lavori di Haydn, Mozart, Beethoven e Clementi. E dopo appena un anno, Mozart non esitò a rivolgersi al confratello Hoffmeister, massone anch’egli, per un prestito urgente
Il Concerto in re maggiore, scritto intorno al 1799, è un raro esempio di un Concerto solistico dell’epoca classica affidato alla voce “brunita” della viola, lo strumento preferito di Mozart: un caposaldo storico, di una grande piacevolezza espressiva, per ogni specialista di riguardo come l’inglese William Coleman.
E quindi si torna a Praga per la Sinfonia n. 38 in re maggiore, partitura che Mozart aveva completato a Vienna nel dicembre 1786 e che mise in valigia in occasione del viaggio alla capitale boema. È un lavoro splendido – ora animatissimo, ora lirico e solare – di un grande impegno tecnico e con più d’una strizzatina d’occhio allo stile “teatrale” dell’opera buffa, che alla sua prima esecuzione ricevette grandi ovazioni e pressanti richieste al compositore di voler improvvisare al pianoforte per un’altra mezz’ora. Dalle cronache dell’epoca sappiamo di una dichiarazione di Mozart che era stata “una delle giornate più felici della mia vita”. Ed è una felicità che si trasmette ad ogni ascoltatore, ancora oggi.